Via libera da Berna alla donazione di ovociti
Per poter esaudire il desiderio di avere un figlio è necessario talvolta ricorrere a un aiuto medico. Tuttavia, non tutto è consentito in Svizzera. Ma qualcosa sta cambiando. Il Consiglio federale ha infatti deciso di procedere a una revisione completa della legge sulla medicina della procreazione. L'obiettivo è «adeguarla alla realtà odierna». Che cosa significa? Anche le coppie che non possono avere figli per via della sterilità della donna avranno la possibilità di avvalersi di una donazione di ovociti, proprio come accade quando si ricorre alla donazione di sperma in caso di sterilità dell’uomo. Il Governo propone inoltre di consentire la donazione di ovociti e di sperma anche per le coppie non coniugate.
La richiesta del Parlamento (2021)
In Svizzera, la legge sulla medicina della procreazione stabilisce dal 2001 le condizioni secondo cui le coppie possono ricorrere a metodi di procreazione medicalmente assistita. Ad oggi rientrano in questi metodi l’inseminazione (che consiste nel trasferimento dello sperma nell’utero) e la fecondazione in vitro (che prevede la fecondazione degli ovociti al di fuori del corpo della donna e il loro successivo impianto nell’utero). Per entrambi i metodi è consentita la donazione di sperma. Il Parlamento intende ora consentire anche la donazione di ovociti.
Nel 2021, con la mozione «Esaudire il desiderio di avere figli, legalizzare la donazione di ovociti per le coppie coniugate», il Parlamento ha incaricato il Consiglio federale di creare le basi giuridiche per la donazione di ovociti e di determinarne le condizioni quadro.
Il Consiglio federale vuole attuare tale novità nell’ambito della revisione della legge sulla medicina della procreazione, e per questo ne ha stabilito gli elementi chiave. Al centro vi sono la tutela della donatrice e il benessere del nascituro. «Tale tutela non può essere garantita quando le coppie ricorrono alla donazione di ovuli all’estero», si legge nella nota di Berna.
Anche per le coppie non coniugate
Secondo il diritto vigente, l’accesso alla donazione di sperma è limitato alle coppie coniugate. Con l’introduzione del «Matrimonio per tutti», dal 1. luglio 2022 hanno accesso alla donazione di sperma anche le coppie di donne coniugate. A seguito della revisione, anche le coppie non coniugate potranno accedere alla donazione di sperma e di ovociti. Secondo il Consiglio federale, la vigente limitazione alle sole coppie coniugate non è più attuale e non rispecchia la realtà sociale. L’ultima revisione della legge è stata effettuata nel 2017 con l’autorizzazione della diagnosi preimpianto (l’esame genetico di embrioni prodotti in vitro).
Altre novità
Oltre all’autorizzazione della donazione di ovociti e all’apertura della donazione di sperma e di ovociti alle coppie non coniugate, la revisione della legge attuerà ulteriori modifiche, come l’abolizione o l’allentamento della regola secondo cui, nell’ambito di un ciclo di trattamento di fecondazione in vitro, possano essere prodotti al massimo 12 embrioni. Inoltre va anche verificato se lo sperma, gli ovociti e gli embrioni congelati potranno essere conservati più a lungo di quanto sia consentito attualmente (10 anni).
Rimangono vietate la donazione di embrioni e la maternità surrogata.
Il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale dell’interno di elaborare entro la fine del 2026 un progetto da porre in consultazione.
La conferenza stampa
Questa mattina, in conferenza stampa da Berna, sono presenti Elisabeth Baume-Schneider, consigliera federale a capo del Dipartimento federale dell’interno (DFI), e Anne Lévy, direttrice dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).
«Il Consiglio federale ha deciso di procedere a una revisione completa della legge sulla medicina della procreazione», ha dichiarato Baume-Schneider. In futuro tutte le coppie potranno contare sulla donazione di ovociti e sperma se desiderano avere figli. «Il 3% dei circa 80.000 bambini nati in Svizzera ogni anno nasce grazie alla fecondazione artificiale».
La seconda decisione del Governo: consentire la donazione di ovociti e di sperma anche per le coppie non coniugate. «I limiti attuali non sono, infatti, più adeguati alla situazione reale. La legge non è cambiata molto dalla sua introduzione, ma la società e i modelli familiari sì. E questo richiede un quadro giuridico adeguato».
Molte coppie, oggi, sono costrette ad andare all'estero per soddisfare il loro desiderio di avere figli. In caso di infertilità dell'uomo, è possibile ricevere una donazione di sperma in Svizzera. Lo stesso non vale se l'infertilità è della donna. «Il Consiglio federale vuole cambiare questa situazione», ha precisato la consigliera federale.
Le persone «single» continueranno a non poter accedere a una donazione di sperma o di ovociti. Si parla solo di «coppie», anche se non sposate.
Baume-Schneider ha parlato anche dell'importanza di proteggere le donatrici, creando un quadro giuridico che impedisca la raccolta di ovociti a pagamento. «Dobbiamo garantire che le donne non donino per necessità finanziarie». E che la persona sia accuratamente informata sul processo. Sono inoltre necessarie norme sull'importazione e sull'esportazione. Perché non è detto che in Svizzera saranno presenti sufficienti donatrici per «soddisfare la domanda».
«Ieri, il consigliere federale Beat Jans ha detto chiaramente che "non c’è un diritto ad avere un figlio". Oggi, il messaggio del Governo sembra diverso», ha fatto notare un giornalista presente in sala. «Non penso che il messaggio sia diverso», ha chiarito la responsabile del DFI. «Si tratta di prendere in considerazione i progressi che la medicina ha fatto. Stiamo rispondendo alla sofferenza delle coppie che non riescono ad avere figli senza l'aiuto della medicina. Non esiste un diritto ai figli. Andiamo a codificare e proteggere questi processi, proteggendo in modo etico le donatrici. Affinché non ci siano pressioni e motivi economici che impediscano questo processo».
La strada, comunque, è ancora lunga. Il Consiglio federale, come detto, ha incaricato il DFI di elaborare entro la fine del 2026 un progetto da porre in consultazione. «Ci saranno le prese di posizione (anche da parte dei partiti). Poi sarà preparato il messaggio da sottoporre al Parlamento», ha aggiunto Baume-Schneider. «Le Camere ne discuteranno e si esprimeranno. Ci vuole tempo per decidere su un argomento che tocca anche aspetti delicati a livello medico, giuridico ed etico». Insomma, passerà ancora del tempo prima che la modifica di legge entri in vigore.
Anne Lévy, direttrice dell’UFSP, fornisce alcuni dati. Sono circa 6.600 le coppie che ogni anno si sottopongono a trattamenti di PMA (Procreazione medicalmente assistita). 2.200 i bambini nati grazi a questi trattamenti, circa il 3% del totale delle nuove nascite. Nel 2019, almeno 500 coppie sono andate all'estero. «E il dato è sicuramente sottostimato». Ad ogni modo, le questioni aperte attualmente sono molte. Ad esempio, chi potrà donare gli ovociti? «È possibile che chi si è sottoposta da giovane al social freezing (criopreservazione degli ovociti, ndr.), ma non ha intenzione di utilizzarli, possa donarli ad altre coppie. Delicata è anche la questione relativa all'età entro la quale sarà consentito il trattamento». Tra gli altri aspetti evocati dalla «ministra» figurano anche la questione della gratuità del dono di ovociti e la possibilità per una persona nata da procreazione assistita di conoscere l'identità genetica della donatrice di ovociti.
La consigliera federale, interpellata, ha infine precisato che la revisione della legge sulla medicina della procreazione «non è un progetto per alzare la natalità, ma per rispondere ai bisogni delle coppie e alle loro difficoltà. Così come per rispondere a criteri di uguaglianza».