Quartiere saleggi

Accordo con polemica sul nuovo asilo nido di Locarno

L’associazione Zerosedici e la famiglia Pedrazzini hanno siglato l’intesa per l’apertura di una struttura dedicata alla prima infanzia nella residenza PerSempre - Gli esponenti politici della sinistra avrebbero però voluto che a realizzarla fosse il Comune
Secondo Insieme a sinistra attualmente a Locarno sono un centinaio le richieste inevase per posti in asilo nido. ©CdT/Archivio
Barbara Gianetti Lorenzetti
Barbara Gianetti Lorenzetti
26.01.2020 18:00

L’argomento è all’ordine del giorno della riunione di domani sera del Consiglio comunale di Locarno, chiamato a discutere di una mozione presentata dal PPD (prima firmataria Barbara Angelini Piva) per la creazione di un nuovo asilo nido comunale. Il Municipio ha già detto di no, giudicando – nel proprio preavviso – sufficiente l’offerta, anche in vista dell’apertura di nuove strutture. Una di queste sarà operativa dal prossimo settembre. È infatti appena stato siglato l’accordo fra la famiglia Pedrazzini, promotrice della residenza intergenerazionale PerSempre, nel quartiere dei Saleggi, e la Fondazione Zerosedici, attiva da oltre vent’anni con strutture educative per la prima infanzia a Muralto e Gordevio. Presto, dunque, anche a Locarno gestirà un Nido che potrà ospitare fino a 38 bambini e troverà posto in un centro il cui intento è unire servizi a scopo sociale e appartamenti a pigione moderata per giovani, famiglie e anziani.

L’accordo appena siglato è l’epilogo di una vicenda iniziata con una presa di contatto da parte della famiglia Pedrazzini, che aveva proposto al Municipio di aprire nella residenza un nuovo nido comunale. Proposta che non è stata accolta, cosa che suscita ora – dopo l’intesa trovata con la Fondazione Zerosedici – la reazione di Insieme a sinistra, l’intesa fra il PS e i comunisti cittadini. In una nota si sottolinea come attualmente a Locarno manchino un centinaio di posti al Nido. Per questo la Città avrebbe dovuto accogliere la proposta, che – secondo la Sinistra – non avrebbe influito sulle finanze comunali, viste le nuove sovvenzioni cantonali. Nel comunicato si mette poi in evidenza come le tariffe di una struttura privata siano da due a tre volte più care di quelle di una pubblica, soprattutto per il ceto medio basso. Per questo, conclude la nota, «il Comune perde un’opportunità, facendo uno sgambetto alle famiglie».