Anguille, è un ritorno sfuggente

Il nuovo corridoio alla diga di Creva potrebbe riportare il pesce nel Malcantone: probita la cattura
Rai
24.07.2014 05:43

Per secoli le peschiere posizionate lungo il fiume Tresa sono state una trappola mortale per una moltitudine impressionante di anguille, tanto da costituire occasione di lavoro e di sostentamento per molte famiglie del Malcantone. Ma, con la costruzione della diga di Creva un'ottantina di anni or sono, l'emigrazione di questa specie ittica dal Verbano al Ceresio è cessata definitivamente. Tuttavia, qualche mese fa, è stato aperto un corridoio preferenziale di risalita per pesci all'altezza dello sbarramento citato, per cui gli spostamenti di questo pesce potrebbero riprendere, a condizione che anche la transitabilità degli ostacoli presenti più a valle sia ripristinata – non a caso gli sbarramenti sul Ticino sono attualmente oggetto di risanamento – e che la popolazione migratrice abbia ancora una sufficiente consistenza. Purtroppo, però, a partire dall'anno venturo il nuovo regolamento di applicazione della convenzione per la pesca nelle acque italo-svizzere stabilisce che la pesca dell'anguilla è vietata nei due laghi, così come avverrà (sino a nuovo provvedimento dei commissari) per alborella, temolo e pigo. In altre parole, questa specie migratrice catadroma – ovvero che vive e si sviluppa in acque dolci, ma per riprodursi scende verso il Mar dei Sargassi – sarà protetta.

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