Il caso

Swiss, quando un biglietto extra può costare più di 5.100 franchi

Shizuka e Timo Dätwyler, in viaggio da Tokyo verso la Svizzera per celebrare il loro matrimonio, si sono scontrati con un ostacolo impensabile: il cognome
© KEYSTONE / CHRISTIAN MERZ
Red. Online
21.08.2023 18:30

La storia di Shizuka e Timo Dätwyler, mentre scriviamo queste righe, ha fatto il giro del mondo. La coppia, pochi mesi fa, si era unita civilmente in matrimonio in Giappone. Il Paese in cui Shizuka, cittadina nipponica, e Timo, cittadino elvetico, si erano conosciuti e dove hanno deciso di risiedere ora che hanno sancito la loro unione. La cerimonia vera e propria, con amici e parenti, è invece stata programmata nell'Oberland bernese a fine agosto.

E qui, beh, sono cominciati i problemi. A soli quattro giorni dalla grande festa, all'arrivo all'aeroporto di Tokyo, la coppia si è ritrovata di fronte un vero e proprio Ottomila da scalare senza ossigeno. Il motivo? Il cognome adottato da Shizuka. Proviamo, insieme, a capire perché.

«Dätwyler», tecnicamente, non può essere trasposto correttamente in giapponese. La traslitterazione che meglio rispecchia il cognome originale, infatti, è «Dattouira». Questa, è stato detto a Shizuka, era la versione del cognome che sarebbe apparsa sul suo nuovo passaporto nipponico. Sulla base di queste informazioni, la coppia aveva acquistato i biglietti aerei per la Svizzera utilizzando, per Shizuka, la versione traslitterata. Quando il documento è arrivato e, sorpresa, il cognome inserito era quello elvetico, sulle prime la coppia non ci ha fatto caso. Il check-in online, per dire, si è svolto senza intoppi.

Una volta in aeroporto, ecco la doccia fredda. Anzi, gelata. A causa della discrepanza fra il cognome sul passaporto e quello sul biglietto di Shizuka, e constatata l'impossibilità da parte del vettore, Swiss, a cambiare in corsa i dati, è stato necessario acquistare un nuovo biglietto per la neo-moglie. Con un piccolo, ma significativo, particolare: il prezzo. 850 mila yen, oltre 5.100 franchi svizzeri al cambio attuale. Di qui l'accusa, formulata dal marito, alla compagnia di bandiera elvetica: «Non ho potuto fare a meno di pensare che Swiss stesse approfittando della nostra situazione» ha spiegato Timo al Blick. «Eravamo in una situazione di emergenza, visto che mancavano pochi giorni al nostro matrimonio. E quindi ero disposto a pagare quasi qualsiasi prezzo». A far storcere il naso a Timo il fatto che, una volta a bordo, Shizuka si sia seduta nello stesso posto che aveva prenotato inizialmente.

Interrogata in merito, la compagnia ha fatto sapere che la coppia avrebbe potuto (e dovuto) modificare il cognome sul biglietto dopo la prenotazione e prima del check-in. Una possibilità garantita, a maggior ragione nel caso di un matrimonio, previo il pagamento di una piccola tassa (25 franchi). La coppia, tuttavia, non si è accorta della discrepanza (il passaporto era stato emesso a giugno) fino a quando, come detto, è stata rimbalzata in aeroporto. Swiss ha pure aggiunto di aver rimborsato il costo del biglietto originale il giorno stesso della partenza. Un fatto di per sé inusuale. Il vettore, insomma, ha mostrato non poca benevolenza nei confronti della coppia, a immagine del buono da 1.700 franchi – pari alla metà della differenza tra il costo del biglietto originale rimborsato e quello del nuovo biglietto acquistato – consegnato a Dätwyler. Una mossa che, denuncia il Blick, è stata fatta solo quando il caso è diventato di dominio pubblico. Il classico regalo avvelenato.

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