Swisscom-Vodafone, aperta un'inchiesta a Roma
Swisscom è oggetto di un'inchiesta a Roma da parte dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) per quanto concerne l'acquisizione di Vodafone Italia da parte del gigante blu.
Oggi il gruppo telecom elvetico ha dichiarato che ieri l'autorità per la concorrenza della vicina Penisola ha aperto un'indagine approfondita «in base alle norme italiane sul controllo delle concentrazioni».
Swisscom ha precisato che gli esami di fase II - ovvero i casi in cui l'AGCM avvia un'istruttoria qualora ritenga che un'operazione notificata possa sollevare problemi concorrenziali - «non sono rari nel settore delle telecomunicazioni». Il gigante blu ha inoltre sottolineato che rimane fiduciosa che la transazione non violi la concorrenza.
«Continueremo a lavorare a stretto contatto e in modo costruttivo con l'AGCM per ottenere un'autorizzazione tempestiva», ha aggiunto Swisscom in un comunicato.
Dopo l'annuncio dell'acquisizione di Vodafone Italia (il 15 marzo scorso), a maggio di quest'anno il gruppo telecom elvetico ha garantito il finanziamento con un prezzo di acquisto pari a 8 miliardi di euro (7,51 miliardi di franchi al cambio attuale) e prevede che la transazione sarà completata nel primo trimestre del 2025.
Swisscom ha ricevuto il via libera incondizionato sia dalla Presidenza del Consiglio dei ministri italiano (legislazione sul golden power) che dalla Commissione della concorrenza (COMCO) in seno alla Confederazione.
Dal punto di vista del Consiglio federale, tutte le condizioni per l'acquisizione sono adempiute. Nel complesso, dunque, «l'acquisizione di Vodafone Italia procede conformemente ai tempi prestabiliti», evidenzia il gruppo elvetico.
Per l'acquisizione del 100% di Vodafone Italia (filiale del gruppo britannico Vodafone), il gigante blu ricorre a obbligazioni domestiche svizzere, a eurobbligazioni nonché a un prestito bancario.
Swisscom prevede poi di fondere l'attività con la propria controllata italiana Fastweb. La transazione, condotta dall'azienda che è per il 51% di proprietà della Confederazione, ha sollevato anche vivaci reazioni politiche negative in Svizzera.
Sul fronte dei consumatori vi è poi chi ha sottolineato la concomitanza dell'operazione con la revoca di vecchi abbonamenti per tivù e internet, sostituiti da offerte più ampie, ma anche più care.