Le modifiche

Agenti di sicurezza, più flessibilità

La Commissione giustizia e diritti accoglie all'unanimità la proposta del Governo di permettere l'accesso alla professione anche a persone che si trovano in stato di insolvenza
© CdT/ Chiara Zocchetti
Red. Cantone
31.03.2025 20:17

Aggiustare la legge per permettere maggiore flessibilità nell’accesso alla professione (in qualità di dipendente) di agente di sicurezza e investigatore privato per chi si trova in stato di insolvenza. È questo, in buona sostanza, il senso del messaggio presentato dal Consiglio di Stato nel dicembre 2023 e che propone di correggere un aspetto puntuale della nuova legge sulle prestazioni private di sicurezza entrata in vigore da un paio d’anni. Modifiche che, in commissione Giustizia e diritti, hanno convinto tutti. Già, ma perché questi correttivi? «Si ritiene che la possibilità di rilasciare, a determinate condizioni, un’autorizzazione anche a coloro che si trovano in stato di insolvenza, possa rappresentare un’opportunità di trovare un posto di lavoro, di rimborsare i propri debiti e di reinserirsi nel contesto sociale e professionale», spiegava il Governo. «L’impedimento di percepire un salario, che invece potrebbe servire per rimborsare i debiti, appare poco coerente. Non da ultimo, l’attuale requisito relativo alla solvibilità riduce il numero di potenziali candidati in un settore dove vi è già una certa difficoltà a trovare del personale idoneo alla professione». Il rilascio dell’autorizzazione anche a persone in stato di insolvenza sarebbe comunque sottoposto a due condizioni: accettare il monitoraggio della situazione debitoria e dimostrare una riduzione progressiva (almeno del 10% l’anno) del debito. Modifiche vengono proposte anche a livello di sanzioni: il testo prevede infatti la punibilità per chi impiega personale non autorizzato.

Del tema, come detto, si è occupata la commissione Giustizia e diritti, che ha firmato all’unanimità il rapporto di Alessandro Mazzoleni (Lega). «La Commissione ritiene che le modifiche proposte siano giustificate e proporzionate», annota il deputato nel rapporto. «Tutelano la libertà economica senza compromettere la sicurezza pubblica; favoriscono l’inserimento lavorativo di persone in difficoltà; rafforzano la responsabilità dei datori di lavoro, garantendo che solo personale autorizzato operi nel settore». Non da ultimo, in un periodo poco favorevole per le casse dello Stato, le modifiche non prevedono oneri finanziari aggiuntivi per Cantone e Comuni.