Al Litorale l’accademia incontra la società civile
LUGANO - L’Università della Svizzera italiana (USI) ha inaugurato oggi nel Quartiere Maghetti un nuovo spazio di coworking che ospita sei uffici e una ventina di spazi di lavoro. «Il litorale è il luogo dove l’acqua incontra la spiaggia - ha detto il rettore Boas Erez. - E in questi spazi l’USI uscirà e incontrare altre realtà: la società civile, il mondo dell’imprenditoria e quello culturale». Si tratti quindi di un punto d’incontro, che sarà gestito non direttamente dall’USI, bensì dall’associazione studentesca Match (che ha lo scopo di avvicinare gli studenti al mondo del lavoro), come spiegato dalla cofondatrice Giorgia Pati: «È raro che un’Università offra una simile opportunità a un’associazione di studenti. L’idea degli spazi è quella di mettere in contatto accademia e territorio, favorendo lo scambio di idee fra freelancer, startup e piccole e medie imprese. L’associazione in particolare curerà la gestione del coworking e si occuperà dell’eventistica. Delle idee e della loro concretizzazione. Speriamo di creare una comunità di pratica».
L’ingresso del Litorale si affaccia su piazza san Rocco. L’USI è in affitto presso la Fondazione Maghetti, e a sua volta subaffitta i sei uffici. L’obiettivo finanziario, ha spiegato Boas Erez, è semplicemente quello di pareggiare i costi dell’affitto. I locali - dove un tempo dimoravano le suore - sono stati rivisti dagli architetti Giuliano Gavin e Aldo Coldesina: «Abbiamo dato un’interpretazione letterale alla parola litorale», ha detto Gavin. Che concretamente significa una scelta di materiali in legno chiaro per il mobilio (a richiamare le dune di sabbia) e delle pennellate di blu mare alle pareti che richiamano nelle proporzioni la sezione aurea (un richiamo a sua volta alla natura).
Al termine della parte ufficiale la startup SLUX, tramite il fondatore e inventore Alessandro Pasquali, ha mostrato le sue innovazioni tecnologiche, che permettono di trasmettere dati attraverso la luce, anziché le onde radio. Pasquali qualche anno fa (vedi suggeriti) aveva trasmesso via luce l’inno svizzero da un lato all’altro del canale della Manica, non senza qualche problema organizzativo di tutt’altra natura. L’esperimento era infatti dovuto essere spostato di un giorno, ha ricordato Pasquali ridendo, «perché avevano scambiato mio fratello per un terrorista».