Svizzera e Italia di nuovo unite contro il Nutriscore: «Basta demonizzare il cibo»

«Stare a tavola è un’esperienza gratificante e coinvolgente che coniuga gusto, rapporti interpersonali, cultura, tradizione e benessere. Non è pertanto opportuno ridurla a una mera assunzione di calorie e nutrienti, mettendo in guardia i consumatori con avvisi di pericolo o messaggi negativi». È quanto emerso durante la conferenza di ieri sulla «positive nutrition», promossa dall’Ambasciata d'Italia in Svizzera e dall’Agenzia ICE di Berna, presso il Bellevue Palace a Berna. Non è la prima volta che Italia e Svizzera si alleano contro il Nutriscore, l'etichettatura applicata sugli imballaggi alimentari per informare il consumatore sul valore nutrizionale di un prodotto che, sin dalla sua introduzione, ha sollevato dubbi e polemiche.
Lo scorso giugno, infatti, diversi esperti e politici si erano incontrati, sempre nella Capitale elvetica, per manifestare il proprio scetticismo sul sistema di etichettatura francese. In quell’occasione si era in particolare insistito sul fatto che a tavola «è la dose che fa il veleno».
Nell’incontro di ieri, si è discusso, in particolare, del NutrInform Battery, un nuovo strumento pensato per fornire informazioni chiare e trasparenti sugli alimenti e sulle bevande, evidenziando le porzioni consigliate dai nutrizionisti e il relativo apporto di calorie, sale, zuccheri e grassi, così da seguire una corretta alimentazione.
A differenza di altri sistemi di etichettatura, secondo i promotori, il NutrInform non punta a dissuadere i cittadini dal consumo di determinati alimenti, ma piuttosto a stimolare un equilibrio della dieta nella sua interezza.
L’incontro, moderato dalla direttrice del Cambridge Food Science, Roberta Re, si è aperto con l’intervento dell’ambasciatore d’Italia in Svizzera, Gian Lorenzo Cornado, che ha sottolineato l’importanza della correttezza e della trasparenza delle campagne di informazione sulle diete alimentari, ricordando come l’innovativo NutrInform Battery offra solo dati oggettivi e non arbitrarie interpretazioni: «Contrariamente al Nutriscore e ad altre etichettature a semaforo, il NutInform Battery non demonizza alcun alimento poiché ogni cibo può far parte di una dieta equilibrata se consumato nelle giuste porzioni e frequenze di consumo».
Il tema dell’equilibrio della dieta è stato ripreso anche dal prof. Michele Carruba, presidente onorario del Centro di Studio e Ricerca sull’Obesità dell’Università degli Studi di Milano, secondo il quale «la dieta mediterranea non è solo una lista di alimenti gustosi e ricchi di nutrienti di qualità, ma un vero e proprio stile di vita. Promuove l’equilibrio tra ciò che si mangia, l’introito energetico, l’attività fisica, la socializzazione e il benessere mentale. Questo equilibrio, tuttavia, è una condizione individuale. Le politiche di salute pubblica e molte diete falliscono nel contrastare l’obesità, perché adottano un approccio “one size fits all”, ignorando la diversità individuale e imponendo modelli rigidi».
Secondo il consigliere agli Stati Mauro Poggia, intervenuto nel dibattito, «l’obesità è un problema causato da numerosi fattori. Uno di questi è senz’altro l’alimentazione, sebbene un ruolo chiave lo giochino anche la genetica, il metabolismo, lo stile di vita, la condizione psicologica, il contesto sociale, culturale e religioso in cui si vive». Il «senatore» si è mostrato scettico verso il Nutriscore e favorevolmente impressionato dall’approccio del NutrInform Battery, soprattutto perché fornisce informazioni obiettive e non manipolabili. Inoltre, Poggia ha sottolineato come il nuovo sistema sia più adeguato ai tempi, rispetto a etichette statiche sul prodotto che ha definito «obsolete».
La prof.ssa associata all’Università degli Studi di Milano, Daniela Martini, ha quindi presentato il NutrInform Battery e il funzionamento della sua app, spiegando che «l’etichettatura front-of-pack dovrebbe orientare il consumatore verso scelte informate senza rischiare di fornire informazioni fuorvianti». Un problema, questo, riscontrato con il Nutriscore, le cui indicazioni potrebbero confondere i consumatori, mentre il nuovo sistema «ambisce a educare il consumatore a “costruire” la propria dieta tenendo conto delle porzioni che rappresentano un elemento fondamentale in un modello alimentare bilanciato».
«Chiedere a qualcuno di astenersi dal mangiare qualcosa non ha mai funzionato», ha quindi sottolineato Lorenzo Donini, professore ordinario in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università La Sapienza di Roma. L’esperto ha insistito sul fatto che bisogna «spostare la narrativa dai nutrienti alle diete e agli stili di vita salutari per intraprendere azioni realmente capaci di generare cambiamenti significativi e duraturi», in questo senso, l’approccio della positive nutrition sarebbe il migliore, «perché promuove un maggiore consumo di alimenti tipici della Dieta mediterranea e una maggiore educazione a uno stile di vita corretto».
All’evento hanno partecipato diverse personalità svizzere e italiane, tra cui il consigliere nazionale Giorgio Fonio, Philippe Ankers, direttore Affari Internazionali dell’USAV; Manfred Ruthsatz, executive director al Nutrition e Health Care dell’EPFL, Samuele Porsia, direttore dell’Agenzia ICE di Berna e la nutrizionista Tatiana Gaudimonte.