Arriva al TRAM lo scontro tra Canobbio e la Posta
Non è ancora finita la vertenza fra il Comune di Canobbio e la Posta, che vede i due attori scontrarsi ormai da quasi quattro anni. Oggetto del contendere: la decisione della Posta di chiudere l’Ufficio postale in paese e aprire un’agenzia nei pressi, all’interno di una farmacia. Decisione che il Municipio di Canobbio ha combattuto sin dal primo momento, mettendo in campo tutto l’armamentario a sua disposizione. Senza però, sinora, trovare soddisfazione. Anzi, rispetto all’ultima volta che ne abbiamo scritto a marzo 2022 il Comune si è trovato sostanzialmente soccombente di fronte al Consiglio di Stato e ha dovuto ricorrere - è questione degli ultimi giorni - al Tribunale cantonale amministrativo (TRAM).
I precedenti
In precedenza il Comune si era rivolto senza successo a PostCom - la Commissione federale delle poste - la quale aveva tutelato la scelta della Posta, pur riconoscendo che determinare la strategia basandosi esclusivamente sui volumi degli uffici postali poteva essere riduttivo. Anche il Cantone aveva sostenuto Canobbio, chiedendo di «soprassedere alla chiusura».
Questa via non ha però dato gli esiti sperati per il Comune, che ha così deciso di spostare il campo dello scontro. Negando, cioè, il rilascio della licenza edilizia alla Posta. Rilascio senza il quale non è possibile inserire l’agenzia nella farmacia. Da parte sua la Posta ha impugnato questa decisione con successo al Consiglio di Stato, che ha «parzialmente accolto» il suo ricorso. Canobbio, per tutta risposta, ha deciso di impugnare questa decisione al TRAM con la ferma volontà di impedire l’operazione: «Andremo fino in fondo - ci ha detto il sindaco Roberto Lurati - in quanto riteniamo ci siano diverse ragioni affinché non si faccia una Posta che non darà il servizio che è importante dia, non solo per Canobbio ma anche per i Paesi attorno: il luogo scelto dalla Posta non è idoneo». Il Municipio da tempo argomenta che sia opportuno mantenere l’ufficio postale anche perché è l’ultimo rimasto nel comprensorio e nei comuni vicini ormai si trovano solo agenzie postali, che hanno un’offerta ridotta.
Un paese contro
Di certo vi è che, dal punto di vista di Canobbio, la soluzione prospettata dal Gigante Giallo non è invisa solo al Municipio, ma a praticamente tutto il paese. Contro la chiusura dell’ufficio erano state raccolte 1.700 firme e ancora recentemente l’Esecutivo ha informato il Consiglio comunale su come intendeva agire, ricevendone pieno sostegno: «È una promessa che abbiamo fatto alla nostra popolazione - conclude Lurati. - Faremo tutto il possibile affinché la Posta resti in paese alle condizioni attuali».
Da parte sua la Posta, tramite una portavoce fa sapere che «In attesa di conoscere gli ulteriori sviluppi della vicenda, confidiamo di poter giungere all’identificazione di una soluzione adeguata che ci permetta di continuare a offrire un servizio postale di qualità nel comune di Canobbio».