A mamma e papà ho detto: «Ciao, vado in Africa in bicicletta»
Prologo
Genova, 23 novembre 2024. Ho salutato mamma e papà e mi sono diretto con le lacrime agli occhi verso la nave. Un mix di emozioni mi sta accompagnando in queste prime ore: entusiasmo, curiosità, timore, e sì, anche un po’ di tristezza. Ho cercato un posto tranquillo su cui sedermi per tranquillizzarmi, e con il sole che calava dietro al porto ho tirato fuori carta e penna e scritto qualche riga di diario che inevitabilmente è terminato con la frase: mi mancheranno tutti tantissimo.
Ciao a tutte e tutti, sono Alessandro Brönnimann, mi piace viaggiare in bicicletta e questa è l’introduzione a una serie di articoli che scriverò sulla mia prossima avventura. Nei prossimi mesi viaggerò in Africa, da nord a sud partendo dal Marocco e scendendo lungo la costa occidentale.
Ho deciso di fare questo viaggio in bicicletta perché mi permette di farlo a una velocità che permette di vedere tutto, posso pienamente godere dei paesaggi e immergermi nell’ambiente circostante. Posso percorrere con assoluta calma e tranquillità le strade meno trafficate, posso vedere gli animali che attraversano la strada, schivare la lucertolina che si trova sulla mia traiettoria o essere accompagnato da una farfalla. Posso sentire gli odori: i fiori, il mercato, la cucina di una casa o di un’officina con le serrande aperte a bordo strada.
Posso approfittare a pieno di ogni momento, di ogni punto del tragitto, senza saltare nulla, al mio ritmo. Quella della bicicletta è una dimensione estremamente umana. Questo viaggio lo affronterò da solo, o almeno, sono partito da solo, ma ho già trovato altra gente lungo il tragitto con cui condividerò le strade e le esperienze che i vari Paesi e i vari incontri potranno regalarmi. Parto anche con il supporto estremamente importante della mia famiglia e dei miei amici. Parto anche con la consapevolezza che non c’è nulla da dimostrare e che l’importante è farlo con il piacere di scoprire cose nuove. Dovessi trovarmi nella posizione di voler tornare indietro, in qualsiasi momento, so che a casa saranno comunque lì tutti ad aspettarmi a braccia aperte.
Capitolo primo
Attenzione, avvisiamo i gentili passeggeri che l’arrivo a Tangeri è previsto per le ore 17.30, preghiamo inoltre i passeggeri di liberare le stanze entro le 15.30. Rientro in camera, Mohammed aveva già tirato insieme le sue cose, mi offre un pezzo di torta prima di scambiarci i numeri e prometterci che ci saremmo scritti nel caso fossi passato da Larache. Preparo anche io le valigie, facendo attenzione ad averle tutte più o meno dello stesso peso per essere equilibrato una volta montate sulla bicicletta.
Al bar, ad attendermi, c’era Thomas, un altro ciclista belga che si appresta a lanciarsi nella sfida africana. Poco dopo incrociamo anche Violet e Gabriele, una coppia di cicloviaggiatori estremamente più esperta rispetto a noi due. Decidiamo di passare la prima notte insieme e andare a mettere le tende poco lontane dal porto. Le nostre bici sono parcheggiate tutte insieme vicino all’uscita, quando arriviamo in garage il concerto dei clacson delle auto, furgoncini e camion carichi all’inverosimile e pressanti per uscire è già cominciato. Mentre ci prepariamo guardo un addetto della nave che doveva gestire la confusione più totale, gli sorrido compatendolo, mi risponde ridendo e picchiandosi due dita sulla tempia: «Sono tutti pazzi».
Uscendo dalla nave sento che sta per succedere qualcosa di grande, in fila indiana ci dirigiamo verso la moschea di un villaggio che primeggia sul porto, qui troviamo sei ragazzi che ci consigliano un posto tranquillo in cui mettere la tenda e così facciamo. Mentre mangiamo e passiamo la serata a parlare di avventure passate e a scherzare su quella in cui tutti e quattro ci stiamo imbarcando, i bambini del posto vengono a giocare attorno noi incuriositi dalla nostra presenza.
Ora sono in tenda, la mente si sta svuotando, la calma e l’entusiasmo stanno prendendo il loro spazio. Vorrei che poteste sentire le emozioni che provo, fra poco si parte, ci sarà da divertirsi.