Ancora molte incognite per la Molino Nuovo del futuro

Inutile girarci intorno: Piazza Molino Nuovo sembra più una rotonda piuttosto che uno spazio di aggregazione. Nell’aula di canto delle scuole elementari della Gerra si è parlato di questo e altro durante l’assemblea della commissione di quartiere di Molino Nuovo di sabato scorso. La sala era piena, non c’erano giovani e le discussioni a tratti sono state spinose. Dopo il benvenuto da parte della presidente della commissione, Svetlana Rossi, che ha presentato le attività svolte e quelle future, si è passati agli interventi delle municipali Cristina Zanini Barzaghi (Dicastero immobili) e Karin Valenzano Rossi (Dicastero sicurezza e spazi urbani).
Il comparto
Per il comparto che racchiude i tre isolati da via Trevano alla Chiesa della Madonnetta si sta portando avanti l’allestimento di un nuovo piano regolatore e a causa dei vincoli pianificatori attuali, i privati non possono ristrutturare le proprie parcelle. Per avere idee su come sviluppare l’area in questione, il Municipio ha indetto un mandato di studio in parallelo fra diversi gruppi di lavoro. Il progetto scelto come maggiormente in linea con i desideri del Municipio propone la costruzione di un edificio pubblico sul lato ovest di Piazza Molino Nuovo e lo spostamento o la sostituzione dell’imponente fontana di Tita Carloni. Sotto l’edificio potrebbe essere creato un autosilo da circa 60 posti per togliere i posteggi sulla piazza e lungo le strade adiacenti. La strada a nord della piazza, che attualmente contribuisce a rendere ostile lo spazio, potrebbe essere chiusa o limitata al traffico per entrare all’autosilo. Via Trevano e via Bagutti sono considerate «arterie troppo importanti» per essere sconvolte e lo stesso vale per Corso Elvezia che funge da sagrato della Chiesa della Madonnetta. In ogni caso si sta parlando di un progetto che si intende attuare nei prossimi 50-100 anni. Gli interventi d’implementazione di componenti naturali per contrastare le isole di calore e la progettazione di spazi più permeabili con corti interne verdi e attraversabili verranno rispettati.
Cosa fare della fontana
«Ora arriva la bomba», ha affermato Karin Valenzano Rossi. La fontana ha bisogno di lavori di ristrutturazione alle tubature del valore di circa 300 mila franchi. La domanda che porge la Municipale alla popolazione è: che cosa farne? Come osservato in precedenza, il progetto preferito dal Municipio prevede l’eliminazione della fontana. «Si potrebbe dunque abbandonare sin da subito l’idea del restauro, togliendo la fontana e creando uno spazio pubblico temporaneo fino a quando non si darà il via al concorso e progettazione della nuova piazza», ha suggerito Valenzano Rossi, aggiungendo che «ora il Municipio vuole dare il via a una forma di partecipazione, forse un sondaggio, per capire le opinioni della cittadinanza». «Tanto la fontana è brutta e fuori moda», ha detto qualcuno dalla platea. Per altri, invece, ha ancora un posto nel cuore.
O autosilo, o alberi
A far discutere è anche la costruzione dell’edificio pubblico. Per molti presenti non c’è bisogno di edificare ulteriormente. Però, come definito dalla Municipale Zanini Barzaghi, «l’edificio serve a separare lo spazio pubblico dalla strada e permette di costruire un autosilo al di sotto. Prevedere grandi alberature sopra l’autosilo interrato, invece dell’edificio, non sarebbe possibile». Lo stabile sarebbe pubblico e permetterebbe ai cittadini di usufruirne. L’esigenza di una struttura per la popolazione c’è, come confermato dalla presidente della Commissione di quartiere, Svetlana Rossi. «Attualmente per le attività di convivenza fra i cittadini ci ritroviamo in una sala di Villa Carmine, ma sarebbe opportuno avere più spazio. Molino Nuovo – continua la presidente – ha sempre fatto parte di Lugano e non possiede un edificio che possa fungere da casa di quartiere per la popolazione, come viene fatto con le ex-case comunali delle zone aggregate della Grande Lugano». Ma l’ubicazione sulla piazza non piace nemmeno a lei. «Le soluzioni non sono scolpite nella pietra», hanno affermato a più riprese le due municipali, «ci sono molte strade percorribili. Ora diamo il via a una fase di consultazione. Per l’autosilo, un’opzione potrebbe anche essere una collaborazione fra pubblico e privato su un’altra parcella».