Addio alla sigaretta mentre aspetti il treno

Catrame e fumo di sigaretta. Inconfondibile. Sapresti di essere lì anche senza gli occhi. Alle volte basta il naso per capire dove sei. E la stazione è uno di quei luoghi che ti danno un senso di già vissuto, di abitudine. È mezzogiorno quando arriviamo a Lugano. L’intento è quello di capire come è stata accolta la notizia del divieto quasi totale di fumo nelle stazioni svizzere, che verrà introdotto gradualmente dalle FFS a partire dal primo giugno. Ma poi capiamo che non è necessario parlare con la gente. Anche perché qui, in questo campo, la divisione è netta, consente poche sfumature di grigio: da un lato i talebani del «tiro», i quali dovranno abbandonare la bionda al di fuori del perimetro della fermata; dall’altro i fondamentalisti del proibizionismo, con tutti gli argomenti (validissimi, eh) del caso. Dunque, questo, è un breve viaggio sulle abitudini. E come cambieranno. Punto.
Per dire: quando arriviamo dal posteggio lato Besso, manco a farlo apposta veniamo accolti da un fumatore di mezza età. Maglia blu, t-shirt blu. Lui, quasi come se si stesse preparando al futuro senza fumo, se ne sta in disparte a finire la sua sigaretta. Sembra prestare un’attenzione particolare a non oltrepassare la linea bianca pitturata sul marciapiede che, in sostanza, ti dice «qui sei all’interno della stazione». Una volta spenta, e dopo aver gettato il mozzicone in un tombino, entra e si perde fra le tante persone presenti a quell’ora. In generale, notiamo che le persone di una certa età tendono a godersi il fumo un po’ ai margini, quasi cercassero di infastidire il meno possibile. I giovani, più abituati a certi gesti fra la gente, sembrano non preoccuparsene. La buona notizia, se vogliamo, è che i posacenere piazzati anni fa dalle FFS con la scritta «Grazie di spegnere qui la sua sigaretta» sono gettonatissimi. Quasi tutti – anche chi se l’è appena accesa ma non ha fatto bene i conti con l’orologio e si vede arrivare il suo treno dopo due boccate appena – tengono alto il buon nome della Svizzera gettando il rifiuto là dove è previsto. Bene. Poi ovvio, siccome magari la fretta è troppa e l’educazione troppo poca, si fa di necessità virtù e il mozzicone finisce sul marciapiede o sui binari. Vabbè, tanto fra un po’, qui, dovranno smettere tutti.
Più avanti, decidiamo di visitare il famosissimo chiosco incastonato fra il binario 2 e il binario 3 della stazione di Lugano. Strategico, popolato, vivo. All’interno a servire clientela di tutto il mondo (ieri abbiamo incrociato una maldestra coppia di indiani) troviamo Marco. «Le sigarette? Sono il prodotto di gran lunga più venduto» ci conferma. «Diciamo che il sessanta percento degli acquisti riguarda il tabacco». E le bevande energetiche, moda importata dalla svizzera tedesca per un salutare (si fa per dire) dopo lavoro. Non divaghiamo. Ancora Marco: «Le marche più vendute sono le solite, Marlboro e Chesterfield. Le Parisienne sono in calo, non saprei dire perché». Chissà. Il fumo, comunque, sta cambiando. Oltre ai divieti futuri e quelli già in essere, il sistema di consumare le sigarette si sta trasformando. Gli aerosol (il tabacco riscaldato) e il vapore (lo «svapo») stanno prendendo sempre più piede. Anche in un microcosmo come la stazione di Lugano, dove in poco tempo abbiamo visto qualsiasi cosa. Sigarette normali, «vaporiere», Iqos, gente educata o meno. Ma dal primo giugno in poi si cambia. In questi posti pregni di abitudini rimarrà solo l’odore del catrame e il rumore dei treni che vanno e vengono.
Da sapere
In auto ancora si può
Lo scorso mese di febbraio il Consiglio federale aveva dato avviso negativo alla proposta avanzata dalla vodese Isabelle Chevalley (Verdi liberali), che chiedeva di introdurre il divieto di fumo al volante. Così l’Ufficio prevenzione infortuni: «Siamo consapevoli del pericolo potenziale che costituisce il fatto di fumare al volante. Come il Consiglio federale, siamo però dell’avviso che la legislazione attuale sia sufficiente». La Chevalley ha comunque promesso battaglia.
Presto in stazione no
La decisione di vietare il fumo per migliorare la qualità dell’aria e diminuire la sporcizia per terra era stata annunciata lo scorso 23 novembre dall’Unione dei trasporti pubblici. Ora sarà introdotto progressivamente, a partire da sabato, il divieto di fumare nelle stazioni FFS. Non ci sarà, per motivi logistici, una data fissa come era stato per il divieto imposto sui treni nel 2005. Ma la direzione è ormai segnata. Per i fumatori verranno comunque introdotte delle zone delimitate.
Lunedì in gran consiglio
Un tempo luogo vissuto da grandi fumatori, il Gran Consiglio tornerà a dibattere sul tema lunedì. All’ordine del giorno vi è infatti anche la discussione attorno alla mozione presentata da Nadia Ghisolfi e cofirmatari, per l’«introduzione di una norma specifica concernente il divieto di fumo nei parchi gioco e negli spazi all’aperto a disposizione di attività dedicate specificatamente ai minori». Uno degli obiettivi dichiarati, oltre agli spesso citati rischi legati al fumo passivo: rendere il fumo meno visibile ai bambini e ai giovani.
Un po’ di storia
Aerei
Oggi, fa strano anche solo pensarlo. Ma un tempo si poteva fumare a bordo degli aerei, piloti compresi. La Swissair introdusse il divieto totale di fumare sui propri velivoli nel 1996, dieci anni dopo gli Stati Uniti.
Cinema
Film, popcorn e sigarette. Sì. Una volta nei cinema accendersi una sigaretta era normalissimo. Poi la storia cambiò fra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta. Film, popcorn. Ma niente sigarette, più che altro per una questione di sicurezza.
In panchina
«Fumare nelle aree tecniche è una pratica malsana e può avere un impatto negativo sui giovani». Così scriveva la UEFA nel motivare la decisione di vietare le sigarette in panchina. Il provvedimento entrò in vigore a livello europeo nella stagione 2004-2005.
Treni
L’11 dicembre 2005 è una data storica per la Svizzera. Quel giorno, infatti, venne introdotto il divieto assoluto di fumo su tutti i mezzi di trasporto del nostro Paese. Treni, ovviamente, compresi. Da quel giorno, basta all’aria irrespirabile nei vagoni.
Locali pubblici
Il Ticino è stato uno dei Cantoni precursori nella lotta al tabagismo. Risale all’aprile del 2007, infatti, il divieto di fumare nei luoghi pubblici, nei ristoranti e nei bar. Tale divieto si è in seguito esteso a tutta la Svizzera nel 2010. Nel 2006, come ricorda l’Ufficio federale della sanità pubblica, il 27% dei non fumatori era esposto al fumo passivo per almeno un’ora al giorno. Oggi questa percentuale è drasticamente scesa a meno del 6%.