La domenica del Corriere

«Anche il DECS può risparmiare, ma ci sono linee invalicabili»

Il Consiglio di Stato sta definendo come applicare la misura della non sostituzione dei partenti anche nel mondo della scuola - Ma Marina Carobbio chiarisce: «Il provvedimento non potrà toccare i settori essenziali»
Melide: La Domenica del Corriere. Nella foto un momento durante il programma televisivo con, da sinistra, Andrea Sanvido, parlamentare Lega, Aron Piezzi, parlamentare PLR, Gianni Righinetti, giornalista, Madalena Ermotti Lepori, parlamentare Centro e Marina Carobbio Guscetti, direttrice DECS.© Ti-Press / Elia Bianchi
Red. Ticino&Svizzera
03.06.2024 06:00

Tra pochi mesi il tema principe del dibattito politico sarà il Preventivo del 2025. A tenere banco, oggi, è però ancora una misura decisa dal Gran Consiglio con l’approvazione, lo scorso febbraio, del Preventivo 2024: la non sostituzione del personale partente nella misura del 20%. Una misura che preoccupa e non poco il mondo della scuola. Non a caso, qualche giorno fa, dodici associazioni attive in ambito scolastico e familiare hanno lanciato un appello rivolto alla politica per chiedere di fare un passo indietro: «Non si devono risanare le finanze a spese dei più deboli», hanno detto. Sul tema, ieri sera, è intervenuta la direttrice del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) Marina Carobbio, ospite della trasmissione del vicedirettore del Corriere del Ticino Gianni Righinetti «La domenica del Corriere».

«Già in occasione del dibattito sul preventivo ho ritenuto necessario intervenire», ha premesso Carobbio. «Volevo capire quale fosse la richiesta della maggioranza della Commissione della Gestione». Commissione che, ricordiamo, per ragioni di equità ha voluto estendere la misura della non sostituzione del personale partente nella misura del 20% anche a coloro che non sottostanno al cosiddetto Piano dei posti autorizzati (PPA). In pratica, quindi, anche al mondo della scuola e al settore socio-sanitario. «Attuare questa misura - ha spiegato la consigliera di Stato - voleva dire toccare in maniera importante la scuola. Dopo un lungo dibattito, il Gran Consiglio ha detto che si trattava di un auspicio. Ora, quindi, stiamo cercando di capire come attuare la misura». Un provvedimento che, ha chiarito Carobbio, «a mio avviso non potrà certo toccare i settori essenziali della scuola». Tanti, e diversi, sono infatti i bisogni degli allievi. «C’è la questione della presa a carico di ragazzi con bisogni speciali, ma occorre disporre del personale e delle strutture necessarie; ci sono allievi che presentano situazioni di disagio e per i quali servono docenti mediatori. Abbiamo poi i ragazzi ad alto potenziale, che quindi devono essere seguiti maggiormente». Insomma, «se si vuole tagliare in maniera lineare, come sembrava essere la prima intenzione del Parlamento, le conseguenze sarebbero disastrose».

Il Consiglio di Stato sta dunque cercando di capire come applicare la misura. Ma per la direttrice del DECS un aspetto rimane centrale: «L’importante è far sì che la scuola possa adempiere al suo scopo principale, ossia insegnare». Carobbio si è poi detta rammaricata di non aver potuto confrontarsi con i commissari della Gestione prima di arrivare in aula. «Avrei auspicato che la Commissione mi convocasse per capire come applicare questa misura e discuterne insieme». Alcune misure di risparmio, ha comunque detto la direttrice del DECS, «si possono attuare. Ne abbiamo proposte alcune anche noi che toccano direttamente il DECS. Ora ci stiamo lavorando al Preventivo 2025, ma non possiamo mettere a rischio gli obiettivi della scuola. Ci sono delle linee rosse che non possono essere valicate».

Sul tema, in trasmissione, hanno preso la parola anche gli altri ospiti di Righinetti. «Il nostro auspicio è che possano essere ottimizzate le risorse», ha spiegato il deputato della Lega Andrea Sanvido. «C’è un’esplosione dei costi nell’ambito della pedagogia, quindi forse in quel settore c’è margine per tagliare. E poi c’è un discorso di effettivi per classe: nel passato avevamo molti più allievi per classe, li abbiamo diminuiti per favorire la qualità. Ma questo ha portato a un aumento degli effettivi». Secondo il parlamentare del PLR Aron Piezzi «è l’occasione per fare un lavoro serio e capire se c’è la possibilità, attraverso una pianificazione sul lungo termine, di ridurre i costi». Nella scuola, ha aggiunto, «non servono più risorse finanziarie, ma piuttosto occorre capire come spendere meglio questi soldi». Anche la granconsigliera del Centro Maddalena Ermotti-Lepori si è detta convinta che i margini per risparmiare ci siano. «Ma non si può attuare un risparmio tagliando linearmente. Piuttosto, il Parlamento ha approvato il decreto legislativo per la revisione della spesa dello Stato e questo potrà identificare i margini di risparmio, in funzione però degli obiettivi».