A Lugano si vive bene o si vive male?

LUGANO - Rispetto alle altre città elvetiche, Lugano è una città in cui si vive bene oppure no? Ovviamente dare una risposta secca è molto difficile, se non impossibile. Tuttavia da alcuni anni a questa parte l’Ufficio federale di statistica (UST), con sede a Neuchâtel, cerca di dare degli spunti di riflessione, basati su dati concreti. Proprio ieri i ricercatori neocastellani hanno diffuso la versione aggiornata della pubblicazione “Qualità della vita nelle città, Statistica tascabile 2018”, che ha l’ambizione di comparare, con un numero nutrito di indici, le otto maggiori agglomerazioni elvetiche: Zurigo, Berna, Lucerna, Basilea, San Gallo, Ginevra, Losanna e appunto Lugano. La maggiore città ticinese spicca spesso all’interno di queste graduatorie, che sono disponibili dal 2013, piazzandosi quasi sempre nelle prime o nelle ultime posizioni. Insomma, Lugano è un dottor Jekyll e il signor Hyde. Ma vediamo alcune di queste classifiche, che in alcuni casi contemplano solamente il Comune di riferimento, in altri le intere agglomerazioni. Se non indicato diversamente, i dati sono quelli del 2017, ossia gli ultimi disponibili.
Il tasso d’attività non ci premia
Un reddito fisso permette di soddisfare bisogni fondamentali e personali, in particolare il consumo. Quest’ultimo, nonché le imposte prelevate sul reddito, concorrono a definire la prosperità di una città. Dunque l’UST ci propone per prima cosa il tasso di attività netto, che misura la partecipazione delle persone al mercato del lavoro. Lugano ne esce malissimo, essendo assolutamente ultima sia per l’occupazione degli uomini sia per quella delle donne. Le donne luganesi sono assolutamente le più penalizzate, dato che, come si evince del grafico sotto, sono le uniche con un tasso d’occupazione sotto il 70%. Dato strettamente collegato al precedente, Lugano si segnala in negativo per la conciliabilità tra lavoro e vita privata, come mostra il grafico sulla quota di bambini sotto i tre anni affidati a strutture scolastiche per la prima infanzia. Problema forse ancora più grande: la bassa disponibilità di lavori a tempo parziale. I posti part-time occupati da donne sono poco più del 40% del totale a Lugano, oltre il 50% a Berna, Basilea e Lucerna.



Purtroppo sempre più assistenza
Tuttavia Lugano può vantarsi di avere il minor numero procapite di persone iscritte all’assistenza sociale e il primato positivo vale sia per la Città sia includendo i Comuni limitrofi. Ciò nondimeno anche alle nostre latitudini il ricorso all’assistenza negli ultimi anni è in preoccupante aumento. Come si evince dal grafico dell’UST, non proprio di facile lettura, negli ultimi anni solamente Losanna è riuscita a migliorare in maniera significativa la sua situazione rispetto al 2011, anno in cui la sua quota di beneficiari dell’assegno di sussistenza era il quintuplo di quello di Lugano.

Ma da noi si sta molto larghi
Lo stato di salute del mercato immobiliare a Lugano è certamente uno di quegli argomenti di cui si afferma sempre tutto e il contrario di tutto. L’UST in questo contesto non si azzarda a fare previsioni sullo scoppio o meno della famigerata bolla, ma comunque ci propone qualche dato interessante sul tema. Lugano in particolare primeggia per superficie media procapite degli alloggi, a tutto beneficio ovviamente della qualità di vita. Invece il tasso di sfitto a Lugano è il secondo più alto delle prime otto città svizzere, dopo San Gallo, e questo, secondo l’UST, facilita la ricerca e la scelta di un’abitazione e incide sui prezzi dell’offerta immobiliare. La ricerca dell’abitazione adeguata può richiedere anche molto tempo, a scapito ad esempio della famiglia e del tempo libero.


I topi d’appartamento vanno altrove
Però, benché le case dei luganesi siano le più grandi, restano quelle meno visitate dai topi d’appartamento. Questo nonostante che - come sanno bene gli abitanti del Malcantone e del Basso Mendrisiotto - tali reati siano soggetti a improvvise vampate, legate all’azione e al successivo arresto di singoli soggetti che riescono a mettere a segno decine di colpi nella stessa zona in pochissimo tempo. Ma i dati sul lungo termine sono inequivocabili. Lugano è la città con meno colpi in appartamento della Svizzera e, doppia buona notizia, negli ultimi anni il numero di furti nelle abitazioni è drasticamente diminuito nell’intero Paese, a tutto beneficio della qualità della vita.

Al lavoro tutti in auto
Altro tema che riempie perennemente le cronache è il traffico, specialmente quello pendolare, tra casa e lavoro. Lungo questo tragitto molti di noi passano una quota non indifferente della loro vita e la scelta del mezzo non ha poche conseguenze sullo stato d’animo con cui ciascuno di noi affronta la propria giornata densa di impegni. Secondo l’UST la riduzione del trasporto individuale motorizzato contribuisce a migliorare la qualità dell’ambiente e incide sulla sicurezza individuale nel trasporto stradale. Peccato che a Lugano la quota di chi preferisce l’auto per andare al lavoro sia in assoluto la più alta e oltretutto, al contrario di tutte le altre città, in riva al Ceresio i pendolari a quattro ruote continuano ad aumentare invece di diminuire. Almeno una mezza spiegazione la si può trovare in un altro grafico, dal quale si evince che Lugano città è nettamente all’ultimo posto per la densità di fermate dei mezzi pubblici (tre per chilometro quadrato), mentre a Ginevra, sono quasi dieci. Però uscendo dal centro la situazione si ribalta, dato che il Luganese è il primo distretto per la capillarità dei mezzi pubblici nell’agglomerato (due per chilometro quadrato), valore però non di molto superiore rispetto alle altre periferie elvetiche.


Si respira una brutta aria
Chiudiamo con un dato inevitabilmente correlato al traffico, ossia l’inquinamento atmosferico. Benché esso sia in costante calo alle nostre latitudini, da almeno un decennio a questa parte, a Lugano si respira la peggiore aria della Svizzera o quasi. Solamente a Ginevra la qualità è peggiore, seppure di poco.
