A Curio una nuova stalla introduce l’economia circolare
Da un stalla realizzata con innumerevoli aggiustamenti in un vecchio deposito militare di inizio Novecento a una moderna in grado di realizzare la tanto decantata (e raramente implementata) economia circolare: è il progetto da oltre due milioni di franchi dell’azienda agricola Masseria al Ronco di Curio, una della più grandi della regione, con una quarantina di bovini e la gestione di oltre 50 ettari di superficie agricola. Per farlo andare in porto serve ancora un sì: la settimana prossima il Gran Consiglio si dovrà esprimere sulla concessione di un contributo a fondo perso da oltre un milione previsto dalla Legge sull’agricoltura. Dal canto suo la Confederazione ha già dato l’ok ad altri contributi per circa 600.000 franchi.
Automatizzazione
L’imminente voto parlamentare è stata l’occasione per parlare del progetto con il titolare dell’azienda, Giampiero Antonioli, che si dice molto contento di essere a un passo dal poter iniziare a costruire. L’idea presenta infatti una serie di vantaggi, innanzitutto per chi alla Masseria lavora: «Nella stalla attuale dobbiamo portare il mangiare per le mucche con le carrette, e anche il letame è da rimuovere manualmente. In futuro questi processi saranno automatizzati. E i nuovi spazi ci permetteranno di crescere: vogliamo arrivare ad avere una settantina di animali».
Mungitura robotizzata
Il che ci porta a un secondo grande vantaggio: le nuove costruzioni miglioreranno il benessere degli animali. Oggi i bovini in stalla sono legati (la cosiddetta stabulazione fissa) e la mungitura è semiautomatica. Con le nuove strutture, progettate dalla Laborex di Ligornetto, si passerà invece a una stabulazione libera: in pratica ogni animale avrà contemporaneamente la possibilità di mangiare, dormire, stare all’interno, uscire, trattenersi all’ombra o al sole senza dover subire soprusi da animali dominanti. La nuova stalla infatti, spiega Antonioli, «sarà fatta solo da tettoie protette da reti sui lati che si attivano automaticamente in caso di vento o pioggia. Inoltre vi saranno ventilatori per quando farà caldo, e dei nebulizzatori per rinfrescare». Quanto alla mungitura, sarà robotizzata. Un termine tecnico che non piace particolarmente al nostro interlocutore, perché dà l’idea di qualcosa di meccanico e non naturale: «Ma in realtà migliorerà molto il benessere dell’animale, che potrà scegliere quando mangiare, quando sdraiarsi, quando farsi mungere». Giusto il tempo di insegnarglielo: sarà facile? Antonioli ride: «Chi vende la macchina dice che ci vuole una settimana, parlando con i colleghi è più realistico un mesetto».
L’importanza del letame
A essere automatizzata sarà anche l’evacuazione del letame, tramite lame meccaniche. Il che ci porta al terzo grande vantaggio del progetto: l’implementazione dell’economia circolare, per cui gli scarti prodotti dalle attività territoriali di prossimità non sono considerati come tali, ma risorse da riutilizzare nell’ambito locale. Permettendo così al sistema produttivo di rigenerarsi da solo. Con le conseguenze positive del caso a livello economico e ambientale. Nella fattispecie, a Curio l’economia circolare prende la forma di un impianto di digestione anaerobica dei letami e liquami prodotti dall’allevamento, altrimenti detto impianto a biogas. Questo produce quindi energia rinnovabile sotto forma di gas che sarà a disposizione dell’azienda, nonché, attraverso il processo di fermentazione delle biomasse, del digestato che può essere riutilizzato per concimare i campi. L’impianto verrà sfruttato anche da diverse aziende del Malcantone, con vantaggi per loro (non devono costruire un deposito per il letame, riavranno il digestato per i loro campi) e per la Masseria al Ronco (elettricità, «carburante» sufficiente per far andare gli impianti).
Continuità garantita
Se settimana prossima arriverà l’ultimo sì del Gran Consiglio. La proposta è forte di un rapporto particolarmente entusiasta riguardo l’idea e la solidità dell’azienda agricola da parte della Commissione ambiente, territorio ed energia, che si è recata alla Masseria per un sopralluogo. Nel rapporto si legge, fra l’altro, che «la famiglia Antonioli vede nel capo famiglia e nei suoi due figli la forza lavorativa imprenditoriale molto attiva che garantirà il futuro dell’azienda. I due ragazzi hanno frequentato con successo la scuola di Mezzana». Forse a prima vista non sembra ma il particolare è importante. Uno dei principali problemi delle aziende agricole ticinesi è trovare chi le rilevi e dia loro continuità quando giunge l’ora della pensione per il titolare, con tutte le conseguenze del caso anche sull’opportunità di operare investimenti ingenti. Da questo punto di vista, la Masseria al Ronco è in una botte di ferro. Aggiunge inoltre la Commissione granconsiliare, a mo’ di ciliegina sulla torta: «Abbiamo notato che traspare dalle loro affermazioni un grande amore per il loro lavoro e per l’agricoltura in genere».
La tempistica
Antonioli è pronto a partire con i lavori. La licenza edilizia è già in tasca: «Dopo la crescita in giudicato della decisione del Gran Consiglio partiremo con gli appalti e se tutto va bene i lavori inizieranno a fine anno. La priorità è la costruzione della nuova stalla e la ristrutturazione di quella esistente. Come finiamo quelle, partiamo con il biogas».