A Chiasso una tivù resiste al disfattismo

Il tempo trascorso non è tale da averne ingiallito gli angoli: il ricordo delle lunghe colonne ai valichi di Chiasso, negli anni Novanta, è oggi ancora in grado di generare nostalgici struggimenti in chi quel periodo l’ha vissuto. E di spingere taluni non solo a invocarne un ritorno, ma anche a spendersi affinché il desiderio - certo con le debite proporzioni e uno scenario in gran parte stravolto – si tramuti in verità. È il caso di Giacomo Morandi e della sua ChiassoTV, una produzione online che nasce con lo scopo di «realizzare piccoli documentari per promuovere il Ticino nel mondo». In altri termini, per attrarre nella cittadina un maggior numero di persone – anche da oltreconfine –, in particolare in concomitanza con manifestazioni o eventi.
È così emerso un mondo nel piccolo studio in subaffitto in Corso San Gottardo. Un mondo in cui le oggettive difficoltà economiche (con cui tra l’altro deve fare i conti il settore dei media tutto) e l’organico «ridotto» (Morandi è direttore della tv e ideatore e realizzatore dei contributi) non appannano l’entusiasmo e l’amore per un territorio.
Tant’è vero che il 55.enne, tutte le mattine, parte dal suo domicilio a Bisuschio per raggiungere Chiasso e compie lo stesso tragitto, ma a ritroso, a fine giornata. Ne sono tangibili prove le diverse pubblicazioni online, suddivise per rubriche: tra queste ChiassoNews (sezione settimanale che fa luce su cronaca e novità della cittadina), Sctori dananz al fügarà (in cui quattro patrizi di Biasca raccontano le proprie disavventure vissute in giovane età; l’affetto di Morandi per il dialetto si palesa ulteriormente in un genuino intercalarsi, durante il nostro incontro, di espressioni vernacolari); Arte e letteratura; e «Good ticinese food», dedicato alle offerte culinarie a chilometro zero.
«Una lamentela unica»
Tutto è cominciato, racconta Morandi, alla fine del 2017, quando, sospinto dalle asperità fiscali della vicina Penisola, si trasferisce in Ticino con la sua piccola casa editrice. Libri e musica; diversi sono i prodotti promossi da Morandi tanto quanto poliedrico è il suo agire. Una duttilità figlia anche di un’esistenza dedicata in gran parte all’arte e che oggi trova ulteriore espressione nella sua attività di cantante, nei centri diurni, nelle case anziani e nei grotti. «In Ticino mi sento veramente a casa».
Una percezione che irradia le diverse attività di Morandi e va di pari passo con un ottimismo di fondo: «La rubrica Chiasso News è nata perché, alla prima riunione della Società commercianti del Mendrisiotto, di cui faccio parte, era una lamentela unica. Essendo io di natura uno pratico, ho quindi deciso di parlare delle cose belle che facciamo a Chiasso. Ci fosse anche una sola persona che, grazie a un mio contributo, viene a Chiasso e spende due soldi negli esercizi pubblici locali, qualcosa ho ottenuto». Il costante impegno ha progressivamente tessuto una rete di contatti attorno all’uomo, affascinato dalle proposte culturali ma non solo che la cittadina di confine serba per chi le vorrà scoprire. «Il web non è come la tivù normale, che trasmette telegiornali di 40 minuti che la gente guarda dall’inizio alla fine. Il pubblico del web è stranissimo, dopo cinque minuti si stufa. E quindi il mio telegiornale deve durare dieci, dodici minuti al massimo». Morandi può contare in particolare su due collaborazioni, che gli sono di grande aiuto: con il regista chiassese Markus Otz (in particolare per le produzioni video di autofinanziamento) e con Luca Di Bello, di Arzo, il webmaster di ChiassoTV. Il direttore spera in futuro di poter occupare (almeno a livello di trampolino professionale) «qualcuno dei tanti giovani che frequentano le scuole svizzere di cinematografia e giornalismo».
Certo, come accennato in entrata, i problemi ci sono. E non sono indifferenti. «La nicchia di mercato che copro non porta sponsor», constata il nostro interlocutore. Il finanziamento va ricercato quindi parallelamente su altri binari. Il direttore pensa per esempio alla produzione di video, in qualità di casa editrice, «da poter poi commercializzare in altre tivù». Perché sì, il sogno è quello di diventare più grandi, crescendo «senza costi eccessivi». Al mese le visualizzazioni registrate sono circa ottomila, «non tantissime». Ma la rassegnazione è estranea alle caparbie corde di Morandi. I fatti lo dimostrano.