Theresa May nuova premier del Regno Unito

Mercoledì la nuova leader del partito Tory assumerà l'incarico subito dopo le dimissioni formali di David Cameron - È già capo dei conservatori
Theresa May dovrà traghettare il partito e il Paese nella nuova era post-Brexit.
Ats
11.07.2016 13:24

LONDRA - Ora è ufficiale. Theresa May, mercoledì, subito dopo le dimissioni annunciate di David Cameron, assumerà la carica di nuovo premier del Regno Unito. La notizia è stata diffusa dalla stampa britannica. Intanto, oggi stesso May, sessant'anni in ottobre, è già stata nominata capo del Partito conservatore.  

La proclamazione di nuovo leader dei Tory è avvenuta nel pomeriggio da parte di Graham Brady, presidente del comitato elettorale, il cosiddetto comitato 1922, dopo la rinuncia al ballottaggio dell'unica rivale rimasta, Andrea Leadsom, e dopo il via libera della direzione del partito. Quest'oggi, Andrea Leadsom - l'unica candidata che era rimasta in corsa a fianco di May - aveva infatti formalizzato la sua rinuncia alla candidatura per guidare il partito e per il posto a Downing Street, spianando così, di fatto, la strada alla stessa May.  Leadsom aveva detto di ritenere di non avere "sufficiente sostegno" in Parlamento e aveva offerto appoggio alla May, ricordandone l'impegno ad attuare la Brexit.

Si aspetta solo la direzione del partito - "May resta la candidata unica"

Il presidente del comitato 1922, che gestisce l'elezione interna del leader Tory, aveva confermato oggi che Theresa May sarebbe rimasta l'unica candidata alla guida del partito - e quindi anche del governo britannico - dopo il ritiro di Andrea Leadsom.

May ha incassato pure il sostegno di Gove e di Boris Johnson

In giornata era arrivato anche il sostegno di Boris Johnson e di Michael Gove, i due capofila della campagna referendaria pro-Brexit nel Partito Conservatore, a Theresa May. Jonhson ha detto che May sarà "un eccellente primo ministro", mentre Gove ha chiesto di accelerare i tempi del passaggio di consegne fra David Cameron e lei a Downing Street. Pieno appoggio anche dalla stessa Leadsom, che nel suo discorso di rinuncia ha detto: "Theresa May, con il 60% di sostegni nel gruppo parlamentare, è nella condizione ideale per attuare la Brexit alle migliori condizioni possibili per il popolo britannico, come ha promesso di fare".

Chi è Theresa May

Qualcuno l'ha già ribattezzata la Angela Merkel britannica ma Theresa May non ama essere paragonata a nessuno. In comune con la cancelliera tedesca, oltre allo stile sobrio, ha il padre pastore protestante e un'educazione austera e rigida.

May ha anche un nonno sergente maggiore dell'esercito, dettaglio che non ha mancato di sottolineare quando dieci giorni fa ha assicurato di avere i requisiti adatti a governare i sudditi di Sua Maestà.

Nata nella città costiera di Eastbourne, 60 anni da compiere, ha studiato geografia a Oxford. È lì che ha conosciuto il marito Philip grazie all'amica Benazir Bhutto, futura premier del Pakistan, che li ha presentati a un party di giovani Tories. Va a messa tutte le domeniche e non ha figli. "Semplicemente non è successo", ha risposto una volta sull'argomento che pochi giorni fa è stato al centro di un 'botta e rispostà a distanza con quella che fino a oggi è stata la sua rivale, Andrea Leadsome. È favorevole alle nozze gay ma ha votato contro le adozioni.

Dopo la laurea e prima di buttarsi in politica ha lavorato alla Banca d'Inghilterra. Nel 2012 è diventata la prima presidente donna dei Tory ed ha cominciato la sua scalata che l'ha portata a svolgere un ruolo, quello di ministro dell'Interno, considerato in Gran Bretagna nella "top four" degli incarichi dopo quelli di premier, cancelliere dello Scacchiere e ministro degli Esteri. In questi anni si è distinta per una politica inflessibile sull'immigrazione alzando la soglia del salario minimo per i lavoratori non europei che vogliono stabilirsi in Gran Bretagna. E si è guadagnata la stima dell'ala più conservatrice del partito con l'espulsione del predicatore radicale Abu Qatada. Ha anche ricevuti diversi attacchi da parte dei Labour e delle organizzazioni per i diritti umani quando ha lanciato la proposta, poi ritirata, di far uscire la Gran Bretagna dalla Convenzione europea per i diritti dell'uomo o quando decise di applicare la legge sul terrorismo per tenere in carcere David Miranda, partner del famoso giornalista Glenn Greenwald che ha fatto lo scoop sul caso Snowden.

Sostenitrice, in sordina, del fronte 'Remain', continua a promettere che 'Brexit vuol dire Brexit' e con lei premier la Gran Bretagna lascerà l'Unione europea.

I suoi detrattori hanno scritto che "di lei la gente si ricorda solo le scarpe particolari". In effetti, sembra che il ministro degli Interni abbia una passione per le scarpe, rigorosamente tacco basso, massimo cinque centimetri. Commenti sessisti a parte, a sentirla parlare c'è da scommettere che la preoccupazione di Theresa non sono le critiche dei giornalisti nè il confronto con la Merkel. Il termine di paragone con cui rischia di doversi paragonare May si chiama Margaret Thatcher. Il fantasma di ferro con cui lei, e tutte le donne che aspirano a un ruolo di leadership in Gran Bretagna, specie se Tory, prima o poi devono fare i conti.

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