Svizzera

Svizzera, più flessibilità per l'export di armi

È quanto si prefigge la Commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati (CPS-S) che intende modificare il progetto legislativo elaborato dal Consiglio federale con una propria proposta
Ats
01.04.2025 17:57

In linea di principio, la Svizzera dovrebbe autorizzare l'esportazione di materiale bellico verso gli Stati della NATO, a meno che si imponga un rifiuto causa eventi straordinari o se sono in pericolo gli interessi di politica estera/sicurezza.

È quanto si prefigge la Commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati (CPS-S) che intende modificare il progetto legislativo elaborato dal Consiglio federale con una propria proposta.

Attualmente non sono necessarie autorizzazioni singole per l'esportazione di materiale bellico dalla Svizzera verso 25 Paesi, tra cui la maggior parte degli Stati della NATO nonché Argentina, Australia, Irlanda, Giappone, Nuova Zelanda e Austria.

In futuro, le esportazioni verso questi Paesi saranno consentite in linea di principio. La CPS-S ha approvato questa modifica della legge sul materiale bellico per 10 voti a 3, secondo una nota odierna dei servizi parlamentari.

Una minoranza della commissione propone invece di non entrare in materia sul progetto. A suo avviso, un allentamento della legge sul materiale bellico metterebbe fondamentalmente in discussione la neutralità della Svizzera.

Con questa decisione della commissione - che allenta la prassi di autorizzazione per le transazioni estere con Stati comparabili a livello istituzionale con la Svizzera - quest'ultima si allontana dal progetto governativo che prevede la facoltà, per l'Esecutivo, di derogare ai criteri di autorizzazione per affari con l'estero in presenza di eventi straordinari.

L'introduzione di tale facoltà consentirebbe al Consiglio federale un margine di manovra che gli permetta di adeguare la politica in materia di esportazioni di materiale bellico ai cambiamenti del contesto geopolitico. Al contempo, permetterebbe alla Confederazione di mantenere una capacità industriale adeguata alle esigenze della sua difesa nazionale.