Telecamere nascoste in bagno per spiare le figlie

«Dopo quello che è successo non desideravo più vivere. Forse è stata la fede a dirmi di continuare a farlo per pagare per le mie colpe». E di colpe ne ha ammesse tante, il 73.enne italiano comparso alla sbarra questa mattina per rispondere di pesanti accuse in ambito sessuale nei confronti di alcuni suoi figli e nipoti.
«Ho tradito la mia
famiglia»
Stando all’atto di
accusa firmato dal procuratore pubblico Moreno Capella, l’uomo residente nel
Sopraceneri ha piazzato delle telecamere nascoste in bagno di casa sua per poter osservare
in particolare una figlia, ma riprendendo di fatto anche gli altri componenti
della sua famiglia. Durante la notte poi si introduceva nelle stanze delle
figlie più giovani riprendendole e toccandole mentre queste dormivano. A questo
si aggiungono anche gli atti sessuali che ha compiuto con una nipote mentre
questa le era stata affidata per prendersene cura. Innumerevoli poi i filmati
pornografici con minorenni scaricati e condivisi con altri utenti.
Il presidente della Corte delle assise criminali di Riviera riunita a Lugano Mauro Ermani (giudice a latere Monica Sartori-Lombardi e Emilie Mordasini) ha cercato di capire questa mattina il grado di pentimento dell’imputato ma soprattutto i progressi fatti con la psicologa incontrata in carcere dove l’uomo si trova dall’estate del 2021. «Ho tradito la mia famiglia e sono stato un padre autoritario, oggi sono pentito e definisco il mio agire obbrobrioso. Ma devo ancora capire perché ho agito in questo modo. In cella però ho almeno ritrovato la fede», ha detto l’imputato difeso dall’avvocata Fabiola Malnati.
Il processo riprenderà questo pomeriggio.