Ai pompieri ticinesi servono nuove leve
I pompieri ticinesi hanno bisogno di nuove leve. Negli ultimi dieci anni il numero dei volontari intenzionati a indossare la divisa dei vari Corpi ha subito una flessione importante, attorno all’8%, che sul medio periodo potrebbe seriamente mettere a rischio il servizio in generale. L’allarme era stato lanciato già nel 2020 in occasione del bilancio annuale della Federazione pompieri Ticino (FPT) e già allora si era fatta largo l’ipotesi di unire le forze per invertire questa tendenza preoccupante. Già, perché se fino ad oggi ogni corpo pompieri organizzava in autonomia la propria campagna di reclutamento, nel triennio 2022-2024 ne verrà lanciata una cantonale.
Un abbandono precoce
«L’obiettivo – ci spiega il presidente del consiglio direttivo della FPT, Alain Zamboni – è anticipare i tempi e invogliare sempre più uomini e donne tra i 18 e in 40 anni a diventare pompieri volontari e, soprattutto, individuare i motivi dell’abbandono di questa attività». Il percorso formativo per diventare pompiere – prosegue Zamboni – non è indifferente e si ottiene un bagaglio di esperienza dopo circa 4-5 anni. «La grande flessibilità professionale che caratterizza il Ticino fa però sì che diversi militi lascino il volontariato dopo qualche anno. Per chi abita a Locarno e lavora a Lugano può per esempio incontrare difficoltà nel conciliare il ruolo di volontario con la propria professione principale». Le conseguenze, a lungo termine, sono preoccupanti per i vari Corpi sparsi sul territorio cantonale. In Ticino, in totale, ci sono 1.630 pompieri, tolti circa 160, tra professionisti, come a Lugano e chi lo fa a tempo pieno (ad esempio presso i Comuni polo, i pompieri aziendali delle FFS e del Centro d’intervento del Gottardo), restano circa 1.470 militi volontari. «Sono la nostra colonna portante», ribadisce Zamboni. «Se non riusciamo a invertire la tendenza, faremo fatica in futuro a garantire il servizio su tutto il territorio».
L'attesa riforma legislativa
Oltre alla nuova campagna di reclutamento, la FPT guarda con attenzione a Bellinzona, a Palazzo delle Orsoline. Dal 2019 è infatti ferma in Commissione costituzione e leggi la riforma delle Legge suoi pompieri che punta a rivedere il sistema di finanziamento, centralizzando tutti i contributi e affidando al Cantone il compito di ridistribuirli ai singoli Corpi. «Oggi c’è chi ha a disposizione il massimo delle risorse e chi invece il minimo», prosegue Zamboni. «Dalla politica ci aspettiamo un segnale forte».
«Non tornerei indietro»
Tra i vari problemi riscontrati, come detto, vi è l’abbandono precoce del volontariato. Ma cosa dovrebbe spingere un giovane a diventare pompiere? «La ricerca di nuove sfide e di un’attività che ti porta ad essere confrontato con situazioni delicate, da risolvere in tempi brevi. Ovviamente bisogna avere dentro quel “fuoco sacro” indispensabile per svolgere questa professione, così come la voglia di diventare parte attiva delle dinamiche del proprio Comune. Ma la soddisfazione è tanta», conclude Zamboni. E una conferma in questo senso ci arriva proprio da una volontaria del Sottoceneri. «Per me non c’è un’alternativa». Sofia Cremonesi, 28.enne volontaria in forza al Corpo pompieri Mendrisiotto non ha dubbi: la scelta presa dieci anni fa è stata vincente e non la cambierebbe per nulla al mondo: «Mi sono avvicinata a questo mondo grazie mio fratello maggiore e ai suoi amici, tutti pompieri. Da piccola ho iniziato a bazzicare la caserma e a 18 anni mi hanno proposto quasi per scherzo di arruolarmi. «Dopo tutto questo tempo sono assolutamente convinta di ciò che sto facendo. Ho trovato una grande famiglia insieme alla quale posso essere al servizio dei cittadini. È impegnativo ma nelle difficoltà riesci sempre a tirar fuori un sorriso». Allo stesso modo, prosegue la nostra interlocutrice, «lavorare in una squadra affiatata fa sì che ci si sostenga a vicenda. La forza fisica serve, certo, ma non solo di quella si ragiona». Sofia di professione è geomatica ma – ci spiega – riesce tranquillamente e conciliare il volontariato con il suo lavoro: «Con i pompieri faccio i turni di notte e i fine settimana e anche le esercitazioni si svolgono di regola in queste fasce orarie. Ho trovato una grande flessibilità».