Anche Coop aprirà di domenica, Migros conferma e raddoppia

«Il test di Melano e Maggia è passato a pieni voti e pertanto verrà riproposto». Il portavoce di Migros Ticino, Luca Corti, è perentorio: «La proposta è piaciuta. È stato un crescendo di pubblico».
Sfruttando la legge sui negozi approvata lo scorso giugno in votazione popolare, la catena di grande distribuzione ha infatti testato l’apertura domenicale nelle due filiali ticinesi. L’esperimento è iniziato a fine luglio grazie alla modifica di legge che consente, nelle zone turistiche, di tenere aperti i negozi anche la domenica, a patto che questi abbiano una superficie inferiore a 400 metri quadrati. In realtà, il voto ha sancito il passaggio da 200 a 400 metri, sbloccando di fatto la situazione dei punti vendita di Melano e Maggia. «Il successo di queste aperture domenicali si costruisce nel tempo e con l’abitudine degli avventori», osserva Corti, secondo il quale l’esperienza ha pure promosso l’immagine di un Ticino ospitale. «L’esperimento è stato fatto soprattutto per i turisti», ricorda Corti. A questo proposito il portavoce conferma: «L’obiettivo è stato raggiunto. Entrambe le filiali sono state frequentate da turisti».
Si riapre in primavera
E ora, che cosa succede? «I termini di legge ci impongono di chiudere a fine mese». Con la fine della stagione turistica, cessa infatti anche la possibilità di tenere aperto. «Da parte nostra, tuttavia, Melano e Maggia non vanno più considerate come esperimenti: entrambe le sedi riapriranno in primavera, a partire dal 3 di marzo, con l’inizio della nuova stagione turistica», anticipa al CdT Corti. Ora inizia quindi una fase transitoria. «Peccato per la chiusura - aggiunge il portavoce - visto che il servizio era apprezzato anche dalla popolazione residente, in particolare da chi, durante la settimana, non aveva tempo di fare la spesa». Da notare che i clienti ticinesi non provengono solo dal bacino usuale di entrambe le filiali, ma arrivano anche «da fuori», da più lontano. «Possiamo immaginare che siano anche clienti che in passato erano obbligati ad andare in Italia per fare la spesa della domenica».
Visto il successo, Migros vorrà quindi replicare l’esperienza altrove? «Stiamo approfondendo il tema. L’intenzione è quella. Comunque, non saranno aperture generalizzate ma puntuali», spiega ancora il portavoce. «Di principio abbiamo individuato alcune sedi che potrebbero prestarsi a un test analogo, in termini di frequenza, esposizione turistica e superficie massima». La nuova norma della Legge sull’apertura dei negozi impone infatti che le superfici di vendita siano inferiori a 400 metri quadrati. «Stiamo valutando alcune sedi nel Sopraceneri e alcune nel Sottoceneri». Come detto, per la scelta finale sarà decisivo il fattore superficie. Per intenderci, la sede di Agno - nonostante sorga in una zona turistica - non potrebbe essere presa in considerazione, se non con un’apertura parziale, poco razionale e gestibile. Più probabile, invece, che la scelta del Gigante arancione cada su sedi simili a quelle di Caslano o Ascona, ossia con una dimensione inferiore a 400 metri quadrati.
Quindi che cosa succederà? «Non escludiamo nulla. Partendo dal fatto che Melano e Maggia hanno passato brillantemente l’esame, queste sedi sono state confermate. Per il resto si vedrà. La possibilità di aprire è data a partire dal 3 di marzo. Le comunicazioni quindi seguiranno», conclude Corti.
Altri seguiranno
Con ogni probabilità dunque Migros raddoppierà, lanciando altrove altri test. Che cosa faranno invece le altre catene? Ad agosto, sollecitata dai media, Coop aveva fatto sapere di aver avviato alcune valutazioni. Ebbene, anche in questo caso ci sono novità. Come confermatoci dalla portavoce per la Svizzera italiana, Leila Bakkers, «Coop ha deciso di sfruttare la possibilità data dalla nuova Legge. Pertanto, a partire dal 2024, procederà con l’apertura di alcuni negozi selezionati durante alcuni periodi dell’anno». Attualmente - spiega ancora Bakkers - «è già stato deciso un leggero ampliamento delle superfici di vendita di alcuni negozi che già precedentemente erano autorizzati all’apertura domenicale». Sulle sedi scelte per le nuove aperture domenicali, Coop non si sbilancia. «Il piano interesserà alcuni negozi nelle zone a carattere turistico. Sedi e date precise saranno comunicate a tempo debito», spiega Bakkers, ricordando che tra gli elementi tenuti in considerazione per la valutazione «c’è la necessità di rispondere in modo efficace alle esigenze della clientela».
Nessun cambiamento di rotta, invece, per Aldi. Ad agosto, la catena di distribuzione aveva dichiarato di non essere interessata alla nuova deroga sull’apertura domenicale, in quanto tutte le loro filiali superano i 400 metri quadrati. La catena, inoltre, aveva aggiunto che non avrebbe neppure ridotto le superfici di vendita per rientrare in quel limite. Oggi è cambiato qualcosa? «Al momento no», spiega la catena. «Tuttavia, non possiamo evitare di guardare quello che fanno i nostri concorrenti. Pertanto, se in futuro lo riterremo opportuno, ci muoveremo anche noi in questa direzione». La strategia potrebbe quindi cambiare.
Vendite a rilento
Due mesi per far quadrare i conti prima di Natale, poi per il settore della vendita sarà tempo di bilanci. Quest’anno, con un’incognita in più: i consumatori, stretti nella morsa delle crescenti pressioni finanziarie, stringeranno i cordoni della borsa? Dopo il bilancio in chiaroscuro di giugno, le vendite come procedono?
«Le prossime otto settimane saranno decisive per il bilancio di fine anno», conferma al CdT, la presidente di Federcommercio, Lorenza Sommaruga. «Nella prima parte dell’anno abbiamo registrato un chiaro rallentamento degli affari. Durante l’estate, con l’avvento dei turisti, non è andata tanto meglio». Ora? «Staremo a vedere. È chiaro che la pressione sul potere di acquisto si fa sentire», aggiunge Sommaruga. La quale ricorda inoltre come il rincaro delle merci si ripercuota anche sui commercianti stessi. «Durante le prossime aperture domenicali mi auguro comunque di vedere più negozi aperti di quanti ne abbia visti lo scorso 15 ottobre, in occasione dell’apertura generalizzata». Sommaruga non nasconde la sua delusione. «Lugano era piena di gente. Peccato, un’ altra occasione persa».
Nella grande distribuzione la situazione a livello di vendite «non è semplice, soprattutto per il non-food e le spese consistenti», ammette Luca Corti di Migros. Per il food invece la frequenza nelle filiali è buona. «Probabilmente si è alleggerito un po’ il carrello a causa della congiuntura». Non bisogna però essere catastrofisti, aggiunge Corti: «Ci difendiamo. Il bilancio definitivo si farà dopo il Natale, il periodo più importante». Che dire invece del turismo della spesa? «Attualmente stiamo assistendo a un nuovo ritorno del fenomeno», spiega dal canto suo la portavoce di Coop, Leila Bakkers. «L’anno scorso ciò era dovuto al basso tasso di cambio dell’euro e ai prezzi della benzina più economici». Tuttavia, prosegue Bakkers, un effetto riequilibrante è dato dall’inflazione che attualmente in Svizzera è nettamente inferiore e dai prezzi che complessivamente aumentano meno che in altri Paesi. Pertanto, al momento «Coop è sostanzialmente soddisfatta degli sviluppi del 2023». Gli ultimi dati sul turismo degli acquisti, nel 2019, stimavano il fenomeno in 500 milioni di franchi di spesa in negozi fisici e altrettanti nell’online. «Siamo tornati a questi livelli, quantificabili a circa mille posti di lavoro», conclude Corti.