Toto-dipartimenti, Albert Rösti si trova bene al DATEC
Le dimissioni a sorpresa di Viola Amherd hanno rilanciato il consueto toto-nomi sul successore della «ministra» centrista, ma anche il toto-dipartimenti, specie alla luce delle critiche dell'UDC alla responsabile dell'esercito. Tuttavia, al momento nulla lascia pensare che uno dei due consiglieri federali democentristi voglia cambiare dipartimento.
Albert Rösti, per esempio, ha sostenuto al portale nau.ch circa un suo possibile passaggio alla difesa, che al Dipartimento dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) si trova bene.
Nel mio dipartimento sono in corso importanti progetti, ha affermato il consigliere federale bernese, e molto rimane ancora da fare. Oltre a ciò lo attendono ancora molte sfide. Quanto alla ripartizione dei dipartimenti, questa decisione verrà presa dal Consiglio federale non appena verrà eletto o eletta il nuovo membro del governo, ha tagliato corto il bernese.
Lo scorso finesettimana, il partito di Rösti ha criticato il lavoro di Viola Amherd e chiesto le dimissioni della vallesana. Stando all'UDC, la consigliera federale del Centro non avrebbe posto le priorità giuste nella gestione dell'armata. Esponenti del suo partito si sono subito attivati in difesa della loro «ministra».
Fatto sta che Viola Amherd ha annunciato la partenza ieri, cogliendo tutti un po' di sorpresa, non tanto per l'annuncio in sé - da mesi si speculava su un suo ritiro -, ma per il momento scelto.
Tenuto conto delle critiche democentriste, i Verdi hanno colto l'occasione delle dimissioni per chiedere all'UDC di riprendersi il dipartimento della Amherd di cui, tra l'altro, sono stati responsabili per decenni prima che la Vallesana venisse eletta nel 2018 in governo. Prima di Amherd, il DDPS era guidato dall'attuale «ministro» dell'economia e della ricerca, Guy Parmelin. Rösti, dal canto suo, è responsabile del DATEC da soli due anni.
Una girandola di nomi
Intanto, sui media sono cominciate le speculazioni sui possibili papabili alla successione di Viola Amherd. Si tratta soprattutto di candidati, ma anche qualche candidata, della Svizzera tedesca. È stato fatto anche il nome di una candidata romanda, anche se l'elezione di un ulteriore rappresentante della Svizzera latina in governo sembra alquanto improbabile, almeno finché Ignazio Cassis rimarrà al suo posto.
Il nome più gettonato fra i possibili candidati è quello di Gerhard Pfister (ZG), presidente uscente del Centro, che non manca certo di ambizioni. Accanto al Consigliere nazionale di Zugo, viene fatto anche il nome del Consigliere nazionale grigione Martin Candinas - già presidente del Consiglio nazionale -, e il Consigliere agli Stati sangallese Benedikt Würth, quest'ultimo considerato fra le figure più in vista e influenti del suo partito sotto il «cupolone».
I media hanno fatto anche il nome della friburghese, di lingua francese, Isabelle Chassot, membro del Consiglio degli Stati, e presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta su Credit Suisse. Tuttavia, quest'ultima ha già dichiarato alla RTS di «non essere interessata alla carica».
Fra i possibili successori sono stati citati anche il Consigliere nazionale grigione Stefan Engler, il «senatore» solettese Pirmin Bischof - altro «pezzo» grosso in parlamento - e il capogruppo alle Camere Philipp Matthias Bregy (VS). L'ex Consigliere nazionale vallesano, e attuale Consigliere di Stato, Christophe Darbellay non voluto commentare una domanda postagli dal «Blick» online su un suo possibile interesse alla carica.
Ma oltre agli uomini, ci sono anche diverse donne del Centro che potrebbero aspirare al Consiglio federale. Sono stati fatti i nomi della Consigliera agli Stati di Lucerna Andrea Gmür-Schönenberger, della Consigliera nazionale di Basilea Elisabeth Schneider-Schneiter e della Consigliera nazionale di Lucerna Priska Wismer-Felder: tutte queste persone non hanno escluso al momento una candidatura.