Tasse alle imprese: verso la riforma

L'Ue preme per abolire alcuni privilegi. Entro il 2014 un rapporto al CF
Red. Online
30.10.2013 16:23

BERNA - Eveline Widmer-Schlumpf potrà dedicarsi concretamente alla terza riforma dell'imposizione delle imprese, che sotto la pressione dell'UE mira ad abolire il trattamento fiscale privilegiato di cui godono le grandi società estere rispetto a quelle svizzere. Un rapporto finale sarà infatti consegnato al Consiglio federale entro la fine dell'anno. Tra le questioni in sospeso v'è la compensazione delle perdite fiscali per i cantoni.

La riforma è stata lanciata sotto la pressione di Bruxelles, che non vuole più che i cantoni tassino in modo diverso i redditi delle società elvetiche da quelli delle imprese europee. Un primo rapporto intermedio, che delinea le piste da seguire, è stato presentato in maggio.

Il governo ha preso atto oggi delle reazioni dei cantoni e delle associazioni interessate. Sulla base di questi risultati elaborerà un rapporto finale. Soltanto in seguito misure concrete potranno essere poste in consultazione e presentate al Parlamento, indica una nota odierna del Dipartimento federale delle finanze (DFF).

Due tipi di misure

Taluni cantoni - quali Zurigo, Basilea Città, Vaud e Ginevra - che dipendono fortemente da trattamenti fiscali privilegiati dovranno abbandonarli. Per evitare che si ritrovino senza soldi, vengono proposte due serie di provvedimenti: nuove regolamentazioni speciali e un calo dell'imposizione cantonale delle imprese.

I nuovi strumenti dovranno infatti essere accettati a livello internazionale, ovvero essere applicati in almeno uno Stato membro dell'UE. I cantoni potranno inoltre ridurre le proprie aliquote dell'imposta sull'utile delle imprese svizzere, quando lo ritengono necessario (attualmente i tassi oscillano tra il 12% e il 24%).

La terza riforma dell'imposizione delle imprese potrebbe fare molto male alle finanze cantonali: si prevedono perdite fiscali tra 1 e 3 miliardi di franchi. La Confederazione dovrà peraltro compensare nel suo budget la somma che le reclamano i cantoni.

Opinioni divergenti

Sulle misure compensatorie le opinioni però divergono: durante la consultazione non è infatti stato possibile riunire una maggioranza, né presso in cantoni né presso gli ambienti economici, rileva il governo. Rimane per esempio aperta la questione di sapere se si sosterranno tutti i cantoni o soltanto quelli direttamente interessati.

Per quanto riguarda gli effetti della riforma, 18 cantoni - tra cui il Ticino (il Grigioni non ha trasmesso il suo parere) - e due associazioni (quella dei banchieri ed economiesuisse) condividono l'intenzione di attenersi al principio della perequazione finanziaria, che dovrebbe consentire una concorrenza fiscale leale tra i cantoni, e considerano necessario nella riforma un adeguamento della perequazione delle risorse.

Il Ticino e tre associazioni (Travail.Suisse, USS e Federazione delle imprese romande), sono inoltre dell'opinione che per una migliore accettazione internazionale delle nuove misure "sarebbe auspicabile un'armonizzazione verticale delle stesse".

Infine, per quel che concerne l'introduzione di nuove norme speciali, i cantoni di Zugo e Ticino propongono di esaminare - oltre alle cosiddette "licence box", che consentono un'imposizione più bassa dei redditi sui brevetti - altre misure simili, ad esempio per le attività di "trading". Ciò dovrebbe garantire una migliore competitività della piazza finanziaria svizzera sul piano internazionale.