Telecamere e multe, c'è rabbia a Londra

Vengono oscurate a colpi di spray, messe fuori uso tagliandone i fili, rimosse del tutto e mostrate come trofei sui social, talvolta abbattute prendendo di mira il tubo metallico che le sorregge. Sono i segni della rivolta silenziosa e solitamente notturna che avviene nelle strade di Londra, soprattutto a est, nella periferia delle villette a schiera che il sindaco laburista Sadiq Khan con un provvedimento «green» molto controverso e criticato perfino dentro il suo partito ha inglobato all’interno della zona a emissioni ridotte (Ulez) allargata: una gigantesca zona a traffico limitato diventata off-limits per i tanti residenti con veicoli giudicati inquinanti e costretti quindi per circolare a pagare una super tassa.
«Dice di volerci allungare la vita in questo modo, riducendo l’inquinamento nell’aria, ma invece ce la rende impossibile, contando che già c’è la crisi del caro vita e quella dei mutui». È Phill a parlare, cinquantenne pronto per iniziare una giornata di consegne sulla strada a bordo del suo «vecchio» Ford diesel, almeno stando alle nuove normative. Parla della Ulez come una nuova imposizione piombata dall’alto, su di lui e tanti altri lavoratori appartenenti al popolo dei «white van», dei furgoni bianchi: addetti alle consegne, artigiani, idraulici, elettricisti, sempre in movimento, incuranti della zona di Londra da dover percorrere. Gente che dopo una vita di sacrifici ha finalmente potuto farsi una casa, con però sopra la testa la spada di Damocle del mutuo a tasso variabile, impennatosi dopo i rialzi a ripetizione della Bank of England per contenere l’inflazione, altra «piaga» della working class ma non solo. «Ci mancava solo l’allargamento della Ulez – spiega a pochi metri da una telecamera di controllo abbattuta con un taglio netto e dal suo veicolo parcheggiato – altri soldi che semplicemente non abbiamo perchè io e mia moglie a fatica arriviamo a fine mese e anche se Khan offre qualche migliaia di pound per comprarmene uno nuovo comunque il costo è per me troppo alto». Il sindaco ha promesso incentivi di rottamazione da duemila sterline per le auto, mentre per i van l’ha alzato da 5mila a 7mila, ma viene chiesto uno sforzo a chi in una situazione economica problematica nel Regno Unito non può semplicemente permetterselo.
Del resto la scure della Ulez ha requisiti molto stringenti: non pagano il pedaggio per entrare nella Greater London, l’area metropolitana, i veicoli da euro 4 a benzina (immatricolati dopo il 1. gennaio 2006) in poi e gli euro 6 diesel (successivi al 1. gennaio 2016). Chi non è in regola, come Phill e tanti altri, deve sborsare una tassa quotidiana pari a 12,5 sterline se non vuole incorrere in multe salatissime. Da qui è nata la protesta contro il primo cittadino passata attraverso diverse manifestazioni, inclusa quella recente davanti a Downing Street promossa dagli attivisti anti-Ulez, con cartelli del tipo «Khan vattene via!». Nel mirino non c’era il primo ministro conservatore Rishi Sunak, che ha fortemente criticato la decisione del sindaco, anche se gli arrabbiati delle zone periferiche criticano tutte le forze politiche.
Fra i manifestanti c’era John Davis, pensionato, che non ha dubbi: «Tutto questo non serve che ad appianare le finanze pubbliche nel settore dei trasporti. Non possono gestirle, quindi dobbiamo pagare noi». Ci sono storie di persone la cui vita è letteralmente cambiata dopo l’imposizione del nuovo «confine», rappresentato dalle telecamere pronte a scrutare coi loro occhi i movimenti di milioni di persone a bordo di un veicolo.
Tante soprattutto le testimonianze che si possono raccogliere tra i cittadini già con ridotte disponibilità economiche e ulteriormente tartassati dal provvedimento del sindaco laburista. C’è chi è costretto a fare enormi sacrifici, come Phill che nonostante tutto continuerà a pagare la supertassa, o l’infermiera Lorraine Marling, residente nel quartiere di Romford, sempre nell’est di Londra. «Quando faccio il turno di notte al Southend Hospital nell’Essex devo pagare alla sera e poi alla mattina: questo mi costa 390 sterline al mese per andare al lavoro. È un quarto del mio stipendio» ha raccontato sconsolata.
Poi c’è chi ha dovuto di fatto cambiare le proprie abitudini. Come Steve e Jan Mayne, due 70.enni di Uxbridge, una delle nuove aree finite sotto la Ulez, che da ora in poi dovranno vedere meno i loro figli. «Vivono a High Wycombe ed entrambi hanno auto non conformi. L’Ulez ha reso molto scomodo per loro venire a trovarci poiché dovranno pagare 12,50 sterline ogni volta» ha sottolineato con rammarico la signora Mayne, sicura che ora gli incontri coi figli saranno sempre di meno. Ma esiste anche un’altra forma di azione, estrema e illegale, condotta inizialmente dai cittadini arrabbiati, ma da qualche tempo diventata molto più organizzata: c’è infatti un gruppo di vigilantes anti-Ulez, così li definisce la stampa del Regno Unito riferendosi ai «Blade Runner», molto attivi stando ai video e alle immagini diffuse sui social media. Sono incappucciati e agiscono di notte in vari modi: in un video si vede uno di loro che semplicemente recide i fili di una telecamera rendendola inutilizzabile. In altri filmati mostrano diverse apparecchiature rimosse. Su internet c’è chi li esalta, definendoli come giustizieri, chi pubblica una foto di una telecamera distrutta e si chiede se sia opera loro, altri che li condannano come semplici vandali. Sta di fatto che la distruzione dei «guardiani» della zona a traffico limitato è diventata un problema per Khan e per la polizia di Londra.
Almeno 510 telecamere sono state messe fuori uso tra il primo aprile e la fine di agosto. Scotland Yard sta tentando di arginare il fenomeno, addirittura con telecamere montate su furgoni quindi mobili, ma non sembra aver ottenuto finora grandi risultati, anche perchè sono stati compiuti solo due arresti: una persona è stata incriminata e rilasciata su cauzione, l’altro caso si è risolto in un’archiviazione.
All’imposizione della tassa si aggiunge un altro fattore tale da suscitare l’odio per la nuova super-zona a traffico limitato: la sensazione del costante controllo da parte delle autorità, in un Paese già pieno di telecamere a circuito chiuso nelle vie. Il timore di un Grande Fratello ormai diffuso nella quotidianità viene percepito da molti, considerando fra l’altro che come rivelato di recente dal Financial Times il Governo vuole cercare di ampliare l’uso del riconoscimento facciale basato sull’intelligenza artificiale da parte della polizia. Se poi si torna all’origine della controversa Ulez allargata dal sindaco di Londra, invocando la difesa dell’ambiente e della salute, questa motivazione vacilla secondo una attenta analisi di fact-checking condotta da Channel 4. È stato calcolato che l’ampliamento aggiungerebbe solo 13 minuti all’aspettativa di vita media di un londinese nel 2023. Mentre Khan, piuttosto, deve sempre più guardarsi dall’impopolarità di questa sua decisione: potrebbe costargli molto caro nelle elezioni per il primo cittadino in programma nel maggio 2024.