A Marrakech, quattordici anni dopo, per ricordare Chichi, Mondo e André

Ci sono date che restano impresse nella memoria e nella vita delle persone. Nel bene e nel male. Il 28 aprile è una, purtroppo, di queste. Incisa nella memoria collettiva ticinese. Perché nel 2011 un attentato terroristico travolse le giovani vite di quattro ragazzi. Corrado «Mondo» Mondada, Cristina «Chichi» Caccia, Morena «Nena» Pedruzzi e André Da Silva Costa.
Una bomba. Nel Caffè Argana della centralissima piazza Jamaa el Fna di Marrakech. Seduti al tavolino del bar c'erano anche loro. Quattro amici in vacanza. Mondo e André sono morti lì, Chichi e Nena sono tornate in Svizzera. Ma il 6 maggio, Cristina Caccia è morta in ospedale. Aveva da poco compiuto 25 anni. Morena ha passato nel letto di cure intensive dell’Unispital di Zurigo un mese e una settimana, sdraiata. Lì «il tema del giorno è sempre la vita o la morte», come racconta nel suo libro Risollevarsi. La mia vita dopo un attentato terroristico (iet edizioni). In poche settimane ha subito undici operazioni in anestesia totale. Ha fatto rientro nel nostro cantone in agosto. E da allora ha provato, appunto, a risollevarsi. Nel «secondo atto» della sua vita, dopo quel 28 aprile 2011.

Oggi, come ogni anno – tranne nel 2020 e nel 2021, a causa della pandemia da Covid –, Arnaldo Caccia, papà di Cristina, è a Marrakech. Per la cerimonia di commemorazione in piazza Jamaa el Fna. Al fianco delle famiglie delle altre vittime (in totale 18), i cui nomi sono incisi sulla stele commemorativa. Tutt'intorno vengono poste le loro foto, ci sono anche i volti di Chichi, Mondo e André. Ai piedi della stele i fiori, ai quali pensano le famiglie delle vittime ticinesi.
Arnaldo è arrivato a Marrakech sabato sera, accompagnato dall'amico Tiziano Solcà. Ieri ha cenato con le famiglie delle 8 vittime francesi. Sono loro, con il sostegno dell'ambasciata, a occuparsi dell'organizzazione della commemorazione, insieme al Municipio e alle forze dell'ordine. Al momento dedicato al ricordo, di quelle vite spezzate dal terrorismo, prendono parte anche i rappresentanti della Città, il console francese e la rappresentate svizzera madame Girard, i quali, proprio come Arnaldo Caccia e un rappresentante marocchino, hanno tenuto discorsi per ricordare le vittime. Presenti anche una TV locale e un centinaio di persone. Non sono mancate parole di pace in un periodo storico segnato da devastanti guerre in molti Paesi, dall'Ucraina sino alla Striscia di Gaza.
«È una ricorrenza alla quale ogni anno partecipano molte persone», spiega Arnaldo Caccia. «Io sono qui in rappresentanza delle nostre famiglie ticinesi. Lo faccio per Chichi, vengo qui principalmente per lei. E mi fa anche bene. Condivido il dolore con chi può comprendere il mio e mi è di conforto».