News
La diretta

«Tank e truppe israeliane stanno circondando la parte orientale di Rafah»

Lo riporta Reuters, citando testimonianze di «esplosioni e sparatorie quasi costanti nell'est e nel nord-est della città» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
LIVE
«Tank e truppe israeliane stanno circondando la parte orientale di Rafah»
Red. Online
10.05.2024 06:00
20:41
20:41
La Svizzera si è astenuta

La Svizzera si è astenuta dal voto all'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla concessione di nuovi diritti ai palestinesi in seno all'Onu. Una posizione in linea con l'astensione della Svizzera al Consiglio di sicurezza in aprile sulla piena adesione della Palestina, sottolinea il DFAE.

Il voto di oggi si è basato sull'opinione che la risoluzione presentata dagli Emirati Arabi Uniti "contiene troppi elementi che anticipano l'esito di un eventuale riesame da parte del Consiglio di sicurezza dell'Onu della piena adesione della Palestina", spiega il Dipartimento degli Affari Esteri (DFAE) sul suo sito web dedicato al conflitto mediorientale.

In altre parole, il testo adottato da un'ampia maggioranza di Stati membri dell'Onu - con 143 voti a favore, 9 contrari e 25 astensioni - è destinato a bruciare le tappe. Il DFAE ricorda che, secondo la Carta dell'Onu, affinché uno Stato diventi membro a pieno titolo, una raccomandazione del Consiglio di sicurezza è una condizione necessaria prima che l'Assemblea generale possa prendere una decisione.

Il 18 aprile, gli Stati Uniti hanno posto il veto alla richiesta di adesione della Palestina al Consiglio di Sicurezza. La Svizzera e il Regno Unito si sono astenuti, mentre gli altri 12 membri hanno votato a favore.

Nel giustificare l'astensione del 18 aprile, la Svizzera ha sostenuto che "dal punto di vista della politica di pace", l'adesione della Palestina "non favorisce l'alleggerimento della situazione sul terreno, data la grande instabilità e insicurezza che regna nella regione".

Allo stesso modo, per quanto riguarda il voto di oggi, pur non essendo "contraria", la Svizzera afferma di ritenere "preferibile prevedere modifiche allo status della Palestina all'Onu in un momento in cui questa richiesta sarà parte di un processo di pace logico e duraturo".

20:20
20:20
Il Sudafrica chiede all'Aia «nuove misure d'emergenza contro Israele»

Il Sudafrica ha chiesto al tribunale di giustizia dell'Aia «nuove misure d'emergenza contro Israele» dopo la decisione di entrare a Rafah. È la terza volta che Pretoria chiede misure aggiuntive alla più alta corte delle Nazioni Unite, dopo l'udienza di fine dicembre, accusando Israele di perpetrare «un genocidio» a Gaza, accusa negata con veemenza dallo Stato ebraico.

17:39
17:39
«La Palestina qualificata per diventare membro ONU»

L'Assemblea Generale dell'Onu ha approvato una risoluzione che riconosce la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, e raccomanda al Consiglio di Sicurezza di «riconsiderare favorevolmente la questione». Il via libera del Cds (dove gli Usa il mese scorso hanno posto il veto) è condizione necessaria per un'eventuale approvazione piena. Il testo ha ottenuto 143 voti a favore, 9 contrari e 25 astensioni.

Fra gli astenuti la Svizzera, ma anche Italia, Germania e Gran Bretagna. Oltre secondo logica a Usa e Israele, nei contrari ci sono tra gli altri l'Ungheria, la Repubblica Ceca e l'Argentina.

Il ministro degli esteri Israel Katz ha bollato il voto come una «decisione assurda». «Il messaggio che l'Onu manda alla nostra regione in sofferenza - ha denunciato Katz - è che la violenza paga».

«La decisione di aggiornare lo status dei palestinesi all'Onu - ha continuato - è un premio ai terroristi di Hamas. Israele è riconoscente a tutti quei Paesi che non hanno votato a favore o cooperato con questa mossa contorta, scegliendo di stare dalla parte giusta della storia e della moralità».

17:09
17:09
«Quattro soldati israeliani uccisi in combattimento a Gaza»

Quattro soldati israeliani sono stati uccisi in combattimento a Gaza. Lo ha fatto sapere l'esercito.

I soldati - tutti di 19 anni della Brigata Nahal - son stati colpiti da un'esplosione a Zeitun, quartiere di Gaza City, nel centro della Striscia, dove da questa mattina sono in corso duri scontri con i miliziani di Hamas. Da una prima indagine dell'Idf l'esplosione potrebbe essere avvenuta in una viale del quartiere.

L'esercito - hanno ricordato i media - stava operando in una scuola dove nelle aule sono state trovate varie armi. Nella deflagrazione sono stati feriti altri soldati. La morte dei 4 soldati porta il bilancio complessivo dei caduti, dall'avvio della operazione di terra a Gaza, a 271.

16:02
16:02
Israele intende «approfondire l'operazione a Rafah»

Il gabinetto di guerra israeliano ha deciso ieri sera «all'unanimità» di «approfondire l'operazione a Rafah». Lo riferiscono i media israeliani. La decisione è stata presa nonostante il presidente Usa Joe Biden abbia annunciato lo stop di alcune forniture di armi a Israele se l'esercito avesse invaso Rafah.

15:48
15:48
Proteste pro-Gaza, polizia anche alla University of Pennsylvania

La polizia ha fatto irruzione all'alba anche alla University of Pennsylvania per sgomberare una tendopoli di manifestanti pro-palestinesi.

L'ingresso delle forze dell'ordine ha fatto seguito ad affermazioni del governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, un democratico, secondo cui "era passato" il momento per sgombrare il 'green' del campus di Filadelfia dai manifestanti.

Come nelle stesse ore al Massachusetts Institute of Technology, anche a UPenn sono stati fatti arresti dopo che la polizia del campus aveva intimato agli studenti a sgomberare.

15:47
15:47
USA contrari alla risoluzione dell'Assemblea Generale in discussione oggi

«L'Autorità Palestinese attualmente non soddisfa i criteri per l'adesione previsti dalla Carta delle Nazioni Unite». Lo ha detto il portavoce della missione Usa all'Onu, Nate Evans, ricordando che «il presidente Biden è stato chiaro sul fatto che una pace sostenibile nella regione può essere raggiunta solo attraverso una soluzione a due Stati», ma «resta l'opinione degli Usa che le misure unilaterali all'Onu e sul campo non porteranno avanti questo obiettivo. La risoluzione dell'Assemblea Generale in discussione oggi non fa eccezione e quindi gli Stati Uniti voteranno no».

«Se l'Assemblea Generale dovesse adottare questo testo e rinviare la richiesta di adesione palestinese al Consiglio di Sicurezza, ci aspettiamo un risultato simile a quello avvenuto in aprile - ha aggiunto -. Inoltre, la bozza non altera lo status dei palestinesi come 'osservatore non membro'».

Per gli Usa, peraltro, la cosa forse più importante è che «l'adozione di questa risoluzione non porterà un cambiamento tangibile per i palestinesi. Non metterà fine ai combattimenti a Gaza né fornirà cibo, medicine e riparo ai civili. È qui che si concentrano gli sforzi degli Stati Uniti, ottenere un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, continuando a fornire aiuti ai civili di Gaza».

14:57
14:57
CNN: «Abusi e violenze in un centro di detenzione in Israele»

Un centro di detenzione nel deserto israeliano del Negev dove i detenuti palestinesi sono costantemente bendati, legati, picchiati, costretti al silenzio, perquisiti di notte sotto la minaccia dei cani. Lo denuncia la CNN riportando la testimonianza di tre 'talpe' israeliane che vi lavorano. Una ha scattato anche due foto.

Il posto si chiama Sde Teiman ed è una base militare ad una trentina di km dal confine con Gaza. Una parte è stata però ora trasformata in centro di detenzione dove circa 70 palestinesi provenienti dalla Striscia sarebbero sottoposti a condizioni estreme di prigionia, tra abusi e violenze.

C'è anche un ospedale da campo dove i detenuti feriti sono sempre bendati e nudi, legati ai loro letti, costretti ad indossare pannoloni e alimentati con cannucce. «Li hanno spogliati di tutto ciò che somiglia a esseri umani», ha detto uno degli informatori che ha lavorato lì brevemente come medico. «I pestaggi non sono fatti per raccogliere informazioni ma per mera vendetta», ha denunciato un altro. «Punizioni per il 7 ottobre e per qualunque mancanza sul campo», ha aggiunto.

L'Idf ha negato ogni irregolarità alla CNN, pur vietandole l'accesso: «Garantiamo una condotta adeguata nei confronti dei detenuti in nostra custodia. Qualsiasi accusa di cattiva condotta viene esaminata e trattata di conseguenza. Nei casi appropriati, le indagini della Divisione investigativa criminale della polizia militare vengono aperte se il sospetto di cattiva condotta è tale da giustificare un'azione. I detenuti sono ammanettati in base al loro livello di pericolosità e al loro stato di salute. Non siamo a conoscenza di ammanettamenti illegali».

Denunce di abusi a Sde Teiman sono già emerse nei media israeliani e arabi dopo la protesta dei gruppi per i diritti israeliani e palestinesi. Ma questa rara testimonianza di tre israeliani che lavorano nella struttura getta ulteriore luce sulla condotta di Israele mentre conduce la guerra a Gaza, con nuove accuse di maltrattamenti. Inoltre, getta ulteriori dubbi sulle ripetute affermazioni del governo israeliano secondo cui esso agisce in conformità con le pratiche e le leggi internazionali accettate.

14:45
14:45
ONU: «L'invasione di Rafah sarebbe una catastrofe colossale»

L'attacco di terra israeliano a Rafah porterebbe a una «colossale catastrofe umanitaria»: l'allarme è stato lanciato dal segretario generale dell'Onu Antonio Guterres.

«Siamo attivamente impegnati con tutti i soggetti coinvolti perché riprenda l'ingresso di forniture salvavita, compreso il carburante disperatamente necessario, attraverso i valichi di Rafah e Kerem Shalom», ha detto Guterres durante una visita a Nairobi, aggiungendo che la carestia è incombente.

14:33
14:33
Proteste pro-Gaza negli Stati Uniti: arresti al MIT

La polizia ha sgomberato un accampamento di studenti pro-Gaza sul campus del Massachusetts Institute of Technology mentre nella vicina Harvard i negoziati tra manifestanti che occupano il campus e l'amministrazione dell'ateneo sono arrivati a un punto morto.

Gli studenti di Harvard hanno respinto una proposta del presidente ad interim Alan M. Garber per porre fine all'occupazione ormai in corso da due settimane, ha annunciato su Instagram poco dopo la mezzanotte un leader del movimento. Gerber, sotto pressione da parte di molti professori, aveva cominciato a trattare mercoledì sera e la sua prima offerta agli studenti era che lasciassero volontariamente l'accampamento nello Harvard Yard per evitare misure disciplinari come la sospensione che potrebbero ora scattare in qualsiasi momento.

Al MIT la polizia è entrata nel campus verso le quattro di stamattina e ha fatto una decina di arresti dopo aver dato ai manifestanti 15 minuti di preavviso. Ieri altri studenti del MIT erano stati arrestati per aver bloccato l'accesso a un garage.

Lo scorso dicembre la presidente del MIT, Sally Kornbluth, aveva testimoniato in Congresso con le colleghe di Harvard, Claudine Gay, e di UPenn, Elizabeth Magill, nel corso delle audizioni convocate alla Camera sull'antisemitismo nei campus. A differenza di Gay e di Magill, costrette a dimettersi in seguito alle polemiche causate dalle loro affermazioni, Kornbluth aveva salvato il posto.

Intanto, sulla West Coast, la presidente della University of Southern California, Carol Folt, è stata censurata dal consiglio dell'ateneo per come ha gestito le proteste nel campus. L'Usc ha cancellato la cerimonia di laurea dopo l'arresto di quasi cento persone che manifestavano nel campus per la causa di Gaza.

12:56
12:56
«Tank e truppe di Israele stanno circondando la parte orientale di Rafah»

I tank e le truppe dell'Idf hanno preso il controllo della strada principale che separa la parte orientale da quella occidentale di Rafah, e di fatto hanno circondato l'intero lato orientale della città, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riporta il sito della Reuters citando testimonianze di «esplosioni e sparatorie quasi costanti nell'est e nel nord-est della città».

11:09
11:09
Blinken a Shoukry: «USA contrari allo sfollamento forzato da Gaza»

Il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, ha ricevuto ieri sera una telefonata dal segretario di Stato americano Antony Blinken, che ha invitato a proseguire negli sforzi per raggiungere un accordo per il cessate il fuoco a Gaza e lo scambio tra ostaggi e prigionieri e garantire gli aiuti alla popolazione. Secondo quanto riferito dai portavoce egiziano e statunitense, Blinken ha anche espresso la contrarietà degli Stati Uniti ad ogni spostamento forzato dei palestinesi fuori dalla loro terra.

«I due ministri - afferma il ministero egiziano in una nota - hanno convenuto sull'importanza di incoraggiare le parti a dimostrare flessibilità e a compiere gli sforzi necessari per raggiungere un accordo di tregua che ponga fine alla tragedia umanitaria e consenta un accesso pieno e sostenibile agli aiuti umanitari per rispondere ai bisogni urgenti degli abitanti della la Striscia di Gaza».

Shoukry ha ribadito al suo omologo americano i rischi delle operazioni militari israeliane nella zona palestinese di Rafah e le catastrofiche ripercussioni umanitarie che avranno su oltre 1,4 milioni di palestinesi, nonché le potenziali nefaste conseguenze sul resto della regione.

I due ministri hanno concordato di proseguire le consultazioni e il coordinamento per continuare a spingere le parti a raggiungere una tregua globale a Gaza e a porre fine alla crisi umanitaria nella Striscia di Gaza.

«Il segretario Blinken - aggiunge una nota del dipartimento Usa - ha riaffermato la chiara posizione del presidente Biden secondo cui gli Stati Uniti non sostengono un'importante operazione militare a Rafah e il rifiuto da parte degli Stati Uniti di qualsiasi spostamento forzato di palestinesi da Gaza. Il Segretario ha inoltre espresso il sostegno degli Stati Uniti alla riapertura del valico di Rafah e al flusso continuo di assistenza umanitaria urgentemente necessaria».

09:34
09:34
CNN: «Hamas voleva 12 settimane di tregua invece di 6»

La durata del cessate il fuoco iniziale è stato il maggiore punto critico che di fatto ha congelato gli ultimi negoziati tra Hamas e Israele. Lo ha riferito la CNN che cita tre fonti secondo cui Hamas ha chiesto che Israele concordasse su un cessate il fuoco con un periodo temporale di 12 settimane al posto delle 6 previste nelle precedenti trattative con i mediatori egiziani e del Qatar. Una richiesta a cui Israele si è detto «fermamente contrario» poiché crede che «non sarebbe stato diverso dall'accettare una fine effettiva della guerra».

09:05
09:05
«L'utilizzo di armi USA da parte di Israele è in linea con la legge internazionale»

Il segretario di stato USA Antony Blinken presenterà a breve un Rapporto al Congresso nel quale, pur criticando Iraele, riconoscerà tuttavia che l'amministrazione Biden ha accettato le assicurazioni israeliane che l'uso dell'Idf delle armi americane è in linea con la legge internazionale. Lo ha riferito, ripreso dai media israeliani, il sito Axios che cita 3 fonti ufficiali USA.

Il Rapporto - secondo la stessa fonte - riesamina l'uso delle armi da parte di Israele e altri sei Paesi in differenti conflitti armati, doveva essere reso pubblico due giorni fa ma il Dipartimento di Stato ha chiesto una dilazione. Lo stesso sito ha sottolineato che sia l'inviato di Biden per gli affari umanitari a Gaza David Satterfield sia l'ambasciatore USA in Israele Jack Lew hanno inviato al presidente USA una memoria nella quella confermano che Israele non sta violando la legge internazionale nella sua guerra contro Hamas, scoppiata con l'attacco della fazione islamica lo scorso 7 ottobre.

08:04
08:04
«L'Idf ha armi sufficienti per le missioni programmate, incluse quelle a Rafah»

«L'Idf ha armi sufficienti per le missioni programmate, incluse quelle a Rafah». Lo ha detto il portavoce dell'esercito israeliano Daniel Hagari riferendosi alla decisione Usa di fermare una parte delle forniture di armi in contrasto all'operazione a Rafah. «Abbiamo - ha spiegato - quello che ci serve».

07:24
07:24
Netanyahu su Biden: «Spero che supereremo le divergenze»

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che spera che lui e il presidente americano Joe Biden possano superare le loro divergenze sulla guerra nella Striscia di Gaza, Gaza dopo che Biden ha posto condizioni alla consegna di armi allo Stato ebraico.

«Spesso siamo stati d'accordo, ma abbiamo avuto anche i nostri disaccordi. Siamo stati in grado di superarli e spero che riusciremo a superarli ora. Ma faremo quello che dobbiamo per proteggere il nostro Paese», ha spiegato ieri sera Netanyahu in un'intervista al talk show americano 'Dr. Phil'.

Parlando a Gerusalemme con il conduttore televisivo americano Phil McGraw, il premier israeliano ha sostenuto che lo Stato ebraico «non ha altra scelta» se non quella di distruggere i restanti battaglioni di Hamas a Rafah.

«Se non li distruggiamo, se li lasciamo in pace, torneranno. Emergeranno dai tunnel, riprenderanno il controllo di Gaza e faranno ciò che hanno promesso di fare: rifaranno il 7 ottobre - questo enorme massacro - ancora, ancora e ancora», ha detto Netanyahu.

06:00
06:00
Il punto alle 6.00

Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas dipende solo dalla volontà di Israele. Questo, in sintesi, il messaggio presentato da Hamas in una lettera inviata ad altre fazioni palestinesi nella quale spiega di aver accettato la proposta di tregua avanzata dai mediatori internazionali e che ora spetta allo Stato ebraico decidere cosa vuole fare.

Dal canto suo, l’Egitto chiede ad Hamas e Israele di mostrare «flessibilità» per raggiungere «il più rapidamente possibile» una tregua nei combattimenti a Gaza associata al rilascio degli ostaggi. Lo rende noto un comunicato stampa del ministero degli Affari Esteri.

Sul fronte militare, infine, le Forze di difesa israeliane hanno detto che nella notte hanno colpito con aerei da combattimento edifici e altre infrastrutture appartenenti a Hezbollah nel sud del Libano. Particolarmente interessate dalla manovra militare le città di Kafr Kila, Alma ash-Shab e Yaroun.

L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma inoltre che quattro persone sono rimaste uccise stanotte in un bombardamento israeliano che ha colpito un edificio residenziale nel campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza. Morti e feriti a causa dei raid di Israele vengono segnalati in queste ore anche nella città di Gaza e a Nuseirat, nel centro dell'enclave palestinese.

Intanto più di 100.000 persone sono fuggite da Rafah dopo che Israele ha intensificato i suoi bombardamenti. A comunicarlo sono funzionari delle Nazioni Unite che parlano del più grande movimento di popolazione a Gaza da molti mesi a questa parte.