La testimonianza

«Anche se i volumi sono più piccoli, la competenza è rimasta»

Ne è convinto Carlo Croci, CEO di Interfida e già sindaco di Mendrisio, convinto che a Chiasso un’anima ancora c’è
© CdT/Gabriele Putzu

Negli scorsi giorni, il carnevale riempiva le strade e le piazze: l’occasione, per Chiasso, di aprirsi al suo presente e al suo domani. Il corteo dei bambini è stato una festa colorata, un’opportunità per non perdersi nei ricordi di ciò che fu, ma per guardare a ciò che ancora può essere. Certo, lì in piazza Indipendenza, all’ombra dell’ex Credit Suisse, un po’ viene il magone. Ma i coriandoli hanno contribuito a metterlo da parte. A Chiasso un’anima ancora c’è. Lo ammette anche l’ex sindaco di Mendrisio, Carlo Croci, che in qualità di amministratore delegato di Interfida ben conosce le dinamiche chiassesi. Non ha smesso di osservarle. E riconosce: «In questi ultimi anni, tutti quegli affari che potevano essere svolti nel nostro territorio, per tutta una serie di motivazioni, principalmente legate al rispetto delle giurisdizioni fiscali tra Stati, si sono indeboliti. I volumi si sono rimpiccioliti, così la piazza finanziaria di Chiasso, dell’intero Mendrisiotto, si è ritrovata decisamente limitata rispetto a venti o trent’anni fa. Lo constato in forma diretta, perché lavoro nel settore e abbiamo gli uffici a Chiasso. Detto questo, da qualche mese, come Interfida, notiamo una ripresa di presenze a Chiasso». E stabili che nessuno sembrava voler abitare, trovano più facilmente inquilini. «Secondo me, Chiasso oggi sta ritrovando la sua giusta dimensione».

Il realismo

Una conferma, quindi, di quanto già ci diceva Arrigoni. «Be’, ma la nostra piazza economica resta interessante». Una questione, per Carlo Croci, legata al contesto svizzero, al nostro sistema finanziario, alla nostra facilità di parlare più lingue, «a una storia di successo a livello bancario e finanziario». Un polo che sa ancora essere attrattivo, «per insediamenti locali, ma anche dall’estero». L’ex sindaco di Mendrisio sottolinea: «La competenza è rimasta, sappiamo ancora fare finanza e fare banca, anche se i volumi sono più piccoli. Ma ritengo siano volumi “giusti”, che nascono dal territorio e che producono risultati nel territorio». Per Croci, insomma, non si tratta, qui, di vedere dove si è sbagliato in passato. Sono dinamiche più grandi della politica locale, delle amministrazioni locali. «È così, parliamo di fenomeni che passano sopra la testa di chi lavora per i Comuni. Qui parliamo di fenomeni su scala globale. Ma in fondo, trovo che questo cambiamento, così naturale, ci porti a una dimensione più realistica rispetto a chi siamo, rispetto al nostro territorio. Certo, abbiamo avuto la fortuna di beneficiare di un’economia importante e qualcosa è rimasto, in termini di patrimonio, di ricchezza, di agio per poter affrontare un nuovo presente».

Strutture non più compatibili

Le grandi banche occupavano, come detto, sedi importanti. Rischiamo di ritrovarci con le classiche «cattedrali nel deserto»? «È un mercato che tendenzialmente svanisce, vivendo la piazza più di servizi che non di facilitazioni. Oggi, manifestare la propria attività con soluzioni monumentali non è compatibile con la nuova realtà. In tutti i casi, ho appena visitato lo stabile Credit Suisse su piazza Indipendenza e devo dire che è davvero bellissimo, con pavimenti in marmo di Peccia stupendi. Mi auguro che possa trovare una nuova destinazione pubblica. La possibilità che diventi sede della Giustizia cantonale? Sarebbe molto interessante. Allargando lo sguardo, ritengo possa avere unicamente una dimensione pubblica. Non mi immagino un utilizzo da parte di una nuova azienda privata, a meno che non arrivi un grande marchio della moda, tanto per fare un esempio. Ma certo è difficile immaginare che qualcuno possa permettersi una struttura così sontuosa, oggi».

Il mercato immobiliare

Il ridimensionamento della piazza finanziaria ha condizionato il mercato immobiliare chiassese. «Sì, certo, da questo punto di vista ha condizionato l’intera regione, perché la vitalità di Chiasso aveva un influsso su tutta la regione del Mendrisiotto». La riduzione dei volumi finanziari ha portato anche a una riduzione delle transazioni immobiliari, osserva Croci. «C’è stato anche un ricambio di posizioni, con la partenza di persone di vertice in un contesto finanziario che oggi non esiste più. E il mercato immobiliare ha quindi vissuto una pausa nelle transazioni, almeno un decennio meno brillante dei precedenti. Fortunatamente, come si diceva, da qualche mese constatiamo più interesse. Una ripresa esiste». 

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