Svizzera-UE, via libera ai programmi di ricerca

I ricercatori attivi in Svizzera potranno accedere ai programmi Orizzonte Europa, Euratom e Europa Digitale finanziati dalla Commissione europea. Ciò è possibile grazie al via libera dato ieri dal Consiglio federale
L'accordo all'accordo sui programmi UE (EUPA) regola la partecipazione ai programmi dell'UE, tra cui Orizzonte Europa, Euratom, ITER (fusione nucleare), Europa Digitale, Erasmus+ e EU4Health, ponendo le basi per una possibile futura partecipazione ad altri programmi europei, ha sottolineato stamane di fronte ai media il consigliere federale Guy Parmelin, responsabile del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca.
Il consigliere federale vodese ha insistito sull'importanza di questo accordo, che si inserisce in una collaborazione decennale con Bruxelles nell'ambito della ricerca e dell'innovazione con ricadute positive per la competitività dell'economia svizzera.
Sebbene entri in vigore dopo la ratifica del pacchetto Svizzera-UE, una volta firmato entro il 15 di novembre, l’EUPA potrà già essere applicato provvisoriamente con effetto retroattivo a inizio gennaio, ha sottolineato Parmelin, incaricato di siglare l'intesa.
La firma avverrà solo in autunno perchè bisogna dare il tempo alla Commissione europea per svolgere le proprie procedure interne di approvazione, ha sottolineato il «ministro» UDC, aggiungendo che l'accordo dovrà anche essere approvato dalle commissioni competenti delle Camere federali.
Concretamente, grazie a questa intesa, i ricercatori e gli innovatori attivi Svizzera, che dal inizio anno hanno nuovamente accesso a quasi tutti i bandi di questi programmi nell'ambito di un regime transitorio, potranno ricevere il rimborso per i costi generati dal progetto dalla Commissione europea.
A tale scopo, la Confederazione verserà a Bruxelles il contributo obbligatorio per la partecipazione all'anno di programma 2025, che si aggira sui 630 milioni di franchi, ha affermato la Segretaria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione, Martina Hirayama.
Parmelin ha fatto notare che l'accordo, benché venga firmato prima degli altri elementi dei negoziati Svizzera-UE, rimane comunque parte del pacchetto per quanto riguarda la procedura di consultazione, il messaggio e le deliberazioni parlamentari.
È chiaro che se il parlamento o il popolo dovesse infine respingere i Bilaterali III, il Consiglio federale sarebbe obbligato a ritirarsi anche dai programmi di ricerca europei.