Altre misure di risparmio per la Parrocchia di Viganello
La Parrocchia di Viganello non se la passa bene. In verità, non se la passa bene da un po’, così come altre in Ticino, e sta attuando tutta una serie di accorgimenti per spostare più avanti possibile la misura di risparmio più «dolorosa» e «impopolare a scapito della qualità del servizio offerto». Misura che non è per nulla esclusa, beninteso, «se guardo in prospettiva futura e il trend degli ultimi anni», ma «sto facendo di tutto per non arrivare a quel punto tamponando dove si può. Non posso far affondare la barca». Le preoccupazioni finanziarie, il presidente del Consiglio parrocchiale Michele Codella, le ha già espresse nero su bianco in un recente (e rinnovato) bollettino parrocchiale, dove annunciava il taglio delle spese per il recapito del foglio informativo nelle bucalettere dei fedeli. «È un segnale tangibile delle difficoltà che la nostra comunità parrocchiale sta vivendo».
«I miracoli non so ancora farli»
Il Consiglio parrocchiale di Viganello, giocoforza, si troverà a dover prendere, in un prossimo futuro, decisioni difficili che riguardano «le esigenze ricorrenti necessarie alla gestione di una parrocchia». In altre parole, ridurre i costi. Esigenze cioè che includono «gli stipendi dei parroci, i contributi sociali, le assicurazioni, la manutenzione degli edifici e tutti gli altri costi necessari per il buon funzionamento della nostra comunità», leggiamo nella lettera allegata al bollettino parrocchiale. Alcune di queste sono già state messe in atto. Come il costo dell’invio del foglio informativo (ridotto anche da trenta a circa quattro pagine) che «sarà disponibile esclusivamente in chiesa o inviato via posta a chi ne farà espressamente richiesta». Una misura di risparmio, «per riuscire a stare a galla», nell’ordine di qualche migliaio di franchi. «Ogni anno abbiamo più uscite che entrate e il capitale si sta erodendo – spiega Codella –. I costi di manutenzione sono elevati, abbiamo un conto economico di 300 mila franchi e avere ricavi per la stessa cifra significa ingegnarsi per abbattere i costi. Basta guardare il bilancio per capire dove stiamo andando. E io, i miracoli, ancora non li so fare».
La preoccupante situazione finanziaria della Parrocchia di Viganello (che comprende anche Cassarate e Albonago) non è certo nata ieri. Anzi, «sono in carica da più di dieci anni e già quando ho preso in mano la situazione il quadro era preoccupante. Negli anni ho cercato di tagliare dove si poteva nel tentativo di avere un pareggio di bilancio, ma con il calo dei fedeli è un lavoro continuo. Cerchiamo di ottimizzare i costi con piccoli accorgimenti: ci aiutano principalmente volontari, che ringrazio, ad esempio con la manutenzione del giardino (la persone che se ne occupava è andata in pensione e non è stata sostituita) oppure con le pulizie della chiesa».
C’è ancora posto...
Erosione dei fedeli, già. Un fenomeno ampiamente conosciuto e continuamente in fase progressiva, «ma abbiamo la fortuna di avere ottimi parroci che riescono ad attirare fedeli». Ma se dovessero venire a mancare queste due componenti fondamentali, sarebbero guai seri. «Già abbiamo una diminuzione dei fedeli perché ci sono altri credi – rileva il presidente del Consiglio parrocchiale –: nel fine settimana, ad esempio, arriviamo più o meno a 1.200/1.500 presenze per quattro messe sull’arco di sabato e domenica. Quando ero piccolo le navate della chiesa erano piene. Oggi, se vai ad esempio alla messa di Natale, trovi ancora posto nei banchi. Se oltre a questo inizio a togliere anche il servizio, ci si avvita su sé stessi».
L’imposta parrocchiale?
In passato il Consiglio parrocchiale era già stato costretto ad apportare tagli alle spese per contenere i costi. Nel 2018, ad esempio, sempre il bollettino parrocchiale aveva abbandonato i colori diventando in bianco e nero, erano stati ridotti i costi degli organisti e automatizzato l’organo ed era stato ridotto l’orario di lavoro (e lo stipendio) del custode. Come detto, le misure di risparmio faranno parte anche del futuro. «L’imposta parrocchiale non è stata introdotta grazie al finanziamento da parte della Città di Lugano – sottolinea Codella –. Ma in futuro non si sa mai. È una misura che potrebbe essere presa in considerazione, ma è solo una delle tante. Cerchiamo più che altro di mantenere lo status quo, visto che già altre spese stanno erodendo il potere d’acquisto delle famiglie».