Agno, la strada in superficie divide anche i vicini di casa

I timori di Agno sulla circonvallazione stanno prendendo forma. E hanno le sembianze di una strada completamente in superficie tra la Piodella e il Vallone. Una variante – quella che stanno portando avanti i tecnici e che in base a una precisa scelta del Cantone non dovrebbe costare più di trecento milioni (ne abbiamo riferito qui) – che il Comune ha sempre ribadito con forza di non volere.
Una delle domande da porsi, e che trova risposta più velocemente, è se gli altri Comuni del Malcantone – sia toccati direttamente dall’opera sia dal traffico veicolare – decidano di appoggiare la variante a cielo aperto del Cantone oppure optino per fare fronte comune e essere solidali con Agno. Sveliamo subito le carte: alcuni stanno facendo quadrato e sono convinti che la circonvallazione, così come disegnata, non risolverà il problema del traffico che attanaglia il Basso Malcantone. Poi c’è chi, per ovvie ragioni, preferirebbe appoggiare il Dipartimento del Territorio piuttosto che non vedere realizzata l’opera. Sullo sfondo, tra alcuni sindaci continua a tenere banco un’idea del passato, ma già bocciata su tutta la linea per via del costo eccessivo: la galleria unica dal Madonnone a Manno.
Un po’ territorio un po’ traffico
Partiamo da chi, dopo Agno, è direttamente toccato dal progetto. Bioggio, consapevole di trovarsi in una posizione privilegiata al netto che il Dipartimento del Territorio, a dicembre, si era visto costretto a tagliare a metà la circonvallazione e eseguire solo la parte d’opera compresa tra la rotonda Cinque Vie e l’estremità sud della pista dell’aeroporto, piuttosto che aspettare ancora preferirebbe appoggiare la variante a cielo aperto. «Non posso entrare nel merito del territorio di Agno, ma è ovvio che se l’alternativa fosse non farla, mi dispiacerebbe molto, come mi dispiace per Agno e il suo territorio – sottolinea il sindaco, Eolo Alberti –. Sono per realizzare la circonvallazione e non per bloccarla, anche se parlo da una posizione privilegiata. È un’opera che avrà comunque un’incidenza sul nostro territorio, anche se non passerebbe vicino all’abitato». Ad ogni modo, «sono cinquant’anni che ne parliamo, è ora di fare qualcosa».
Di contro troviamo Roberto Citterio, sindaco di Magliaso, che empatizza con Agno anche se la variante in superficie non andrebbe a toccare direttamente il «suo» territorio. «Per solidarietà ci schieriamo con Thierry Morotti (sindaco di Agno, ndr). Questa circonvallazione è un palliativo che non risolve il problema del traffico del Basso Malcantone. Inoltre, si creerebbe un imbuto in zona Tropical con il tram». Citterio spinge invece per la soluzione della galleria unica. Anzi, «alcuni Comuni del Basso Malcantone sono favorevoli a una variante Manno-Madonnone con un semi svincolo. Sarebbe un’opzione, per chi scende da Pura, imboccare la galleria e viceversa. In aggiunta, il traffico di 27 mila auto verrebbe spalmato su due vie di percorrenza». L’idea della galleria unica, come detto, era già stata scartata perché sarebbe costata il doppio del doppio rispetto al prezzo iniziale della Agno-Bioggio. Ma «se ci fosse la solidarietà di tutti i Comuni si potrebbe riproporre, magari anche chiedendo dei contributi federali».
Saliamo a Vernate, anche se il traffico arriva fino al bivio con Neggio. Il sindaco Angelo Vegezzi, senza giri di parole, è dalla parte di Agno, «perché è aggrovigliato in questa problematica. Con la Conferenza dei sindaci del Malcantone stiamo portando avanti varie soluzioni da proporre, e la possibilità della galleria unica è risaputa. Ma tutto dipende dai costi. Vero è, però, che il contributo federale sarebbe un aiuto enorme».
Concludiamo questo giro di voci tra i sindaci a Caslano. Emilio Taiana capisce «perfettamente la posizione di Agno», ma «un conto è avere dei desideri, un altro è far quadrare i conti». In buona sostanza, Caslano è sostanzialmente favorevole alla variante a cielo aperto, anche se «non intendo andare contro Agno e devastare il suo territorio». Scartata a priori la galleria unica, «che non è fattibile», Taiana ricorda che «prima che il direttore del Territorio, Claudio Zali, buttasse per aria la prima variante, che era peraltro già stata approvata dal Gran Consiglio, la soluzione era in superficie e andava bene a tutti».
Come visto, il fronte non è unito su questo argomento. Sicuramente, la Conferenza dei sindaci del Malcantone dovrà riunirsi per discutere di questa nuova variante portata avanti dai tecnici. Chissà che qualcuno cambi idea.