Ticino e Lombardia (adesso) remano insieme

L’inquinamento delle acque «italiane» del Ceresio è un tema che tiene banco da tempo e che a più riprese ha scaldato gli animi della politica. Non una sorpresa, quando si tratta di rapporti transfrontalieri. Ma qualcosa negli ultimi anni è cambiato e Italia e Svizzera, adesso, stanno remando insieme sulla stessa barca. La notizia più recente è che a Lavena Ponte Tresa e Porto Ceresio, cui si aggiunge Brusimpiano, i piani per il «disinquinamento» del lago hanno avuto un’accelerazione grazie a un finanziamento da 5,8 milioni di euro per rendere più efficiente la rete fognaria. Gli interventi, tra le varie cose, prevedono la sostituzione di alcuni tubi, le separazione fra le acque luride e quelle meteoriche (sempre più necessaria, visto il ripetersi di eventi temporaleschi di grande intensità) e la riduzione degli afflussi di acque pulite che provocano il sovraccarico del depuratore di Cuasso. Tutto ciò per evitare che nel Ceresio continuino a finire sostanze nocive.
Non circolano più certe foto
Parallelamente, quest’anno, verranno realizzati altri interventi, complementari a quelli appena menzionati, finanziati nell’ambito di un progetto Interreg chiamato «AcquA Ceresio», che sta per «Azioni di Cooperazione per la Qualità delle Acque del Lago Ceresio», a cui partecipano la Provincia di Varese, il Dipartimento del Territorio, la SUPSI e Alfa SRL, la società che gestisce gli impianti idrici. Avviato nel 2019 e allestito dal nostro cantone, il piano ha come obiettivo principale il miglioramento della qualità delle acque nel bacino sud del Ceresio attraverso opere mirate e una strategia a medio termine. Chiaramente, per valutare l’efficacia delle misure adottate finora, anche nell’ambito di altri progetti, il Cantone e la SUPSI hanno predisposto una serie di analisi regolari nel lago e nei corsi d’acqua suoi affluenti che permettono di documentare il progressivo miglioramento della situazione. A Mauro Veronesi, che è a capo dell’Ufficio della protezione delle acque e dell’approvvigionamento idrico del Cantone, abbiamo chiesto innanzitutto cosa attendersi dai dati del 2022, non ancora pubblicati. «Non mi aspetto variazioni rispetto al 2021, visto che i progetti verranno realizzati nel 2023. Grazie agli interventi previsti quest’anno con AcquA Ceresio e ad un altro progetto chiamato ‘Patto per la Lombardia’, conclusosi a fine 2022, speriamo di vedere dei miglioramenti». La situazione comunque è decisamente più rosea rispetto agli anni in cui era scoppiata la polemica (si veda la scheda a lato) sugli inquinamenti a Porto Ceresio. «Il rio Bolletta era un disastro» ricorda Veronesi. «Da solo, portava più della metà del carico di fosforo presente nel bacino sud. E il fosforo è la sostanza che stimola la crescita delle alghe, favorendo il fenomeno dell’eutrofizzazione degli specchi d’acqua», che non è una buona cosa. «È da un po’ di tempo che non ci sono più segnalazioni come quelle di qualche anno fa, quando circolavano le foto dei liquami riversatisi nel lago a Porto Ceresio».
Il ponte invisibile
Con i progetti in corso, almeno sulla carta, Ticino e Lombardia hanno tutto quello che serve per risolvere il problema definitivamente. E possono farlo insieme, dopo qualche dissidio passato. «Può sembrare strano – osserva Veronesi – il fatto che occorra un progetto Interreg per svolgere compiti che toccherebbero ai singoli Comuni, che tuttavia – riconosce il capoufficio – non hanno la stessa autonomia finanziaria di quelli ticinesi. Noi comunque abbiamo aderito volentieri: se questa situazione viene risolta, ne beneficerà tutto il lago». A un certo punto, tempo fa, il Ticino aveva addirittura ipotizzato un finanziamento diretto delle opere necessarie per fermare gli inquinamenti, in particolare quelli legati all’impianto di depurazione di Cuasso. E la cosa aveva suscitato scalpore. «Il fatto sorprendente – ricorda sempre Veronesi – è che ad arrabbiarsi di più non erano stati i ticinesi perché il Cantone voleva finanziare dei progetti in territorio italiano, bensì i media della Penisola: alcuni la percepivano come una sorta di elemosina. Credo invece che occorra entrare in un’ottica più costruttiva». Come è stato fatto con l’ultimo progetto: un ponte, seppur invisibile, fra le due sponde del lago.