A pescare oro nei fiumi malcantonesi

La presenza di cercatori lungo i corsi d'acqua suscita interrogativi: è una pratica in conflitto con l'ambiente?
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Red. Lugano
19.01.2017 06:00

LUGANO - C'è l'oro nelle Alpi. C'è oro che da millenni viene trasportato a valle dai corsi d'acqua e dai ghiacciai. Anche in Ticino ci sono denominazioni di luoghi, paesi e fiumi che parlano di questa ricchezza e, di conseguenza, ci sono sempre state persone che ogni tanto vanno a caccia, con pazienza e tenacia, delle pagliuzze auree trascinate dalla corrente e nascoste in mezzo alle sabbie alluvionali.

Questa pratica può però anche entrare in conflitto con l'ambiente? A sollevare la questione, alla recente assemblea della Società La Ceresiana, è stato un pescatore di lunga data e da sempre frequentatore del torrente Lisora (una denominazione che la dice lunga) che da Astano scende verso la Tresa passando dal villaggio di Sessa, noto per le sue miniere aurifere che oggi si vorrebbero riaprire a scopi turistici.

La presenza del metallo prezioso, anche se sicuramente non in grandi quantità, e soprattutto la vicinanza con antichi filoni auriferi, fa sì che il torrentello malcantonese sia spesso meta di cercatori e non si sa se in possesso o meno dell'autorizzazione rilasciata dal Museo di storia naturale. Il problema è che la loro attività potrebbe seriamente disturbare la fauna ittica e in particolare i siti di riproduzione.

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