A Lugano è l’ora del nuovo Orologio

LUGANO - Aveva chiuso all’improvviso, dopo una storia lunga oltre un secolo, il ristorante Orologio in via Nizzola. E se in città capita sempre più di frequente di vedere locali rimanere vuoti per mesi e mesi in attesa di un nuovo proprietario, non è questo il futuro dello storico ritrovo che in passato ha ospitato personaggi come Claudia Cardinale, Vittorio Gassmann e Paulette Goddard. Riaprirà infatti il 1. marzo e continuerà a chiamarsi «Orologio». A ritirarlo è Alex Moscatelli, già proprietario e gerente del Bistrot Lugano, bar che si trova a pochi passi dal ristorante. Gli spazi del locale - che conta 300 metri quadrati - saranno ringiovaniti ma non subiranno cambiamenti radicali. A cambiare sarà però il concetto. «Proporremo una cucina semplice, regionale - spiega Moscatelli -, e un servizio che a pranzo conterà più sulla velocità mentre a cena sulla convivialità». Il ristorante vuole essere anche «popolare nei prezzi», continua. Sarà aperto dal lunedì al sabato, serata in cui verrà proposta musica dal vivo. L’idea è di «allontanarsi dallo stile omologato dei grandi gruppi che possiedono locali, ma puntare sulla personalità». Moscatelli non è certo un novellino nel mondo della ristorazione luganese.


Attivo nel settore da una quindicina d’anni - ha mosso i primi passi da adolescente nei locali di piazza Riforma per poi spostarsi all’Etnic, prima di diventare proprietario dell’ex Gran Caffè al Maghetti nel 2002 e del Bistrot nel 2013 -, è ben consapevole dei cambiamenti e delle difficoltà che il centro di Lugano sta affrontando. «Non ci siamo accorti che a pochi chilometri da qui abbiamo una concorrenza spietata - dice -, e non possiamo pretendere di continuare a guardare la gente dall’alto al basso, cosa che invece purtroppo capita ancora». Ecco perché la scelta di rilevare l’Orologio - spiega - è motivata anche dalla volontà di «tenere vivo il centro e fungere quale luogo di ritrovo. A Lugano ci si lamenta che le cose vanno male ma, per riportare l’ambiente che c’era un tempo, dobbiamo lavorare tutti insieme. In città - conclude - ci sono tanti proprietari e gerenti in gamba. Il segreto è riuscire a collaborare per il bene di Lugano e dei suoi abitanti».