Anche gli animali soffrono la canicola
Le temperature rimangono alte. Molto alte. E mentre la canicola ci dà filo da torcere e corriamo ai ripari, provando rimedi di vario tipo che possano restituirci un minimo sollievo, gli animali soffrono insieme a noi. Infatti, nella battaglia contro il caldo non siamo soli. Tutti gli animali, chi più e chi meno, hanno problemi con le temperature elevate. Per capire quali siano i sintomi, le condizioni più pericolose e anche le soluzioni per sopportare maggiormente il caldo per i nostri amici a quattro zampe (e non solo) abbiamo incontrato Sabina Fehr dello Zoo al Maglio di Neggio.
Tra ghiaccioli e bagni di sabbia
Gli animali soffrono il caldo, proprio come gli esseri umani. Ogni specie, però, ci spiega Sabina Fehr, ha delle strategie per refrigerarsi. «Ci sono animali che per rinfrescarsi si ritirano nella stalla più fresca, o nell'angolo più ombreggiato del recinto. Infatti, molti di loro ora non si vedono perché sono nascosti, per proteggersi dai raggi del sole. Altri prediligono fare una doccia, come i pappagalli e gli uccelli in generale, che vanno volentieri nell'acqua». E non finisce qui. Per gli animali che non amano l'acqua, lo Zoo al Maglio propone dei ghiaccioli rinfrescanti. «Sono in particolare i primati e le scimmie a cui non piace l'acqua che preferiscono rinfrescarsi con qualcosa di alimentare o cercando l'ombra». A Neggio ci sono anche i leoni e il leopardo delle nevi. E quest'ultimo, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è tra gli animali che soffrono maggiormente il caldo. «I leopardi sono un po' come i beduini nel deserto. Il loro pelo li protegge anche dal caldo. Ovviamente, il nostro predilige l'ombra e cerca di ripararsi nella stalla più fresca, evitando di stare sotto al sole diretto, ma non patisce la canicola più di altri animali. In realtà, a soffrire di più sono... le galline!», ci svela la direttrice. «Loro sono libere di scorrazzare per tutto lo zoo e di raggiungere diversi posti all'ombra, ciononostante soffrono, e vanno in giro con il becco aperto». Un segnale che l'animale lancia, quando il caldo sta diventando particolarmente insopportabile. «Per rinfrescarsi quindi cercano l'ombra, si nascondono o vanno attorno alle fontane. Oppure fanno i bagni di sabbia. Cercano degli angoli nel terreno sabbioso, dove magari abbiamo smosso un po' la terra, e poi si buttano dentro, ricoprendosi le ali di sabbia. È una tecnica utile anche per rimuovere i parassiti, ma quando fa caldo funziona per abbassare la sensazione di calore proprio perché la terra è fresca».
Pericoli anche per gli animali
Un animale che soffre il caldo, come si può immaginare, lancia qualche messaggio particolare per manifestare il suo disagio. Per le galline, come abbiamo visto, è il becco aperto. Ma in generale, tutti gli animali che stanno male per le temperature elevate «tendono a essere un po' più mogi e a muoversi lentamente», ci spiega Sabina Fehr. «Per evitare che accada li teniamo sempre monitorati. Non appena ci accorgiamo che manca l'acqua da qualche parte andiamo a bagnare con la canna, evitando di arrivare a situazioni tragiche». Anche gli animali, così come gli esseri umani, possono infatti essere vittime di malori e colpi di calore, arrivando in alcuni casi estremi al collasso. L'assenza d'ombra e il sole diretto, così come la mancanza di acqua, possono essere molto pericolosi per qualsiasi animale. «È piuttosto tragico veder svenire un animale. Per questo motivo, quando ci accorgiamo che si nascondono, stanno molto fermi o hanno il respiro accelerato capiamo che non si trovano a loro agio e cerchiamo immediatamente un altro riparo».
Siccità «sotto controllo»
E parlando di acqua, la domanda sorge spontanea. Come è possibile continuare a garantire agli animali un'adeguata protezione dal caldo, nel momento in cui la siccità sta mettendo in difficoltà più e più realtà in tutto il Paese? Per lo zoo al Maglio, fortunatamente, il problema sembra non essere troppo accentuato. «Prendiamo l'acqua direttamente dal fiume qui sotto, dove c'è anche una pompa», ci spiega un membro dello staff, mentre punta la canna dell'acqua verso il recinto dei cebi dai cornetti. «Abbiamo l'erogazione normale di acqua che viene dal fiume - conferma la direttrice - e in queste giornate così calde bagniamo dentro i recinti con la canna. Perché chiaramente, l'acqua che bevono gli animali è diversa da quella che usiamo per rinfrescarli». Come dicevamo, poi, non tutti gli animali amano particolarmente il contatto con l'acqua. Qualcuno sembra però apprezzarla: i macachi. Abituati alle montagne del Giappone, dove sono soliti buttarsi in pozze di acqua calda per riscaldarsi, anche gli esemplari ospiti dello zoo di Neggio sembrano non aver abbandonato l'abitudine. Sono tra le poche scimmie, infatti, a cui piace l'acqua e che addirittura nuotano. «Con tutte le altre, invece, si può costruire una barriera con l'acqua, perché sicuramente non ci passeranno attraverso», chiosa la direttrice.
Ghiaccioli per tutti
Ma torniamo al «pezzo forte» e alla soluzione più «particolare» per rinfrescare gli amici pelosi: i ghiaccioli. Sabina Fehr ci spiega nel dettaglio il procedimento di questo «insolito spuntino». «Abbiamo iniziato con i primati, ma poi lo abbiamo esteso anche a tutti gli animali che mangiano frutta e verdura. Prepariamo una razione fissa, perché come per gli altri pasti, tutti gli elementi che compongono il gelato vengono pesati e calcolati. Per questa ragione, li distribuiamo in base alle calorie che contengono. Generalmente, mettiamo dei pezzi di frutta dentro un contenitore che riempiamo semplicemente con acqua e lasciamo nel congelatore». Per i leoni, però, la ricetta cambia. «È un po' meno carino da sentire, ma la versione che proponiamo ai felini è fatta con acqua e sangue. Può poi capitare che all'interno vengano inseriti altri aromi, come la valeriana, che piace molto ai leoni. A mano a mano che il ghiacciolo si scioglie lo annusano, lo muovono, cercano di capire cosa ci sia dentro e quale sia l'elemento da mangiare. Infatti, poi, rimangono delusi. Difficilmente leccano il ghiacciolo, anche perché la lingua rimarrebbe attaccata al ghiaccio, e loro lo sanno. Ma ci giocano con la zampa, e anche questo comportamento è già sufficiente per dare un po' di sollievo dal caldo. Effettivamente, per i felini il ghiacciolo è più un gioco. Anche il leopardo ci gioca veramente tanto».
Prima di concludere la nostra visita, abbiamo il piacere di assistere proprio allo spuntino con i gelati. Jimmy, il gibbone «super longevo» di 58 anni, sembra incuriosito dal «ghiacciolino» con le banane che Sabina Fehr gli allunga nel recinto. Ma la direttrice ci spiega: «In realtà vuole solo le coccole». I cebi dai cornetti, a cui viene dato un ghiacciolo molto più grande con fragole e melone, da dividere, cominciano invece a giocarci, facendolo rotolare. Mentre uno dei procioni, attirato dal suo ghiacciolo alla banana, abbandona momentaneamente la sua tana all'ombra, concedendosi una pausa merenda sul bordo di un piccolo laghetto.