Aurigeno, quelle minacce precedenti sui social
«Pensavamo che certi fatti succedessero solo in America». È lo sconcertato commento del genitore di uno dei bambini del Centro scolastico ai Ronchini di Aurigeno. Il papà, insieme ad altri genitori, mamme e nonne, sta aspettando notizie del figlio che frequenta la terza classe ed è ancora rinchiuso insieme ai compagni e ai docenti nelle aule dell’edificio che ospita circa 250 allievi tra elementari e scuola d’infanzia dell’istituto della Bassa Vallemaggia. Sono passate un paio d’ore da quando un 42.enne del Locarnese s’è presentato a scuola. Erano circa le 13.30 e, aggirandosi tra i corridoi, cercava il custode, un 41.enne della regione, suo presunto rivale in amore. Secondo nostre informazioni, l’uomo frequentava da anni la cuoca dell’istituto scolastico che da qualche tempo l’aveva lasciato per fare coppia con il custode. Il rivale l’aveva già minacciato sui social: «La vendetta è vicina, te la farò pagare», aveva scritto, aggiungendo le iniziali della vittima sul post che raffigurava un leone pronto ad attaccare la sua preda. L’uomo ha raggiunto il suo obiettivo nella zona degli spogliatoi della palestra e gli ha sparato. Almeno tre colpi in rapida sequenza, che non hanno dato scampo al custode, deceduto nonostante l’intervento del Salva e dell’elicottero della Rega che l’ha trasportato in ospedale, come ha successivamente confermato la Polizia cantonale in un comunicato. Lo sparatore invece è fuggito, ma dopo un imponente spiegamento di forze - che ha visto impegnati agenti della Polizia cantonale e, in supporto, della Polizia della Città di Locarno e delle Comunali di Ascona, Losone e Muralto nonché dei collaboratori dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini - il 42.enne è stato intercettato verso le 14.30 in un supermercato di Losone dove, secondo nostre informazioni, si sarebbe consegnato spontaneamente alle forze dell’ordine. L’inchiesta sull’omicidio è coordinata dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri.
Le testimonianze
«I bambini hanno sentito dei botti, non so se hanno anche visto qualcosa. Sono però al sicuro e questo è l’importante», ci dice una mamma anche lei in attesa di recuperare i suoi due figli e che è riuscita a mettersi in contatto telefonico con una docente all’interno dell’istituto. Bambini, maestri, personale ausiliario e direzione, tutti illesi ma chiaramente sotto choc, sono stati presi a carico dal servizio psicologico del Care Team e dai servizi di sostegno del DECS. Sono rimasti «blindati» all’interno della scuola fino alle 17, quando a piccoli gruppi, accompagnati dai loro docenti, sono usciti per riabbracciare i genitori o salire sul bus che li ha riportati finalmente a casa. «Siamo rimasti all’oscuro di tutto per un paio d’ore - si lamenta un’altra mamma da noi interpellata -. Abbiamo letto sui siti Internet del fatto di sangue nella scuola di Aurigeno, ma nessuno ci ha spiegato cos’era successo e come stavano i bambini. C’è un servizio di segreteria, bastava attivarlo. Per fortuna il WhatsApp del gruppo genitori funziona e ci siamo scambiati via via le notizie», rileva la donna.
Persona stimata
In Vallemaggia, dove in un battibaleno si è diffusa la notizia della tragedia che si è consumata nel primo pomeriggio al Centro scolastico dei Ronchini, lo sgomento e la commozione sono forti. «Un ragazzo d’oro, nato e cresciuto qui e le cui qualità erano apprezzate da tutti», è il ricordo che il sindaco di Maggia Andrea Sartori, visibilmente provato dalla vicenda, traccia del 41.enne custode dell’infrastruttura che accoglie elementari e scuola dell’infanzia colpito a morte dai colpi d’arma da fuoco esplosi dall’ex fidanzato della sua attuale compagna. Padre di tre figli, l’uomo era, tra l’altro, attivo nel Corpo pompieri di Maggia.
Consegnata una lettera
«Ora la priorità - aggiunge Andrea Sartori - è stare vicino alla sua famiglia, così come agli allievi dell’istituto scolastico e alle loro famiglie scossi per quanto accaduto». Sostegno agli scolari che si è attivato immediatamente. Oltre all’intervento degli specialisti del Care Team Ticino, ci spiega il presidente della Delegazione consortile dell’Istituto scolastico della Bassa Vallemaggia Massimo Ramelli, il DECS ha mobilitato l’Antenna per gli eventi traumatogeni: l’ispettore scolastico e il suo aggiunto si sono recati sul posto insieme a degli psicologi.
La direttrice dell’istituto ed i docenti, di concerto con gli specialisti, hanno spiegato con parole appropriate ai bambini il motivo di quell’ingente spiegamento di polizie e mezzi di soccorso. «Ai bambini è poi stata consegnata una lettera destinata ai loro genitori così da informare tutti correttamente sull’accaduto e su quanto è previsto domani al rientro a scuola». Domani mattina gli allievi saranno accolti regolarmente dai docenti e sarà attivato un ulteriore supporto. « Verso le 17 i bambini sono stati accompagnati dai docenti sui bus che li hanno riportati a casa così da poter star loro vicini e rassicurare le famiglie», precisa Ramelli, sottolineando l’encomiabile sforzo messo in atto per sostenere gli scolari in questo difficile momento. Difficile per tutti. «Adesso stiamo reagendo mettendo in atto tutto quanto ci è possibile per dare conforto agli allievi e alle loro famiglie», ribadisce Ramelli. «Poi - aggiunge con la voce rotta dalla commozione - non sarà facile affrontare la tragedia. Siamo tutti sotto choc per l’assurda morte di una persona che conoscevamo e stimavamo».