“Take away e food truck, una concorrenza sleale”
BELLINZONA - «Il nostro è un settore che soffre di una cattiva immagine nonché di poca stima. E questo a causa di una diversificata qualità e gestione dei locali. È un settore, quello della ristorazione, che sta attraversando un periodo di malessere, dovuto anche ad una concorrenza a tratti sleale».Non usa mezzi termini il presidente di GastroTicino Massimo Suter mentre, in occasione dell'assemblea dei delegati, traccia un bilancio dell'anno che l'associazione si lascia alle spalle e delle sfide che l'attendono nel 2016.
Battaglie queste caratterizzate in primis dalla concorrenza sempre più agguerrita da parte di quella che potremmo definire la «gastronomia alternativa», composta principalmente da take away e dai furgoncini itineranti che vendono pasti per le strade, all'anagrafe food truck. «I food truck sono un fenomeno ancora poco sviluppato in Ticino ma che ha già preso piede nei cantoni romandi» spiega Suter, puntualizzando come «non abbiamo nulla contro questa nuova tendenza alimentare, ma è essenziale che le condizioni quadro siano le stesse per tutti».
Insomma, detto in altre parole, se proprio dev'essere concorrenza allora che sia alla pari. «Quando si tratta di gareggiare non è possibile che i proprietari di take away e food truck partano con due ruote e due pedali mentre noi della ristorazione, tra leggi, controlli e tasse partiamo sì con due ruote, ma con un pedale solo. Questa è concorrenza sleale». Tra gli ostacoli indigesti che si presentano sul percorso di GastroTicino, non solo le nuove forme di ristorazione ma anche la moda dell'«Eat at home»: un fenomeno che vede i privati offrire pranzi e cene nelle proprie case, chiaramente a prezzi inferiori.
Confrontati con una realtà multiforme, l'associazione di categoria lancia così un aut aut al mondo della politica: o si trovano delle condizioni quadro valide per tutti, tassando allo stesso modo i diversi attori che operano sul campo, o si rischia di mettere in ginocchio l'intero settore della ristorazione. Ma cosa risponde la politica? Come sottolineato dal consigliere agli Stati Filippo Lombardi, «spesso tra i politici si sviluppa quella che potremmo definire l'estasi amministrativa, il piacere di regolare tutto e tutti, senza accorgersi delle ripercussioni che possono riversarsi sul settore». Pur riconoscendo le difficoltà con le quali è confrontata la ristorazione ticinese e plaudendone l'impegno, Lombardi ha invitato i presenti ad «esser più dinamici, a sviluppare delle sinergie interne e con i settori vicini quali il turismo e il commercio».