Progetto

Avanza il dialogo con i privati per la rinascita dell'ex saponificio di Locarno

In arrivo una variante del Piano regolatore per il futuro quartiere di qualità a due passi dalla Rotonda di piazza Castello- I promotori hanno chiesto un aumento dell’indice di sfruttamento e delle altezze - Il Municipio ha già valutato le contropartite
©Gabriele Putzu
Spartaco De Bernardi
08.02.2025 06:00

Collaborare all’insegna del motto latino «do ut des», cioè «dare per avere», nella concezione e poi nella realizzazione di quartieri di qualità. A questo mira una delle misure inserite nel programma di agglomerato del Locarnese di quinta generazione (PALoc5) riferita al dialogo tra ente pubblico e privati finalizzato a migliorare ulteriormente la qualità di vita grazie ad un uso razionale del territorio per chi risiede sulle sponde del Verbano. Dialogo che la Città di Locarno ha avviato già nel 2023 con i promotori del progetto immobiliare sui terreni dell’ex saponificio in via ai Saleggi, a due passi dalla Rotonda di Piazza castello. Le trattative sono ora a buon punto e presto verrà completata la variante del Piano regolatore, con relativa fase di informazione pubblica, che getterà le basi per l’edificazione del futuro quartiere. Lo annuncia il Municipio nella risposta all’interrogazione della Sinistra Unita che, riferendosi all’articolo pubblicato dal CdT il 21 ottobre scorso, chiedeva appunto lumi sul futuro del comparto.

Vale il principio del «dare per avere»

Pur non entrando nei dettagli, considerato che ci potranno essere dei cambiamenti in corso di procedura, Palazzo Marcacci riferisce che i promotori del progetto hanno richiesto in particolare un aumento dell’indice di sfruttamento e delle altezze per le future costruzioni che sorgeranno al posto dell’ex saponificio. Evidentemente, in virtù del principio «do ut des», la Città otterrà quale contropartita interventi affinché della riqualifica urbanistica possa trarre vantaggio tutta la popolazione: nel PALoc 5 sono elencati, ad esempio, l’aumento della qualità insediativa, la creazione di spazi pubblici in luoghi strategici, la messa a disposizione di servizi alla cittadinanza e la mitigazione delle isole di calore. Su quali di queste contropartite siano in discussione con i promotori privati per il momento l’Esecutivo preferisce rimanere nel vago, riferendo di aver «già valutato in che termini riconoscere questi adeguamenti, fondandosi giustamente sul concetto di “dare per avere”. Al momento della presentazione pubblica si potrà entrare in modo più preciso sull’oggetto delle trattative».

Meno residenze secondarie

Di sicuro vi è che Palazzo Marcacci ha proposto una percentuale chiaramente inferiore di residenze secondarie rispetto a quella attualmente in vigore per quel comparto. La Sinistra Unita chiedeva poi se, in un’ottica di sostenibilità ambientale e di valorizzazione del patrimonio storico, si sia valutato di chiedere ai promotori del progetto immobiliare il mantenimento di alcune strutture dell’ex saponificio. Premettendo che il tema non è stato oggetto di particolari approfondimenti, il Municipio cittadino rammenta che la maggior parte degli edifici presenti attualmente risale agli anni Settanta ed Ottanta del secolo scorso e non risulta essere degna di conservazione. In riferimento all’ex stabile industriale «va detto che lo stesso non risulta essere in buone condizioni di conservazione e non presenta a sua volta delle caratteristiche che ne presuppongono a priori la conservazione. Lo dimostra il fatto che non è nemmeno stato tenuto in considerazione al momento della presentazione delle proposte di tutela da parte del Municipio per l’inventario dei beni culturali da proteggere, e nemmeno nella successiva discussione e decisione in seno al Legislativo».

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