Arte effimera o parete sbagliata? L’addio al murale fa discutere
Una cosa è certa: non sono passati inosservati né il murale, né la sorte a cui sta andando incontro. Parliamo dell’opera «Close up» realizzata sei mesi fa dal collettivo Nevercrew sullo stabile al civico 27 di viale Franscini e destinata ad essere coperta - ci sono già le modine - da un edificio che sorgerà a pochi centimetri di distanza. La notizia, da noi riportata sul CdT di lunedì, ha sollevato un ampio dibattito tra chi è arrabbiato per la situazione e chi invece fa notare come queste opere, per loro natura, siano passeggere. La seconda tesi è sostenuta da Arte Urbana Lugano, il progetto avviato dalla Città nell’ambito del quale è stato commissionato il murale alla Nevercrew. «Con questa grande opera - ci ha scritto la responsabile Valeria Donnarumma - il quartiere ha cambiato volto, le persone hanno alzato lo sguardo e potuto apprezzare qualcosa di diverso. È un lavoro di straordinaria qualità, e alla qualità ci si affeziona. Nel momento però in cui la comunità diviene consapevole che quest’opera è effimera, sembra affiori una strana sensazione di opposizione alla sua stessa natura».
Visioni contrapposte
Chi è deluso, forse, fa un ragionamento più semplice, ma non per questo banale: se una cosa è bella, si dovrebbe fare in modo che rimanga il più possibile nel tempo. «Arte Urbana Lugano desidera fortemente, come la comunità, che le opere realizzate restino a disposizione di tutti il più a lungo possibile. Detto questo, una volta creata l’opera, essa appartiene allo spazio urbano e alla popolazione che lo vive. Non vi è al momento alcuno strumento che ne permetta la conservazione a lungo termine - aggiunge Donnarumma - ed è anche per questo che si tratta di un’arte viva e in costante movimento: essa si trasforma, nasce, muore, cambia, in continuità con lo spazio urbano». Arte Urbana Lugano fa comunque notare che il murale resterà visibile ancora per un bel po’: «Sapevamo che i lavori non sarebbero iniziati prima di qualche anno, dando così all’opera un certo periodo di vita. Gli interventi cominceranno sul lato di via Zurigo, e prima che la parte adiacente al murale sia intaccata passerà ancora diverso tempo». Di alternative, a mente di Arte Urbana Lugano, non ce n’erano: «Le pareti che soddisfano queste esigenze non sono molte, e anche trovandole è necessario che i proprietari siano d’accordo: non è affatto evidente». Basteranno queste parole per far mettere il cuore in pace a chi è deluso?
Alcuni si sono rassegnati alla provvisorietà delle balene, ma ad altri, come al consigliere comunale del PLR Rupen Nacaroglu, che ha preso posizione su Facebook, la vicenda non va giù: «Le tempistiche risultano strettine, visto anche lo sforzo che si è impiegato, per poi dire ’va bene così, anche se sparisce dietro a un altro palazzo dopo qualche mese’. Il segnale che emerge, a mio modo di vedere, è che si è scelta la parete sbagliata e non si è programmato a sufficienza. A volte basterebbe ammettere l’errore».