Circonvallazione

Agno-Bioggio, «Quella variante non s’ha da fare»

Cinque illustri esperti scrivono alle autorità: «Vi spieghiamo perché il tracciato deciso dal Cantone non va bene» - E ne propongono un altro
In rosso il tracciato della variante lato ovest, in blu il tram e in giallo la cantonale.
Giorgia Reclari
13.03.2019 06:00

Il tema della circonvallazione Agno-Bioggio, che avrà lo scopo di ridurre il traffico nella congestionata regione malcantonese, fa scorrere fiumi di inchiostro da anni, con varie proposte di tracciati che si sono susseguite. Recentemente il Dipartimento del territorio ha presentato la variante approvata anche da tutte le autorità locali coinvolte, la cosiddetta variante C, che in sostanza prevede un tracciato interrato dalla zona Vallone di Agno fino all’aeroporto per poi costeggiare la pista sul lato est, lungo il Vedeggio.

Questa variante non è però piaciuta a un gruppo di illustri esperti che a titolo professionale si sono occupati dell’agglomerato luganese con progetti, ricerche e studi e che hanno deciso di presentarne una giudicata migliore. Si tratta dell’urbanista Pierino Borella, dell’architetto Benedetto Antonini e degli economisti Remigio Ratti e Angelo Rossi e del geografo Gian Paolo Torricelli. Nella corposa e dettagliata documentazione inviata ieri alle autorità federali, cantonali e comunali interessate si legge che «la variante C presenta talmente tali e tante criticità che non può essere data per scontata». Lo scopo della presa di posizione, scrivono «è unicamente, e solo quello, di fornire ulteriori informazioni su elementi di fatto constatati, agli organi decisionali con la convinzione che occorre conoscere per decidere».

I cinque esperti non vanno per il sottile, bocciando alla base la variante del Cantone: «è avulsa totalmente dal contesto territoriale in quanto il tracciato è stato scelto secondo la logica politica del consenso da parte del Municipio di Agno che si oppone ad un tracciato sul lato ovest, secondo la logica di pancia». La critica riguarda innanzi tutto il fatto che la variante lato est sarebbe in contrasto con l’organizzazione del territorio prevista dal Nuovo Polo del Vedeggio e dal Piano direttore già in vigore.

La variante che invece propongono passa sul lato ovest dell’aeroporto, presenta un tracciato interrato più corto della metà e in sostanza è quella approvata dal Municipio di Lugano e trasmessa al Dipartimento del territorio nell’agosto del 2017 nell’ambito della procedura di consultazione promossa dallo stesso Cantone sulla circonvallazione. La stessa - si legge nella presa di posizione - è stata aggiornata al 2019 per componenti marginali a Cavezzolo ed in particolare piccole modifiche dei tracciati delle opere stradali complementari di servizio «in modo da garantire la massima flessibilità per la progettazione dell’impianto urbanistico del comparto».

Un altro motivo per cui il tracciato lato ovest è preferibile riguarda il volume di traffico. La variante ovest - sono convinti gli epserti - permetterebbe di raccogliere tutto il traffico da e per le zone industriali di Agno e Bioggio con vari raccordi «diretti, funzionali e attrattivi», mentre quella est esclude questa possibilità. Di conseguenza «il traffico residuo generato sulla strada cantonale esistente risulterà di circa 3-4000 veicoli al giorno, pari al 20% di quello attuale e ciò dopo aver speso milioni per la nuova circonvallazione». Una quantità di veicoli molto più alta di quella della variante lato ovest. Infine anche dal punto di vista finanziario il lato ovest risulterebbe vincente, con un costo complessivo stimato in 150 milioni a fronte dei 200 previsti dal Cantone.

«In gioco il futuro della regione»

Gli esperti ribadiscono che «in gioco non è la semplice valutazione di un tracciato rispetto a un altro, ma il futuro stesso dell’agglomerato urbano del Luganese e del comprensorio del Basso Vedeggio in qualità di polo ovest dell’area urbana».