Confine

Arrivano i ticinesi e Lavena Ponte Tresa torna a vivere

Diverse le auto ticinesi che già da stamane hanno varcato il confine sfruttando la nuova ordinanza: e c’è perfino chi si è commosso
© cdt/Zocchetti
Marcello Pelizzari
03.06.2021 12:49

Un minimo di normalità, al netto del tampone obbligatorio, era già ritornata negli scorsi giorni. Ma dopo l’annuncio del senatore Alessandro Alfieri e, di riflesso, la nuova ordinanza che permette agli svizzeri di varcare il confine (per 24 ore) senza limitazioni, Lavena Ponte Tresa è letteralmente tornata a vivere. Grazie, appunto, ai ticinesi. O se preferite ai «fedelissimi». Ovvero, clienti di commerci, bar, ristoranti, supermercati, finanche centri estetici abituati, prima della pandemia, a spostarsi dal Ticino oltre confine. E costretti, loro malgrado, a rimanere da questa parte della dogana complici appunto le restrizioni. Oggi, però, è stato un po’ come rinascere tanto per i clienti ticinesi quanto, soprattutto, per i commercianti di Ponte Tresa la cui crisi, apparentemente, sembrava senza fine.

Sin dalle prime ore del mattino, infatti, il comune di frontiera ha accolto diverse auto con targhe elvetiche. Non tantissime. Ma diverse. C’è chi ha riabbracciato il barbiere di fiducia, chi il negozio di alimentari preferito, chi ancora si è concesso un caffè all’italiana osservando il viavai di gente. C’è perfino chi ha pianto, commosso ed emozionato. «Finalmente» si sentiva dire. Già, la normalità. Le vecchie abitudini, se vogliamo. I commercianti, sorridenti, hanno esposto cartelli e salutato la clientela svizzera, al grido «bentornati». E attorno all’ora di pranzo, va da sé, i tanti punti di ristoro sono stati presi d’assalto. L’effetto dei nuovi allentamenti, insomma, si è avvertito subito. Affetti, acquisti, relazioni. Abbracci, anche, con le dovute cautele.