Addio nucleo abbandonato? Novazzano ha un (altro) piano
Forse è troppo per chiamarlo colpo di scena, o regalo di Natale in anticipo. Quella che vivrà Novazzano il prossimo 11 dicembre potrebbe però essere una svolta. Soprattutto per il suo nucleo. Quel giorno il Consiglio comunale sarà infatti chiamato ad esprimersi su un tema di cui si parla da anni, quello della vendita e ristrutturazione di una porzione importante (sia perché di notevoli dimensioni, sia perché in una zona molto centrale) del suo centro storico.
Parliamo della porzione di nucleo adiacente alla casa comunale tra via Indipendenza e via alla Chiesa (di cui fanno parte due corti storiche note come Curt da Tin e Curt da Belvedé), in stato di semi abbandono da anni e già al centro in passato di progetti poi naufragati (uno su tutti firmato Mario Botta). Perché le proprietà sono finite nel mirino di un nuovo possibile acquirente. E le trattative sarebbero a buon punto, tanto che i potenziali compratori, il proprietario attuale e il Municipio si sono già anche incontrati per discutere di potenzialità, sinergie e... criticità. Si perché a quell’incontro hanno partecipato anche alcuni cittadini preoccupati di quanto potrebbe succedere (e che hanno già anche messo nero su bianco le loro perplessità in una lettera inviata in Comune).
Lo si evince dalla documentazione che è stata sottoposta ai consiglieri comunali in vista delle seduta dell’11 dicembre. Il motivo per cui se ne occuperà il Legislativo? Ve lo spieghiamo subito: le preoccupazioni di parte della popolazione sono state raccolte e cristallizzate in una mozione dal consigliere comunale Vasco Medici. Mozione che ha portato a due rapporti commissionali della Gestione (che vedono in modo diverso l’operazione immobiliare all’orizzonte). Quello di maggioranza propone di respingerla, quello di minoranza di accoglierla.
La mozione
Il testo di cui è primo firmatario Medici (rappresentante del gruppo Insieme a Sinistra-I Verdi-Indipendenti) si fonda su un una constatazione: «Il recupero e la valorizzazione» della porzione di nucleo costituita dai mappali 101 e 1401 «è una priorità e di assoluta urgenza»; ad esserne promotore dovrebbe tuttavia essere il Municipio. Da questa premessa l’invito all’Esecutivo guidato da Sergio Bernasconi ad aprire «una discussione sull’acquisto con i proprietari». Sullo sfondo il desiderio di creare contenuti sociali e aggregativi, quello di un restauro rispettoso della struttura architettonica e il fatto che il comparto di cui fa parte anche la stalla-fienile dietro al Municipio (già di proprietà del Comune) «meriti di essere considerato nel suo insieme».
L’opinione del Municipio
«L’Esecutivo ritiene l’operazione dei privati la migliore soluzione e ha deciso d’istituire una commissione consultiva che potrà affiancare il progettista e i privati», l’invito è dunque a respingere la mozione. Questa è la conclusione a cui è giunto il Municipio (e che non ha convinto l’unanimità della Gestione). Una conclusione frutto anche dell’incontro tra le parti di inizio agosto e legata a queste considerazioni: «Il gruppo interessato all’operazione immobiliare ha dato garanzie verbali in merito alla disponibilità di un progetto ad ampio respiro, che non riguardi unicamente i due sedimi, ma che possa riqualificare anche la parte pubblica esistente, risolvendo il problema dei parcheggi necessari». L’idea è anche di creare ulteriori spazi per l’amministrazione comunale: «È stata data ampia disponibilità a una fattiva collaborazione» per la creazione di sale riunioni, uffici, un magazzino, un WC pubblico e un collegamento con l’essiccatoio/fienile. Il Municipio si sofferma anche sulla sua intenzione di restaurare l’ex fienile, rendendo noto di aver commissionato allo stesso architetto dei promotori del progetto l’analisi di «quanto può essere realizzato presso l’essiccatoio/fienile».
Commissione divisa
Per la maggioranza della Commissione della gestione «l’operazione tra privati, attualmente in corso, è la migliore soluzione». Il loro invito è quindi a sposare la conclusione del Municipio e respingere la mozione.
Non la pensa allo stesso modo chi ha firmato il rapporto di minoranza (relatore: Claudio Luppi) che sostiene che «il Municipio non ha tenuto conto di troppi aspetti importanti». Tra questi si citano ad esempio la creazione, nell’ambito del progetto, di un autosilo sotterraneo che renderà «necessaria la riapertura al traffico di via Motta, cosa alquanto improbabile», la necessità di avere un piano B se la compravendita non andrà a buon fine, così come: «Se il Municipio sa già cosa gli serve (gli spazi extra per l’amministrazione, ndr) perché non pensa di comperare e usare gli spazi secondo le proprie necessità?». La conclusione: «Non ci sono sufficienti informazioni che garantiscano che il privato riesca nel suo progetto. Appoggiarsi unicamente al privato chiuderebbe qualsiasi alternativa» e al momento «altre strade sembrano ancora percorribili». La parola, l’11 dicembre, al Consiglio comunale.