Territorio

A Brè la Città schiva (per ora) un risarcimento milionario

Palazzo Civico vince al Tribunale federale contro una SA penalizzata dalla pianificazione – I giudici losannesi hanno ordinato nuovi accertamenti – Intanto prosegue la procedura per la revisione del PR locale
© CdT/Chiara Zocchetti
Nico Nonella
08.08.2023 06:00

Preservare il Monte Brè dall’edificazione. Per qualcuno è assolutamente necessario; per altri, invece, c’è spazio sufficiente per costruire ancora un po’. Volendo semplificare al massimo, si potrebbero riassumere così decenni di discussioni, politiche e giuridiche, sul futuro di un quartiere di elevata qualità paesaggistica e naturale. Quello di cui vi parliamo oggi è un capitolo legato al tentativo fatto negli anni Novanta dal Comune per limitare l’edificazione in vetta. Al centro di tutto c’è una richiesta di risarcimento da quasi 8 milioni di franchi avanzata nei confronti di Palazzo Civico da una società anonima proprietaria di un fondo di 11.600 metri quadrati nei pressi del nucleo di Bré, sulla quale si è recentemente espresso il Tribunale federale. La Corte, in sintesi, ha dato ragione a Palazzo Civico e oerdinato nuovi accertamenti. Tradotto: Lugano (per ora) non deve pagare.

Da R2 a R2b

La vicenda ha inizio negli anni Novanta: il 1. dicembre 1993 il Consiglio di Stato approva infatti la revisione del piano regolatore di Lugano sezione di Brè-Castagnola e il fondo in questione passa da una zona edificabile R2 a una di tipo R2b e, contestualmente, a una zona edificabile di interesse comunale (ZIC) destinata a promuovere l’insediamento di abitazioni primarie, denominata ZIC «Ai Piani». In parole povere, se prima sarebbe stato possibile costruire residenze secondarie, con la modifica in questione si possono edificare solo residenze primarie, ossia per persone intenzionate a spostare il domicilio a Brè. Visto che parliamo di un comparto servito dai mezzi pubblici in misura minore rispetto al resto del territorio cittadino, va da sé che le possibilità di mercato si riducono. A inizio dicembre 2003, la SA chiede al Municipio di cancellare il vincolo pianificatorio ZIC e di inserire le sue proprietà in zona edificabile soggetta a un piano di quartiere e presenta una domanda di indennizzo di 7,9 milioni. Quindici anni dopo, la SA promuove una procedura di espropriazione materiale contro il Comune, respinta il 10 marzo 2020 dal Tribunale di espropriazione. Due anni dopo, il 27 aprile, ecco il primo ribaltone con il Tribunale cantonale amministrativo che accoglie il ricorso della società anonima. In sintesi, la Corte ritiene che, con l’imposizione del vincolo di ZIC, «la proprietaria ha perso qualsiasi possibilità di edificare il suo fondo, il quale è stato destinato ad essere acquisito dall’ente pubblico per soddisfare un’esigenza della collettività». Non è però finita qui: il Comune di Lugano ricorre a sua volta contro questa decisione e il 13 luglio scorso il Tribunale federale di Losanna dà a sua volta ragione alla Città. Nella sentenza, il TF riconosce che l’inserimento del fondo in una ZIC ha avuto per la SA in questione «effetti equiparabili a quelli in cui si verrebbe a trovare il proprietario di un fondo edificabile gravato con un vincolo destinato alla realizzazione di un edificio d’interesse pubblico. Pur non avendo di per sé sancito l’inedificabilità generale del fondo – si legge –, il vincolo di ZIC ne ha impedito l’edificazione privata da parte della proprietaria. Il fondo è stato sottratto al libero mercato e destinato ad essere acquisito dal Comune per l’adempimento degli scopi di interesse comunale, e l’edificazione della particella è vincolata alla successiva assegnazione da parte dell’ente pubblico nel rispetto delle condizioni legali». Ciò premesso, tuttavia, l’Alta Corte non condivide l’argomentazione del TRAM, il quale «ha riconosciuto in concreto che il fondo in questione difetta di urbanizzazione e ha rilevato che agli atti non vi sono accenni riguardo ad un suo possibile sovradimensionamento». Per il TF sono dunque necessari ulteriori accertamenti giuridici da parte del Tribunale amministrativo cantonale.

Coinvolgimento dal basso

Tornando al presente, resta sul tavolo un interrogativo: cosa fare della zona interessata (che ad oggi è ancora vincolata come area di interesse comunale)? La domanda, o meglio, le domande, risalgono a oltre dieci anni fa. Il tema era stato sollevato - per esempio - dal PLR cittadino e dall’allora consigliera comunale socialista Cristina Zanini Barzaghi in un’interrogazione. Una delle opzioni prevedeva la rinuncia ad istituire una ZIC, ma le questione era rimasta in sospeso. Negli scorsi anni, la Città di Lugano ha dato il via alla revisione del PR del quartiere di Brè e Aldesago, coinvolgendo attivamente la cittadinanza. Dagli incontri, nel 2020 è scaturito un Piano d’indirizzo del PR di Brè-Aldesago che è stato trasmesso al Dipartimento del territorio per un esame preliminare. In questo documento, la Città ha messo nero su bianco che «il tema dell’edificazione all’interno di queste superfici, nel particolare contesto paesaggistico di Brè, merita di essere approfondito nell’ottica di preservare il carattere naturale di Brè e di rispettare le disposizioni federali e cantonali in materia di contenimento della dispersione degli insediamenti». E non è un caso che il Piano d’indirizzo «si concentra in particolare sul comparto in località Ai Piani, che presenta ancora diversi fondi liberi dall’edificazione in un comparto particolarmente apprezzabile dal punto di vista paesaggistico; fondi che devono trovare una destinazione idonea rispetto al contesto esistente. Si dovrà pertanto procedere con una valutazione del limite della zona edificabile, delimitandola laddove un’ulteriore edificazione non risulti sostenibile dal punto di vista paesaggistico». Più in dettaglio, la strategia che la Città intende abbracciare comprende un’urbanizzazione solo parziale e una riduzione del potenziale edificatorio. Dopo il parere del Cantone, il Piano di indirizzo sarà messo in consultazione pubblica e, tenuto conto delle osservazioni che saranno espresse sia dal Dipartimento del territorio sia dalla popolazione, il Municipio elaborerà gli atti definitivi della revisione del PR di Brè e Aldesago da sottoporre al Consiglio comunale.