Verso le elezioni

«Aggregazioni, avanti»

Dopo anni qualcosa si sta finalmente muovendo anche a Locarno in merito al capitolo fusioni – Ma l’argomento sarà destinato a svilupparsi davvero? Ecco gli scenari sui quali alcuni candidati prevedono di lavorare
©Gabriele Putzu
Mauro Giacometti
28.02.2024 06:00

Alla fine anche a Locarno qualcosa si muove. Mai come negli ultimi mesi la parola «aggregazioni» ha iniziato a circolare. Nei dibattiti politici, sui media, tra la cittadinanza. Merito di Lavertezzo, che ha mosso dei passi in direzione della «Città polo», rilanciando il tema. Ma quattro candidati alle «Comunali» della Città raccontano, al Corriere del Ticino, di guardare oltre.

Lavertezzo ha aperto la strada. La sindaca del Comune più piccolo del Cantone, Tamara Bettazza, negli scorsi mesi ha consegnato insieme al collega di Locarno, Alain Scherrer, una lettera d’intenti a Bellinzona (al Consigliere di Stato Norman Gobbi) per fondere la sua realtà con il «polo» del Leone rampante. Una mossa che ha colto di sorpresa soprattutto chi si aspettava di andare avanti con il piano cantonale, nel quale si prevedono ben altri scenari, tutti a sfavore della Città. Sia come sia (e come sarà), il tema è diventato subito caldo. In vista delle prossime elezioni comunali di aprile, ecco cosa ne pensano quattro candidati scelti dal Corriere del Ticino: Nicola Pini (del PLR), Pierluigi Zanchi (Verdi e indipendenti), Marco Pellegrini (il Centro) e Andrea Giudici (Andrea Giudici).

In generale, tutti sono pronti a mettere la questione in primo piano nella loro agenda. «Locarno è pronta al dialogo con chiunque voglia intavolare una discussione volta a migliorare servizi e capacità di azione», afferma Nicola Pini. «La Città investe in un centinaio di manifestazioni dalle quali i Comuni vicini beneficiano senza quasi mai contribuire: oneri e spese come se fosse già aggregata, ma non ne beneficia dal punto di vista contributivo», sottolinea Zanchi. Per Marco Pellegrini, il passo avanti di Lavertezzo dovrà essere «un punto di partenza e di accelerazione per una più avanzata collaborazione tra i comuni». Anche se Andrea Giudici evidenzia come «le aggregazioni non devono essere imposte dall’alto».

Sulla questione dei prossimi passi dell’annoso dossier aggregazioni nel Locarnese, tutti e quattro riconoscono l’importanza del dialogo con altri Comuni, in particolare con Losone, Orselina, Brione sopra Minusio, Muralto e Minusio.

Le domande

1) Il prospettato matrimonio con Lavertezzova considerato solo come un primo passo o sarà sufficiente per i prossimi 4 o 6 anni?

2) Con quali altri Comuni la Città dovrebbe intavolare delle discussioni? E, soprattutto, per quali ragioni?

Nicola Pini, PLR

1) È un primo passo e non si può che ringraziare il Municipio di Lavertezzo per aver rilanciato il tema, ricevendo dalla Città un’adesione convinta. Locarno è pronta al dialogo con chiunque voglia intavolare una discussione volta a migliorare servizi e capacità di azione. Spiace però vedere preclusioni di principio: lasciamo lavorare la Commissione di studio così da avere un progetto sul quale decidere.

2) Priorità a Losone. Poi a Orselina e Brione sopra Minusio– che con i Monti della Trinità potrebbero creare un discorso di «collina locarnese»–per poi riflettere con le Terre di Pedemonte e, perché no, Centovalli e Onsernone. Sarebbe anche bello, partendo da Lavertezzo, allargare il discorso al Piano, ma parrebbe esserci una chiusura.

Pierluigi Zanchi, Verdi e Indipendenti

1) È un inizio, richiesto da Lavertezzo, che si sta sviluppando anche con Losone. Consideriamo però che dai vari Comuni sono richieste collaborazioni (alcune già in corso): polizia, scuole, servizi sociali, rifiuti; senza contare che Locarno investe in un centinaio di manifestazioni ogni anno dalle quali i Comuni vicini beneficiano senza quasi mai contribuire. Locarno ha oneri e spese come se fosse già aggregata ma non ne beneficia dal punto di vista contributivo.

2) Andrebbe analizzata la questione territoriale, non solo politica e finanziaria. Sono da prendere in considerazione Losone, Orselina, Brione sopra Minusio, Muralto e Minusio. Una considerazione però è d’obbligo: il Cantone, visti alcuni trascorsi, poteva essere maggiormente proattivo.

Marco Pellegrini, Il Centro

1) Il prospettato matrimonio con Lavertezzo ha il pregio di avere smosso le acque sul tema. La sua evoluzione e durata sono difficili da prevedere: entrano in gioco variabili da considerare e posizioni da conciliare, trovando soluzioni condivise. Ma è un passo che fa da detonatore a dinamiche promettenti. Un punto di partenza e di accelerazione per una più avanzata collaborazione tra i comuni.

2) Locarno deve assumere il compito di avviare un moto aggregativo che punti a creare un polo regionale solido e autorevole. I Comuni con i quali intavolare discussioni sono diversi. La loro cerchia va valutata considerando la prossimità geografica, la dimensione, gli obiettivi di sviluppo e altre esigenze delle singole collettività.

Andrea Giudici

1) Il Comune di Lavertezzo è appunto il primo passo, ma il mio auspicio è che il discorso non si fermi. Occorre affrontare e sviluppare il tema con i Comuni con progetti condivisi e in cui la popolazione non opponga resistenze al progetto. Le aggregazioni non devono essere imposte dall’alto. Solo con un polo forte il Locarnese potrà assumere un ruolo trainante a livello cantonale.

2) Losone potrebbe rappresentare una concreta opportunità vista la disponibilità e apertura sul tema. Ma guarderei anche a Orselina che in passato aveva già manifestato una certa disponibilità. Ciò permetterebbe alla nuova realtà di superare la soglia dei 20.000 abitanti, creando opportunità lavorative, turistiche e residenziali. Tutta la regione avrebbe una maggiore attrattiva.

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