Istruzione

Arrivano i due nuovi campus SUPSI, ma gli studenti restano «a distanza»

L’inaugurazione della sede di Viganello è prevista il 22 marzo, quella di Mendrisio il 23 aprile – In queste settimane l’impegno è stato profuso per il trasloco – Previsto per lo più lo smart studying – Il presidente Petruzzella è orgoglioso per il lavoro fatto e per il rispetto dei costi - LE FOTO
© CdT/Gabriele Putzu
Luca Bernasconi
17.02.2021 21:57

È iniziato il conto alla rovescia. L’ultimo termine era stato spostato alla primavera 2021, e i tempi saranno rispettati. Nelle prossime settimane saranno infatti inaugurati i campus della Scuola professionale della Svizzera italiana (SUPSI) di Mendrisio e di Viganello. Le date delle cerimonie ufficiali sono stati agendate. Per il campus luganese il giorno prescelto è il 22 marzo, mentre per quello momò il 23 aprile. E alla festa, anche se temiamo per poche persone in presenza, hanno assicurato la loro presenza il presidente della Confederazione Guy Parmelin e il consigliere federale Ignazio Cassis.

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Solo un minimo ritardo

È con non poco orgoglio che il presidente della SUPSI Alberto Petruzzella ci racconta quanto sta succedendo in queste settimane che precedono l’inaugurazione e quanta fatica ci è voluta per rispettare i tempi di realizzazione delle due strutture. Strutture, ricordiamolo, nelle quali graviteranno circa 4.000 persone fra personale, collaboratori, studenti in formazione di base e studenti in formazione continua.

Anche in questo progetto ci ha messo lo zampino il coronavirus, causando ritardi nella costruzione delle sedi. «Ma alla fine neanche tanto. Il nostro obiettivo principale era di poter aprire le porte in settembre per il semestre autunnale. Il tutto è slittato alla primavera come peraltro indicato dall’ultimo aggiornamento», ci dice Petruzzella.

Una festa a metà

L’inaugurazione ufficiale non sarà un vero e proprio momento di giubilo popolare perché gli invitati saranno limitati: «Purtroppo secondo le indicazioni valide oggi - in attesa di eventuali adattamenti dettati dal Consiglio federale - è ammessa la presenza di un numero esiguo di persone, facilmente raggiungibile. Vedremo se entro le date delle celebrazioni qualcosa muterà in positivo. Altrimenti per gli studenti, i professori e il personale, prepareremo qualcosa di speciale più in là nel tempo, qualcosa di più festoso», aggiunge il presidente Petruzzella.

Allestimento al meglio

In queste settimane a Mendrisio si è svolto il trasloco da Manno di tutto il materiale. Stiamo parlando in particolare dei macchinari dei laboratori. Nel comparto dietro la stazione ferroviaria troverà infatti posto il Dipartimento ambiente, costruzioni e design (DACD). «Le aule sono già ammobiliate. I collaboratori stanno entrando piano piano pur rendendosi conto che per loro l’immediato futuro si chiamerà ancora telelavoro. Per quanto riguarda gli studenti, il loro arrivo è programmato tra fine febbraio (il semestre inizierà lunedì prossimo) e inizio marzo. E anche per loro si parla di didattica a distanza». Insomma, l’involucro c’è, ma manca la parte più importante del contenuto: le persone. E Petruzzella è ben conscio del fatto che una cosa è la scuola a distanza – anche se organizzata nel migliore dei modi –, un’altra è l’insegnamento in presenza. Ad ogni modo tutto è stato allestito affinché gli studenti possano seguire i corsi previsti e alla fine del loro ciclo possano ricevere i diplomi.

© CdT/Gabriele Putzu
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Autosilo e sinergie di mobilità

In merito alla struttura di Mendrisio, Petruzzella ricorda che l’autosilo realizzato dalla Città è già operativo da alcune settimane. All’esterno non sono invece praticamente previsti parcheggi: il campus è infatti stato progettato per sfruttare al massimo le sinergie con i trasporti pubblici esistenti in loco. Basterebbe ricordare la vicina stazione ferroviaria e la nuova pensilina-terminale degli autopostali.

Scienze biomediche

Il campus di Viganello, come precisato dallo stesso Petruzzella, attualmente già ospita gli studenti della facoltà di scienze biomediche. In autunno c’è infatti stato il debutto di questo percorso. Si è fatto di tutto per non ritardare, con la preparazione ex novo di aule e laboratori. Per quanto concerne gli altri indirizzi – Facoltà di scienze informatiche con il suo Istituto di scienze computazionali (ICS), l’Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale (IDSIA) e il Dipartimento tecnologie innovative – bisognerà attendere l’ultimazione del trasloco.

Budget mantenuto

Buone notizie giungono anche dal lato finanziario dell’operazione. Il presidente della SUPSI è fiero di annunciare che il programma dei costi è stato rispettato. Per Mendrisio la spesa prevista era di circa 96 milioni di franchi, per Viganello 126 milioni. «Dobbiamo ancora tirare le somme ma tutte le indicazioni preliminari fatte finora mi lasciano molto fiducioso».

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Il futuro passa per la stazione di Lugano

Mentre a Viganello e a Mendrisio è stata ormai raggiunta la meta, il futuro della SUPSI si chiama campus di Lugano-stazione. Il concetto di sviluppo urbanistico denominato Masterplan Città Alta, allestito nel 2007 dai Comuni di Massagno e Lugano, aveva a suo tempo suscitato l’interesse della SUPSI e delle FFS riguardo il potenziale insediamento di un campus universitario. Per la SUPSI la possibilità di insediare una parte delle proprie attività in prossimità della stazione ferroviaria d’altronde «rappresenta un’opportunità che risponde pienamente alla strategia logistica della scuola», come si legge nei documenti che illustrano i progetti all’orizzonte. Dal canto loro, le FFS sono invece intenzionate a «valorizzare l’importante potenziale urbanistico posto in una località altamente strategica all’interno dell’agglomerato luganese, insediando attività affini con l’offerta di trasporto ferroviario. È così nato un accordo fra le parti per la realizzazione del progetto in due fasi. La prima prevede l’insediamento, su circa 18.000 m² a nord della stazione, di edifici per la Direzione generale, il Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale (DEASS), la mensa e un asilo nido. Si potranno accogliere 1.500 studenti e 300 docenti. In un secondo tempo è previsto l’insediamento di altri contenuti della SUPSI su 25.000 m², oltre a un parco pubblico ed eventuali ulteriori contenuti residenziali da realizzare dopo la copertura della «trincea ferroviaria» di Massagno.