Alla scoperta dei segreti di una rassegna di successo

Nulla da obiettare: l’equazione Rassegna gastronomica del Mendrisiotto e Basso Ceresio e successo – ancora una volta – è quella giusta. L’ottobre culinario del Distretto ha reso contenti i ristoranti e, con essi, anche i partecipanti alla rassegna. Sella, polenta e, a vario titolo, le specialità della stagione (e della regione) hanno preso per la gola molte persone. La sessantunesima edizione della Rassegna gastronomica va agli archivi con un sentimento di soddisfazione. «Non abbiamo ancora i numeri precisi, però guardando alla richiesta di consegna degli omaggi e dei premi finali da parte dei partecipanti, il sentore è che sia andata bene» ci conferma il presidente della rassegna, nonché titolare del grotto San Martino di Mendrisio, Flavio «Mamo» Quadranti. Altre conferme del buon esito dell’evento arrivano, inoltre, dagli altri colleghi che hanno partecipato.
«Siamo in linea con i numeri dello scorso anno» commenta ancora Quadranti specificando che la scorsa edizione era quella del sessantesimo, «dunque eccezionale». Al netto, quindi, le soddisfazioni non mancano. Proviamo, a questo punto, a carpire il segreto di questo prolungato affetto nei confronti della rassegna. «Penso che vi sia una fortunata combinazione di più fattori. A partire dal fatto che, ormai, fa parte della nostra storia: chi partecipa oggi lo faceva già da bambino».
Poi, continua il presidente, «piace l’idea di ricevere degli omaggi. Vi sono persone che li usano quotidianamente, altri invece ne fanno una collezione». Nell’edizione appena conclusa l’omaggio era un mini bowl in ceramica. Chi ha completato il Passaporto del goloso con otto timbri (quindi con 8 piatti della Rassegna) ha ricevuto il premio finale: un vassoio in legno con ardesia che insieme alle bowl forma un set per l’aperitivo. V’è inoltre un’altra componente – un altro ingrediente della ricetta del successo – che non va sottovalutata, ed è il lavoro. «Impieghiamo molto tempo per organizzare la manifestazione e anche i 41 ristoranti partecipanti ci mettono del loro per far funzionare il ‘giocattolo’». Infine... la tavola. A ottobre, con l’autunno che avanza, «le persone si aspettano di mangiare la sella, la selvaggina e i piatti tipici che magari non trovi negli altri periodi dell’anno, come ad esempio il bollito o la cazzuola». Eccolo, il segreto; o meglio i segreti.
Il piacere di uscire a cena
Piena soddisfazione la manifesta anche il titolare del grotto Eguaglianza di Capolago, Andrea Vassalli. «Abbiamo registrato un 20% in più rispetto alla rassegna dello scorso anno. L’affluenza è stata davvero incredibile». Vassalli, tra i suoi tavoli, ha potuto riscontrare che «la gente ha proprio voglia di uscire a cena per mangiare alla rassegna». Anche per questo motivo, malgrado l’evento si sia concluso il 3 novembre, nel menù dell’Eguaglianza ci saranno ancora alcune particolari proposte: «Continueremo ad offrire la lombatina di capriolo e il risotto al pesce persico».
Un altro particolare ha colpito Andrea Vassalli: «Le persone che vengono a cena per riuscire ad ottenere il premio finale». Insomma, un vero e proprio richiamo: «Spero che anche nelle prossime edizioni verranno messi a disposizione omaggi comodi da utilizzare e interessanti per il pubblico». Pubblico eterogeneo e affezionato: il titolare del ritrovo di Capolago ci conferma, in tal senso, che a tavola si siedono persone dai 25 agli 80 anni, senza distinzione.
E, sulla scia di quanto detto da Quadranti, anche per Vassalli si conferma il piacere di «tornare» alla rassegna: «Ricordo che da bambino ci andavo a mangiare con i genitori e i nonni. Indimenticabili le lumache dall’Igor a Mendrisio». Ricordi che si rinfrescano ogni anno, così come i sapori. E con essi il piacere di uscire a cena.