Il punto

Una vittoria per Volodymyr Zelensky, ma anche per la Svizzera

Quello sul Bürgenstock è stato uno dei vertici di pace sull'Ucraina più partecipati – E il sostegno a Kiev, ora, si è allargato a una parte del cosiddetto Sud globale
©URS FLUEELER
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
16.06.2024 15:30

Una vittoria per Volodymyr Zelensky. Ma anche per la Svizzera. Che ha organizzato uno tra i vertici di pace sull’Ucraina più partecipati. È questo, forse, il bilancio sulla conferenza sull’Ucraina organizzata tra ieri e oggi sul Bürgenstock. Perché alla fine sono stati 83 gli Stati e le organizzazioni che hanno siglato un’intesa. Che non sarà forse quella che si pensava all’inizio – un vasto e totale accordo per fare un primo passo verso la fine del conflitto – ma che comunque un obiettivo lo ha raggiunto: aggregare una larga parte del mondo, soprattutto occidentale, va detto, a favore dell’Ucraina e della sua integrità territoriale. Perché l’intesa trovata non è stato sottoscritta dai Paesi BRICS presenti, quindi Brasile, India e Sudafrica (Russia e Cina non c’erano alla conferenza). Intesa che è stata comunque siglata da una parte del cosiddetto Sud globale. Un primo passo, dunque. Verso una seconda conferenza di pace. Che non si sa ancora quando e dove si svolgerà. Ma che comunque sul Bürgenstock è stata sollecitata. E forse ci sarà. Così come ha riferito Zelensky, specificando che ci sarebbero dei Paesi interessati.

Solo nella seconda parte della mattinata ci si è accorti che l’intesa non sarebbe stata totale. Il motivo? Il riferimento all’integrità territoriale dell’Ucraina. Un argomento che è saltato fuori man mano nel corso del vertice. Perché non era previsto. Dato che si sarebbe dovuto parlare «solo» di sicurezza alimentare e nucleare, nonché di aspetti umanitari. Ma nell’accordo il riferimento c’è. Ed è scritto nero su bianco. «In particolare – si legge nella dichiarazioni - riaffermiamo il nostro impegno ad astenerci dalla minaccia o dall’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, i principi di sovranità, indipendenza e integrità territoriale di tutti gli Stati, compresa l’Ucraina».

Una vittoria per Zelensky, quindi. Che ha allargato anche al Sud del mondo, dall’Africa al Sudamerica, passando per l’Asia, il sostegno al suo Paese, invaso ormai da più di due anni dalla Russia di Vladimir Putin. Ma una vittoria anche per la Svizzera. Che ha organizzato il summit. E ha cercato di contribuire alla pace.

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