Futuro

A Lugano un nuovo tunnel per spostare il trasporto pubblico su gomma

Cantone e Città intendono trasferire i bus da un lato all’altro della stazione, creando un terminale nell’area ex Pestalozzi - Per garantire la fluidità del transito verrà anche scavata una galleria sotto i binari
Fra qualche anno si proseguirà dritti dopo aver svoltato, si imboccherà il sottopasso Genzana, e si sbucherà dall’altro lato dei binari. ©CDT/CHIARA ZOCCHETTI
Federico Storni
02.03.2020 06:00

Il Cantone, nel progettare gli interventi nella zona della stazione FFS di Lugano, a un certo punto si è trovato davanti a un bivio. Dovendo procedere a tappe, ha scelto di eseguire prima le opere infrastrutturali, poi quelle stradali. «È stata una decisione abbastanza semplice - ci ha detto l’ingegnere Diego Rodoni, capoarea operativa del Sottoceneri per il Dipartimento del territorio: - dovevamo liberare il lato città alta per poter centralizzare in un sol punto tutti i bus che gravitano oggi attorno alla stazione». Precedenza è stata dunque data alla realizzazione della rivista via Basilea, del nuovo sottopasso pedonale di Besso e della discenderia del tram-treno, nonché a quella del sottopasso - stavolta veicolare - Genzana e del nuovo terminal dei bus sul piazzale ex Pestalozzi (progetti oggetti di queste righe).

Per contro l’anello viario (che si completa tra l’altro con la realizzazione di una galleria sotto al parco Tassino), è stato rinviato a «un orizzonte da definire», per il disappunto del consigliere comunale PLR Ugo Cancelli, che ha interrogato il Municipio di Lugano per chiedere quali misure intende prendere la Città per evitare il collasso viario che secondo lui scaturirà da questa scelta. La risposta? «Le implicazioni legate al traffico sono state considerate e lo saranno anche in futuro, nei vari progetti su più livelli. È innegabile che l’area nei prossimi anni sarà parte di un grande cantiere: l’impegno a limitare i disagi sarà assicurato, ma sarà necessario uno sforzo da parte di tutti, popolazione compresa».

Il sottopasso Genzana

Per quattro anni almeno (da inizio 2021), la circolazione nell’area della stazione sarà dunque provvisoria, fino all’apertura del nuovo sottopasso Genzana. Da metà 2025, in altre parole, dove oggi da via San Gottardo si svolta per entrare nel piazzale della stazione (vedi foto), si potrà proseguire dritti e imboccare il nuovo tunnel, sbucando poi dall’altro lato su via Basilea, che verrà prolungata a questo scopo. Gli scopi principali del sottopasso sono tre, ha spiegato Rodoni: nell’immediato sgravare il tunnel di Besso, «che è al limite», e mettere in esercizio e garantire la funzionalità del terminale dei bus che verrà realizzato nell’area ex-Pestalozzi. Il trasporto pubblico su gomma avrà insomma una corsia preferenziale, anche perché con la nuova configurazione del piazzale di Besso non sarà più possibile da via Basilea dirigersi verso Sorengo o l’incrocio Cinque vie a Massagno. Sarà per contro introdotta la svolta a sinistra per andare in centro a Lugano su via San Gottardo, scendendo da Massagno. Il terzo scopo, infine, sarà chiudere l’anello viario quando verrà scavato il tunnel sotto il Tassino.

La futura viabilità nel comparto, una volta che il sottopasso Genzana sarà ultimato.
La futura viabilità nel comparto, una volta che il sottopasso Genzana sarà ultimato.

«Il sottopasso Genzana e il prolungamento di via Basilea sono le nostre prossime priorità», ha detto Rodoni. Al momento manca il credito di progettazione (si preventivano 16 milioni), ma il progetto definitivo è iniziato nel 2019. L’intenzione è di partire quanto prima possibile con i lavori, anche per non intralciare quelli del nuovo campus SUPSI che sorgerà sul piazzale della stazione e che dovrebbero partire a inizio 2024. Come sempre, infatti, quando si parla del futuro della stazione, i cantieri sono dipendenti l’uno dall’altro. E prima di realizzare il sottopasso sarà necessario terminare la discenderia del tram-treno (fine 2022), perché altrimenti non si potrà prolungare via Basilea, che vi passa sopra.

Il nodo intermodale e l’autosilo

Veniamo al terminale dei bus. L’opera serve a spostare tutto il trasporto pubblico su gomma sull’altro lato della stazione, nonché a riordinarlo e potenziarlo. C’è però un problema: se la necessità del terminale è largamente condivisa (Cancelli afferma che sarà d’ostacolo al traffico, ma il Cantone assicura che non sarà il caso), l’autosilo sotterraneo su cui poggerà (e che dovrà essere costruito prima) è contestato. Il Consiglio comunale di Lugano ha chiesto più parcheggi nell’area (400), ma il Municipio, forte di un recente studio, ne prevede 260 (di cui 140 nell’autosilo sotterraneo). La questione sarà discussa a breve in Legislativo, nel contesto dalla variante di Piano regolatore «StazLu2» (di cui ci occuperemo diffusamente nella prossima puntata). Un’empasse sul numero di parcheggi e quindi sulla grandezza dell’autosilo sotterraneo potrebbe far slittare la costruzione del terminal oltre il 2027, con importanti conseguenze finanziarie.

La data fatidica è il 2027

Andare oltre il 2027 con i lavori nell’area della stazione potrebbe essere un problema: in quella data scadranno i contributi federali al Programma d’agglomerato del Luganese, di cui fan parte gran parte delle opere in cantiere. Ne è invece esclusa la galleria sotto al Tassino, un altro motivo per cui si è deciso di posticiparne la costruzione a una data da stabilirsi.