Alloggi

Tasso di riferimento, ecco chi riceverà una riduzione dell'affitto

Gianluigi Piazzini, presidente CATEF: «In realtà questo calo concerne pochi contratti, visto che in Ticino, dove c’è una domanda debole di alloggi, molti proprietari hanno preferito premiare la piena occupazione e quindi non creare con aumenti degli affitti malcontenti e nervosismi fra gli inquilini»
© CdT/ Chiara Zocchetti
Roberto Giannetti
03.03.2025 23:09

Dopo una lunga attesa, il tasso ipotecario di riferimento è diminuito. Si tratta di una buona notizia per gli inquilini elvetici, che in alcuni casi potranno chiedere un calo dell’affitto, visto che in tutta la Confederazione le pigioni vengono stabilite in base a questo tasso. Il tasso ipotecario di riferimento è sceso dall’1,75% all’1,5 %. La riduzione offre agli inquilini il diritto a una riduzione del 2,91% se l’affitto attuale si basa su un tasso di riferimento dell’1,75 %. Se invece si basa su un tasso superiore anche la riduzione sarà più elevata. Ricordiamo che nel 2023 questo tasso era aumentato due volte, passando dall’1,25% all’1,75%, il che ha portato a un aumento della pigione per alcuni inquilini. Nella maggior parte dei casi, il contratto di locazione o l’ultimo avviso di adeguamento dell’affitto forniscono informazioni sull’entità del tasso di riferimento su cui si basa l’affitto attuale.

Aumento delle pigioni

L’Associazione Svizzera Inquilini (ASI) ha pubblicato un comunicato stampa, dove ha reso noto che alcuni inquilini potranno chiedere una riduzione degli affitti. «L’aumento vertiginoso delle pigioni negli ultimi anni ha messo gli inquilini a dura prova», afferma nel comunicato Carlo Sommaruga, presidente dell’ASI Svizzera. «La riduzione del tasso ipotecario di riferimento annunciata oggi è quindi un’ottima notizia». L’associazione teme però che «la riduzione del tasso d’interesse di riferimento non venga automaticamente concessa da molti locatori. Per questo motivo invita gli inquilini a verificare il proprio diritto alla riduzione e, se necessario, a presentare una richiesta». Per permettere a tutti gli inquilini aventi diritto di richiedere la riduzione della pigione, l’ASI mette a disposizione un calcolatore online. Sul sito asi-infoalloggio.ch/calcolatore gli inquilini possono verificare in pochi clic se hanno diritto a una riduzione della pigione e, in caso di risposta positiva, a quanto ammonterebbe.

I proprietari immobiliari

La posizione dei proprietari immobiliari invece è stata espressa da Gianluigi Piazzini, presidente della Camera ticinese dell’economia fondiaria (CATEF), da noi interpellato. «Era da tempo che aspettavamo un calo del tasso ipotecario di riferimento - commenta - visto che nell’ultimo calcolo abbiamo sfiorato la riduzione solo per un filo, mentre adesso è diventata effettiva. Ora alcuni inquilini possono inoltrare la richiesta di riduzione dell’affitto». «Ma bisogna fare attenzione - precisa - perché in realtà questo calo concerne pochi contratti, visto che in Ticino, dove c’è una domanda debole di alloggi, molti proprietari hanno preferito premiare la piena occupazione e quindi non creare con aumenti degli affitti malcontenti e nervosismi fra gli inquilini . Infatti, da quello che so, quando due anni fa era salito il tasso ipotecario medio, non tutti, anzi pochi, avevano aumentato gli affitti e questo vale soprattutto per i proprietari privati. Infatti in un cantone con quasi 6.000 appartamenti sfitti non è il momento di innervosire la gente». «Per contro gli istituzionali, come casse pensioni, fondi e via dicendo - nota -, che gestiscono patrimoni soprattutto previdenziali, devono rispondere ai loro soci e quindi si sono mossi in modo più “diligente”, anche perché rispondono a degli automatismi e quindi avevano aumentato leggermente gli affitti». «Però - sottolinea - il movimento del tasso ipotecario medio di riferimento rientra in una fascia che negli ultimi cinque o sei anni si è situata fra l’1,25 e l’1,75% e quindi una buona parte dei contratti è stata stipulata quando il tasso di riferimento era sotto o al limite dell’1,75%. E adesso scendiamo all’1,5%, ossia nel punto mediano di questa fascia. Insomma, i movimenti avvengono in un binario stretto e questo legittima anche il fatto che alcuni privati si sono astenuti dal cambiare gli affitti».

Inflazione compensata al 40%

«Ricordiamo anche - conclude Gianluigi Piazzini - che nell’affitto si può compensare il 40% dell’inflazione, che un po’ negli ultimi anni c’è stata. Ma ripeto, in genere il proprietario privato cerca di premiare l’occupazione. Inoltre, anche fra gli istituzionali, c’è chi applica degli automatismi per fare salire gli affitti, ma magari adesso, proprio per lo stesso motivo, li fa scendere di sua iniziativa». Il tasso ipotecario di riferimento viene pubblicato in quarti di percentuale ed è basato sul tasso d’interesse medio. Rispetto al trimestre precedente, questo tasso medio, calcolato al 31 dicembre 2024, dall’1,63% è sceso all’1,53%. Con l’arrotondamento commerciale - viene spiegato dall’Ufficio federale delle abitazioni - il tasso ipotecario di riferimento, determinante per stabilire gli affitti, è quindi ora dell’1,5% e si applica a partire da oggi.

Altri fattori

Oltre alla variazione del tasso ipotecario di riferimento, possono incidere sul calcolo dell’affitto altri fattori di costo, come la variazione dell’indice nazionale dei prezzi al consumo (rincaro). È infatti consentito aumentare l’affitto in misura del 40% dell’inflazione. Anche una variazione dei costi di manutenzione e di esercizio può comportare un adeguamento del canone di locazione. La richiesta di riduzione dell’affitto va inoltrata in forma scritta al proprietario.