Asilo: fioccano domande

Il tema è assai caldo. E non sono le temperature estive a surriscaldarlo. Continua a montare, infatti, la preoccupazione in merito alla gestione, nel Distretto, dei richiedenti l’asilo. Cresce la preoccupazione anche verso il comportamento che alcuni di loro manifestano sulla pubblica via. Una spaccato di vita quotidiana che abbiamo raccontato nell’edizione di venerdì scorso. Anche a livello di sicurezza e ordine pubblico i livelli di guardia si sono alzati. Non solo nella cittadina – la quale è chiamata a gestire il flusso di migranti con i suoi Centri federali d’asilo – ma anche più a nord. Negli scorsi giorni il capodicastero Sicurezza pubblica della Città di Mendrisio Samuel Maffi, commentando il resoconto della riunione di coordinamento politico della Regione 2 della Polizia comunale, ha confermato che anche nell’Alto Mendrisiotto si sta assistendo ad un aumento dei reati – in particolar modo dei furti – da imputare a richiedenti l’asilo.
Nelle cancellerie dei Comuni del Distretto, da pochi giorni, è inoltre possibile firmare una petizione «Flusso migratorio in atto e relativa gestione» indirizzata al Consiglio federale e al Consiglio di Stato (primo firmatario è l’ex sindaco di Chiasso Moreno Colombo). Anche il direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi, in una lettera inviata alla consigliera federale Baume-Schneider, invitava Berna «per il bene del settore asilo», a ricercare «soluzioni ferme a problemi reali di comportamento, microcriminalità e impatto negativo sulla popolazione, gli altri richiedenti nei Centri e il personale ivi impiegato».
La situazione, alla luce delle dichiarazioni e delle iniziative, appare dunque delicata. Delicata a tal punto che anche a livello di politica comunale si è deciso di agire e di vederci chiaro. A Chiasso e a Mendrisio, negli scorsi giorni, sono state infatti inoltrate ai rispettivi Municipi due distinte – ma coordinate – interrogazioni. Provengono entrambe dalla Lega (nel capoluogo anche dall’Unione democratica federale) e i primi firmatari sono Alessio Allio per la Città di Mendrisio, rispettivamente Stefano Tonini per Chiasso. «Il sindaco di Chiasso, come pure il comandante della PolCom della cittadina – si legge in entrambi i documenti – hanno esposto ai media le difficoltà e il disagio che sta colpendo tutta la cittadina». Più a nord, come detto, il municipale Samuel Maffi ha confermato «un incremento di illeciti da parte degli ospiti dei centri federali per l’asilo (CFA)», aggiungono gli interroganti.
Agli occhi di Allio e Tonini, dunque, si è di fronte a una situazione che «non si limita più a colpire solamente le città che ospitano i CFA, ma che si sta rapidamente espandendo a macchia d’olio su tutto il territorio regionale e cantonale. Nel testo seguono una serie di domande che toccano più aspetti. Quanti (e di quale tipologia) sono stati i reati commessi da richiedenti l’asilo? Oppure: «Sono già stati emanati divieti di accesso comunali ai richiedenti l’asilo o imposizioni di territorio (ovvero ordini alla persona di non lasciare il territorio comunale dove viene ospitata)? A Mendrisio si chiede inoltre se la Città abbia intenzione di mettere a disposizione spazi alla SEM (Segreteria di Stato della migrazione); mentre a Chiasso si domanda se debba essere maggiorato il numero di agenti della Comunale.
Baume-Schneider e la visita nel Mendrisiotto
Sono parole di solidarietà e di comprensione quelle espresse dalla consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider nei confronti della popolazione di Chiasso e del Basso Mendrisiotto. In un’intervista concessa alla RSI la responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia ha parlato di quello che sta vivendo il Distretto, delle preoccupazioni espresse e delle lettere che le sono state inviate da più parti per chiedere «misure urgenti» per la gestione dei migranti problematici e che commettono reati. Come ad esempio basi legali per misure disciplinari amministrative, multe, restrizioni nella possibilità di uscita dai Centri o una diversa distribuzione dei richiedenti l’asilo tra i Cantoni. Baume-Schneider ha annunciato di aver risposto a parte delle lettere ricevute, annunciato di essere disposta ad incontrare le autorità ticinesi in autunno e ricordato che solo una piccola parte degli ospiti dei Centri crea problemi. Problemi che tuttavia possono «esasperare». Ma ha anche elencato possibili misure da attuare: la possibilità di intervenire con provvedimenti amministrativi nei confronti degli ospiti problematici (tale opzione «è in consultazione», ha detto), oppure l’eventualità di spostare i migranti recalcitranti nel Canton Neuchâtel. In relazione alla possibilità di distribuire diversamente i richiedenti l’asilo tra i Cantoni, la ministra ha riconosciuto che se la pressione migratoria aumenterà forse occorrerà ripensare «la solidarietà», quindi la ripartizione dei richiedenti l’asilo tra il Ticino e il Nord delle Alpi.