Tanatoprassi, come sono stati imbalsamati Benedetto XVI e Pelé

Il feretro di Joseph Ratzinger, morto alle 9.34 del 31 dicembre, è stato esposto ieri nella Basilica di San Pietro per l'omaggio dei fedeli. Vi resterà fino a domani. Poi, giovedì alle 9.30, papa Francesco presiederà sul Sagrato la Santa Messa esequiale. Per essere esposto pubblicamente durante il cerimoniale, il corpo del Papa Emerito è stato sottoposto a tanatoprassi (o imbalsamazione temporanea). Si tratta di un trattamento post-mortem che consente di conservare per alcune settimane l’immagine integra del defunto, bloccando il naturale processo di decomposizione dopo la morte.
Per saperne di più, ci affidiamo alla spiegazione fornita dall'Istituto nazionale italiano tanatoprassi, una tecnica introdotta nella vicina Penisola da Andrea Fantozzi. È un trattamento che «consiste nella cura igienica di conservazione del corpo dopo la morte, ma è soprattutto un trattamento che ha lo scopo di realizzare un processo altamente igienico nel settore funerario e cimiteriale». Con la tanatoprassi si può infatti evitare che la veloce trasformazione che subisce il corpo nelle ore successive alla morte sia visibile. Ciò è reso possibile «da un’iniezione nel sistema arterioso di un fluido conservante e da una serie di cure estetiche che consentono di conservare un'immagine integra della persona, ritardando (per alcune settimane) il processo di decomposizione». Un dettaglio: «con la tanatoprassi viene garantito il naturale ritorno in polvere del corpo in un tempo massimo di 10 anni, mentre per un corpo che non ha subito nessun trattamento ci vogliono circa 40 anni, in alcuni casi anche 80».
È giusto precisare - si legge ancora - che la tanatoprassi non è da confondere con l'imbalsamazione perpetua. Si tratta, come detto, di un metodo di conservazione temporanea. «Ciò fa sì che le salme trattate con tale tecnica possano essere conservate dai 10 ai 15 giorni prima della sepoltura, rimanendo intatte in qualsiasi tipo di ambiente».
La tanatoprassi (anche se non è questo il caso) presenta vantaggi anche nell'ambito della medicina legale: fermando la decomposizione della salma, si fissano i tessuti e le lesioni come in una preparazione istologica, consentendo così di eseguire le indagini più facilmente. Sarà possibile studiare meglio la traiettoria di un proiettile e avere un apporto ai metodi di identificazione medico-legale. Pure in caso di riesumazione, si avranno risultati migliori su un corpo trattato, rispetto a uno in decomposizione.
Anche Pelé
Anche Papa Giovanni Paolo II fu sottoposto a tanatoprassi. Furono gli esperti dell’Istituto nazionale italiano tanatoprassi, insieme a quelli del servizio di medicina legale del Policlinico di Tor Vergata a preparare la salma per la conservazione. E il trattamento post-mortem è stato impiegato anche per Pelé, morto il 29 dicembre e i cui funerali si terranno oggi. La veglia funebre si è tenuta allo stadio Urbano Caldeira nel quartiere di Vila Belmiro a Santos, dove il feretro è stata esposto al pubblico. Moltissimi i tifosi e i campioni che hanno voluto dargli un ultimo saluto. Se inizialmente era previsto che la bara sarebbe rimasta chiusa, così non è stato. E ciò è stato possibile grazie al metodo di conservazione temporanea di cui stiamo parlando.
La sepoltura sarà una cerimonia privata con i soli familiari presenti. È previsto che oggi il corteo funebre passi davanti alla casa di Celeste, la madre centenaria del campione ancora viva, per poi terminare nel cimitero più alto al mondo, il Memorial Necrópole Ecumênica, di Santos. È stato lo stesso Pelé a sceglierlo per la sua sepoltura 19 anni fa «perché non assomiglia a un cimitero e si affaccia sullo stadio».